Il prezzo dello zolfo subì un notevole calo alla fine dell’Ottocento e molte miniere furono costrette a chiudere, con gravi conseguenze per l’occupazione
La provincia di Girgenti, superata soltanto da quella di Caltanissetta per la quantità della produzione, supera a sua volta quest’ultima, per il numero delle miniere di solfo.
I principali gruppi di solfare trovansi nei territori dei comuni di Aragona, Campobello, Casteltermini, Cattolica, Cianciana, Comitini, Favara, Girgenti, Grotte, Licata, Naro, Palma, Racalmuto.
Nello specchietto che segue riassumiamo, togliendoli dai volumi della Rivista mineraria, i dati relativi al numero delle solfare della provincia di Girgenti, alla quantità e al valore della loro produzione e al numero dei lavoranti in esse occupati, nel settennio 1888-94 : Nel 1894 erano in attività nelle solfare 38 motori a vapore, della forza complessiva di 505 1/2 cavalli.

Il prezzo medio indicato nello specchietto che precede è quello del solfo grezzo dato a bordo nei porti d’imbarco e si riferisce, ad eccezione di quello del 1890, calcolato per provincia, alla produzione complessiva di tutte le provincie siciliane. È noto quanto siano variabili i prezzi dei solfi siciliani. Il prezzo medio per tonnellata, dopo aver superat
o le lire 140 nel 1875, era disceso a lire 94 nel 1879; era risalito nel 1880 e nel 1881, nel quale ultimo anno toccò le lire 115, ma dopo d’allora non aveva fatto che ridiscendere fino al 1888, nel quale anno, come rilevasi dalle cifre suesposte, era al disotto delle 67 lire.
Ricominciò a risalire dopo il 1888, prima lentamente, poi rapidamente, passando da lire 77. 63 nel 1890 a lire 115. 59 nel 1891. Nei primi mesi del 1892 i prezzi erano ancora elevati, ma nei mesi successivi ribassarono in forte proporzione, sicché la media di quell’anno si ridusse a lire 95. 17, restando inferiore di oltre 20 lire alla media dell’anno precedente.
Nel 1893 la media discese di altre 23 lire circa, riducendosi a lire 72. 35; e infine nel 1894, continuando la discesa, si ridusse a lire 63. 59, il prezzo più basso di cui si avesse fino allora memoria.
Estrazione del minerale
L’estrazione del minerale nella provincia di Girgenti si fa ancora per la massima parte a spalla, sebbene anche in questa provincia l’estrazione meccanica, discretamente sviluppata in quella di Caltanissetta, abbia fatto in questi ultimi anni un certo progresso.
Nel 1890 non esistevano nella provincia che tre impianti per estrazione meccanica, due pozzi e un piano inclinato, che disponevano di una forza complessiva di 38 cavalli vapore, e la quantità di solfo prodotto con minerale estratto meccanicamente non era stata che di 8285 tonnellate sopra una produzione complessiva di tonnellate 126,804.
Nel 1894 furono attivi 8 impianti, 6 pozzi e 2 piani inclinati, disponenti di una forza complessiva di 157 cavalli vapore (rimase inattivo un piano inclinato con 10 cavalli di forza) e furono prodotte 17,871 tonnellate di solfo con minerale meccanicamente estratto sopra una produzione complessiva di 130,898 tonnellate.
Il poco sviluppo preso finora nella provincia di Girgenti dalla estrazione meccanica dipende principalmente dal fatto che le numerose solfare sono per la maggior parte di poca importanza, cosicché ne riuscirebbero troppo costosi gli impianti.
Molte sono di entità minima e sono coltivate da due picconieri che spesso ne sono i proprietari. Altre, infruttifere, assorbono capitali rilevanti nelle ricerche di nuovi strati o di strati smarriti. Di siffatte miniere abbondano specialmente i territori di Aragona e di Girgenti, dove il minerale è piuttosto povero, con sedimenti tenui e spesso interrotti. Rispetto ai metodi di fusione del minerale, il primo posto spetta nella provincia ai calcaroni.
Notevole tuttavia è il progresso fatto da altri due metodi : quello dei forni a celle comunicanti e quello degli apparecchi a vapore sotto pressione. Ciò si può rilevare dallo specchietto seguente, nel quale sono posti confronto gli anni 1890 e 1894:

Non esistono nella provincia di Girgenti stabilimenti di raffinazione del solfo.Vi esiste un solo molino da solfo della ditta Eredi di Luigi Petix, che nel 1894 produsse 360 tonnellate di solfo macinato grezzo al prezzo di lire 77. 50 per tonnellata, occupando 4 operai.
Dispone di un motore idraulico della forza di 6 cavalli dinamici. Nel 1894 furono spedite dai porti della Sicilia per il continente italiano e dipendenze e per paesi esteri 348,408 tonnellate di solfo, 13,711 tonnellate meno che nel 1891.
Non si può precisare per quanta parte entri in questa esportazione totale il solfo prodotto nella provincia di Girgenti.
Furono inoltre spedite dai vari porti complessivamente altre 23,680 tonnellate per la Sicilia e sue adiacenze.
I porti
Le spedizioni di solfo si fanno quasi per intero dai porti di Porto Empedocle, Catania e Licata ; su 372,088 tonnellate spedite complessivamente nel 1894, 361,418 partirono dai tre porti predetti; 5822 tonnellate furono spedite dal porto di Termini Imerese,
1691 da quello di Palermo, 1893 da quello di Palma Montechiaro, 1158 da quello di Siculiana, 105 da quello di Terranova e una tonnellata da quello di Messina .
La produzione totale delle solfare siciliane nel 1894 era stata di 366,115 tonnellate, cosicché la esportazione fece diminuire di circa 6000 tonnellate i depositi della produzione degli anni precedenti. Distinguendo l’esportazione di solfo dalla Sicilia secondo i paesi di destinazione, il primo posto spetta da parecchi anni all’America del Nord (Stati Uniti e Canada). Limitandoci ai dati relativi al 1894, furono esportate in quell’anno dalla Sicilia nell’America del Nord 110,067 tonnellate di solfo (con un aumento di 21,633 tonnellate in confronto coll’anno precedente).
Tiene il secondo posto la Francia con 59,558 tonnellate (32,055 tonnellate in meno in confronto del 1893). Vengono in seguito il continente italiano e di-pendenze con 57,396 tonnellate ; l’Inghilterra e Malta con 24,035 ; la Russia con 19,626; la Germania con 17,041;
la Grecia con 13,686; l’Austria con 11,879; il Portogallo con 8943 ; la Svezia e Norvegia con 6438; il Belgio con 5492; la Spagna con 4925; la Turchia con 3423; l’Olanda con 2557; l’Australia con 1154. La Danimarca, l’Egitto, la Tunisia, l’Algeria, l’America meridionale e centrale, ecc.,
figurano complessivamente per poco più di 2000 tonnellate. Il solfo che si esportò dai vari porti della Sicilia fu quasi esclusivamente solfo greggio. Nell’esportazione dal porto di Catania, però, sono comprese, per il 1894, 31,058 tonnellate di solfo raffinato e 27 tonnellate di solfo in fiori.
Salgemma.
Esistono alcune miniere di salgemma nei territori dei comuni di Cammarata, Casteltermini, Racalmuto e San Biagio Platani. Le miniere di Cammarata e Racalmuto sono le più importanti dell’isola, sebbene la loro coltivazione non abbia avuto finora che uno sviluppo assai limitato.
Delle tre miniere esistenti nel comune di San Biagio Platani, una sola è esercitata, e in piccole proporzioni, non ricavandosene per il commercio che un centinaio di tonnellate all’anno. Di questa miniera però si servono al bisogno gli abitanti del comune.
Nello specchietto che segue riassumiamo, togliendoli dalla Rivista del servizio minerario, i dati principali relativi alle miniere di salgemma per il settennio 1888-

Il considerevole aumento di produzione che si osserva nel 1891 è dovuto alle miniere di Racalmuto, alle quali in quell’anno alcuni speculatori avevano ordinato (come pure alle miniere di Sutera in provincia di Caltanissetta) grandi partite di salgemma, che veniva trasportato a Palermo ed ivi macinato per far concorrenza al sale marino. Nel 1892 essendo cessata questa speculazione, la produzione tornò alle proporzioni normali.
fonte: Ministero di agricoltura, industria e commercio. Annali di Statistica. Notizie sulle condizioni industriali della provincia di Girgenti, Fascicolo LX, Roma 1896