Ai vecchi era sembrato un sopruso: qualcuno aveva deciso in loro vece; qualcuno aveva stabilito che quella non era più Girgenti, era Agrigento come l’avevano chiamata i romani. Altri obiettò: ma la Storia non dice così. Zitto tu, che non capisci nulla! Urlò l’arrogante voce nemica di Clio: zitto! Ma… i Romani hanno mutato in Agrigentum il nome di Akràgas quello della città fondata dai Greci lì presso l’omonimo fiume, latinizzandone il nome : Girgenti allora non esisteva- aggiunse confuso, ma deciso l’oppositore – e quando nascerà sarà ben altra cosa , e nascerà in ben altro sito, se vogliamo anche vicinissimo, lì sull’antica acropoli della greca città, ma diverso…. Zitto intimò ancora l’anti-Clio all’intimorito occasionale storico.
E così, sulla base di questo equivoco storico si consumò la sopraffazione e l’eliminazione di un glorioso nome, quello di Girgenti appunto.
E se qualcuno oggi venisse a dirti tu da questo momento non sei più Giuseppe: tu sei Onofrio! – Risponderesti che sei stato sempre Giuseppe; che sei nato Giuseppe!….. E allora? – No tu Onofrio! Onofrio e basta!-
…… Quando la forza con la ragion contrasta vince la forza, e la ragion non basta……Da sempre, come sempre.
La gente per un certo tempo continuò a chiamarla Girgenti, ma, inesorabilmente, per gli altri, per tutti fu Agrigento. E Girgenti venne sepolta: sepolta per sempre!
Girgenti ha una storia diversa
Girgenti è però altra cosa; Girgenti ha storia diversa; Girgenti è Araba, Musulmana, Normanna, Sveva, Angioina, Ebrea, Cristiano- Bizantina……..No! Girgenti è Agrigento !
Ma la storia? La storia non conta: Agrigento e basta! Agrigentum: quella capace di espugnare i Cartaginesi ad Imera! Agrigento è grande, grandiosa, invincibile, monumentale, Romana! E Girgenti, allora? Quella della povera gente che in tempi bui, dopo queste glorie, secoli dopo, si arrocca nella collina per difendersi, che costruisce le prime capanne che poi diventano case e che poi costituiscono un insieme nuovo e diverso da quello presso il mare lì, oltre la valle, lì presso il fiume?
Quella che poi diventa città, con una storia tutta sua, tutta medievale, con monumenti medievali, con vicende tutte medievali?- Quella non è mai esistita; è esistita invece Agrigentum, la grande Agrigento- Quella che gli stessi Romani che ne modificano il nome ed espolieranno delle cospicue ricchezze artistiche grazie alle malefatte dei Verre che pure altri Romani denunzieranno pubblicamente e denunzieranno invano?- Azzarda l’interlocutore con sapiente impotenza- Sì, se vuoi. Risponde l’antistorico, proprio quella! Insistendo nell’arrogante equivoco!
E non ebbe più oppositori quella decisione. Era il 1927 e nel 1927 non c’erano più oppositori. Neppure la Storia, né la sua stessa Musa, Clio, si sarebbero potuti opporre alla decisioni del Regime. E così tramontò Girgenti o almeno il Nome di Girgenti. Ecco perché quando venni in possesso del libro di Vincenzo Librici “……dall’apoikia alla saga dei Chiaramonte” che quella Girgenti sembra faccia rinascere, ebbi l’impressione di vedere affiorare e poi emergere dal buio dell’indifferenza e della noncuranza e se può sembrare esagerato, certamente dal grigiore del tiepido interesse per una monumentalità che tutti al mondo potrebbero invidiarci, vidi affiorare, dicevo, la mia diletta GIRGENTI.
E l’ho letto e riletto quel libro e sempre ho avuto la materiale sensazione di vedere una infinità di gioielli liberarsi dalle maglie delle importune costruzioni soffocatrici e mortificatrici che l’incuria e l’incompetenza hanno permesso che si incrostassero addosso ed intorno a quei monumenti.
E mi è sembrato di vederli emergere, elevarsi e manifestarsi nel proprio splendore meraviglioso. E mi è sembrato di vedere apparire ai miei occhi stupiti bifore e trifore e logge e portali e rosoni e lesene e torri e campanili e poi comparire porte anch’esse meravigliose e sontuose, con gli aristocratici archi elegantemente puntati al cielo, fossero dei Pastai o dei Panettieri, che immettessero ad un Ponte o in una via che verso oriente si indirizzava a Mazara prendendone nome o per far da serraglio ai venti, incastonate come erano fra le ciclopiche mura della Bibbirria.
La bellezza di Girgenti
Questa rinata Girgenti mi sembrò di vedere finalmente nobilitata e quasi come in un sogno mi vidi unito ad un corteo di estimatori di Girgenti entrare nella piccola ma vecchia gloriosa cattedrale di santa Maria dei Greci finalmente libera dalle avvilenti e mortificanti incrostazioni che ne degradano la bellezza ed ora recinta da verdi lussureggianti aiuole e attorniata da visitatori ordinatamente in fila pazientemente in attesa del turno per ammirare e poter poi raccontare agli stupiti ascoltatori dei loro stessi Paesi le meraviglie godute lì, in quel di Girgenti, dopo la visita alla pur sempre superba Agrigento, ben diversa dalla prima, ugualmente bella, diversamente bella. Stupenda matrona la prima, leggiadra donzella trecentesca la seconda. Bellezza che non offusca bellezza che, se mai, si somma a bellezza.
Poi vidi l’onirico corteo dei visitatori spostarsi per Piano Magazzinieri e via De Castro, ampie ormai per illuminate ristrutturazioni realizzate da illuminati sindaci ed architetti, raggiungere lo Steri Chiaramontano anch’esso ormai libero e a tutti aperto, felice ora di offrirsi agli stupiti ammiratori pronti a percorrere la monumentale gradinata del Duomo per poi in silenzio tra le navate soffermarsi, presso ogni cappella. E tutti divenuti insaziabili fruitori del bello correre attraverso via Duomo al Castello ora restaurato ed ammirarne merlature e contrafforti che da nord l’avevano reso inespugnabile.
E poi ancora di corsa a porta Bibbirria che la sapiente fantasia degli architetti del Comune e della Sovrintendenza, in perfetto accordo avevano in poco tempo ricostruita del tutto simile alle altre fortunosamente sopravvissute ed ora incastonate nella vecchia muraglia di cinta anch’essa in questa parte ricostruita. Ed ecco ora quell’allegro corteo, lungo le mura raggiungere Madonna degli Angeli per discendere a Santo Spirito sublime e aristocratico monumento sempre pronto a soddisfare ogni sete del bello. …
Girgenti, guarda caso, è vissuta e continua a vivere però, nel nome, a centinaia di chilometri di distanza, in provincia di Rieti nei pressi di Pescorocchiano…ed io, che sto scrivendo queste note, e che sono nato proprio a Girgenti, nel 1920, essendo a quel nome naturalmente affezionato, pure contento di essere stato testimone della incredibile crescita del perimetro della Città di Agrigento che ormai si estende dal mare a Mosè, da Fontanelle a Monserrato, dato anche che oggi la vecchia Girgenti è solo un quartiere del più grande complesso urbanistico suggerirei che, nel rispetto della Storia, a quel quartiere venga finalmente riconosciuta la sua identità: GIRGENTI QUARTIERE MEDIEVALE DI AGRIGENTO.
fonte rivista Agrigentini a Roma