I piccoli contrafforti che si diramano dalla catena delle Madonie, percorrono questa provincia di Girgenti in ogni senso e vi formano monti e numerose colline a dolce o ad aspro pendìo, bene adatte alla coltura della vite. Sui colli predominano i terreni calcarei; seguono poi per importanza gli argilloso-calcari e quelli argillosi, che occupano le vallate.
Questa provincia, la quale in antico produsse molto vino assai pregiato, che mandava in tutti i mercati del vecchio mondo, oggi ha poca importanza nella produzione vinaria. La viticoltura vi è poco estesa e la fillossera vi ha già distrutte la maggior parte delle vigne.
La vite si alleva bassa: i vigneti specializzati prevalgono nel circondario di Sciacca e in quello di Girgenti. Nel circondario di Bivona insieme con le viti si coltivano gli olivi e gli alberi da frutto ; in questo caso le viti si tengono a filari : la distanza fra le viti è di metri 1.75 a metri 1. 80, e in alcuni luoghi si usa, da tempo immemorabile, la potatura che oggi chiamasi alla Guyot.
I vitigni ad uva nera maggiormente coltivati sono: il Calabrese, il Calabrese d’Avola, il Neretto cappuccio (Perricone della provincia di Palermo), il Catanese, il Mantonico, il Grecau, il Neretto Mascalese, il Pignatello, e la Canina; fra quelli ad uva bianca più diffusi si hanno la Greca di Palermo, il Catarratto, l’Inzolia, la Malvasia, la Vernaccia, il Famusu, la Minnetta e il Moscato.
In quanto ai metodi di vinificazione seguiti è a dirsi che prevale sempre il pesta-imbotta, sia che si tratti di uve nere che di uve bianche; sicché la maggior parte dei vini riesce di color rosato, e siccome si suole mescolare le uve bianche con le nere, così si producono per lo più i vini cerasuoli. Non mancano però viticultori che fanno fermentare i mosti con le vinacce in tini di legno.
A Sciacca e a Menfi, centri vitiferi più importanti, si producono buoni vini bianchi, molto simili a quelli della provincia di Trapani. Essi, infatti, derivano dalle medesime qualità di uve Catarratto e Inzolia, che riescono molto zuccherine e perciò dànno vini molto alcoolici, dotati dello stesso gusto e profumo dei vini tipo Marsala. Somigliano infatti ai veri Marsaletta e servono benissimo per la preparazione dei vini tipo Marsala. Si esportano generalmente verso l’Austria-Ungheria e verso Genova.









fonte: ministero di agricoltura industria e commercio direzione generale di agricoltura, Notizie e studi intorno ai vini e alle uve d’Italia, Roma, 1896