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chiesa di sant'alfonso

Guida di Agrigento: la chiesa di Sant’Alfonso

19 Gennaio 2022 //  by Elio Di Bella

Le vicende della chiesa di Sant’Alfonso, ad Agrigento, sono intimamente legate alla presenza a Girgenti della comunità dei Padri Redentoristi che giunsero ad Agrigento il 16 settembre 1761, mentre era ancora vivo Alfonso di Liguori.


Fu il vescovo della Diocesi, monsignor Andrea Lucchesi Palli ad invitarli. In tal modo quei padri fondarono in questa città della Sicilia una delle loro prime e più importanti case. I Redentoristi alloggiarono nei primi anni presso lo stabilimento gioenino ed ebbero diversi incarichi pastorali e missionari da parte di Lucchesi Palli.


A loro il Vescovo diede tra l’altro il delicato incarico di aver cura della biblioteca che aveva cominciato a realizzare e che con un testamento donò al pubblico. Nel 1840 i Padri Liguorini avviarono i lavori per la costruzione di una Chiesa dedicata a Sant’Alfonso, erigendola accanto al Palazzo Vescovile. I lavori vennero conclusi nel 1855. Quella di Agrigento fu la prima Chiesa del mondo dedicata a Sant’Alfonso.


Nella seconda metà del secolo scorso l’edificio è stato decorato con stucchi di Vincenzo Signorello e con il ciclo pittorico dell’artista siciliano Giovanni Patricolo. Negli altari della parete sinistra della Chiesa si trovano le seguenti sue tele : “Il discorso della Montagna”; “Natività con adorazione dei pastrori”; “S. Michele Arcangelo che sprofonda nell’inferno Lucifero”. Le altre sue tele del lato destra raffigurano: “S. Gerlando in gloria ai piedi di Maria Santissima” (opera di Pietro Gagliardi che ha sostituito una tela del Patricolo andata in rovina); “Gesù Bambino e S. Giovannino, Maria, Giuseppe, Elisabetta e Zaccaria”; “Martirio di Santa Calamera”. Nella volta ammiriamo altre tele del Patricolo: “Il Battesimo di Gesù”; “Sant’Alfonso in gloria”; “Gesù Risorto”; “La discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli”. Nelle pareti sotto la volta ci sono infine le tele del Patricolo raffiguranti i seguenti episodi: “Gesù tra i dottori”; “Noli me tangere”; “La tempesta sedata”; La cena in casa di Simone il fariseo”.


All’inizio del nostro secolo è stato costruito il campanile. Nel luglio del 1966 la Chiesa di Sant’Alfonso, come molte altre chiese del centro storico, ha subito seri danni a causa di una frana.

Rimase lesionata in particolare la volta della navata.
Lunghi e costosi sono stati i lavori di restauro. Nell’altare maggiore è posta una statua di Sant’Alfonso. Ricordiamo infine che i Padri Redentoristi dovettero lasciare la città dopo l’arrivo dei garibaldini perché era stata decisa da parte del governo italiano la soppressione del loro ordine, considerato troppo vicino al regime borbonico e ostile al nuovo governo. I Redentoristi agrigentini dovettero lasciare non solo la casa di Agrigento, ma anche le altre ormai diffuse in provincia e nell’Isola. Da Porto Empedocle i frati salparono alla volta di Malta il giorno 11 luglio 1860.

Elio Di Bella

Categoria: Guida di AgrigentoTag: agrigento, agrigento racconta, agrigento storia, akragas, chiesa di sant'alfonso, diocesi di agrigento, girgenti, liguorini, padri redentoristi, sicilia, valle dei templi

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