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grotta di san calogero

La Chiesa e le grotte di San Calogero ad Agrigento

7 Marzo 2023 //  by Elio Di Bella

Incerto è, ad oggi, l’anno in cui è stata fondata l’originale Chiesa di San Calogero ad Agrigento, ma da alcune tracce dell’antica costruzione rimaste sul muro ad ovest si può ritenere che l’edificio sacro venne o costruito o rifatto in quel modo, tra il XIII e XIV secolo. Da un documento datato 1540 in occasione della visita pastorale del vescovo Pietro d’Aragona e Tagliavia (1540-1543) nel quale si legge: “Ecclesia di Santo Caloyaro fora la ditta cità di Girgenti ……”.

Nel 1573, come si legge nella richiesta di fondazione della “Confraternita di S. Calogero“, uno dei punti era quello di ampliare la chiesa di S. Calogero che appunto esisteva fuori delle mura della città.

Altro documento, datato 1765, ci informa che attorno la chiesa e all’eremo, si estendeva un piccolo giardino che apparteneva alla “venerabile chiesa di S. Calogero” e confinava con le grotte, forse abitate da qualche eremita.

Nel 1863, il complesso calogeriano, vide sorgere un’insperata primavera pastorale-artistica in quanto fu affidato ai frati Francescani che dovettero cedere il convento di S. Vito per essere stato trasformato in carcere.

I Frati trasformarono l’eremo in conventino e arricchirono la chiesa collocandovi una statua marmorea della Madonna, di scuola gaginesca, un Crocifisso ligneo del ‘600, attribuito al Pintorno, e statue di S. Diego, San Pasquale e S. Vito.

Nel 1866, a seguito delle leggi eversive, i Francescani dovettero lasciare in complesso anche se a loro restò la custodia del tempio.

Il 4-11-1925 il Comune di Agrigento vende, con regolare atto pubblico, alla Cattedra Ambulante di Agricoltura l’intero ex convento di S. Calogero, l’Amministrazione della Confraternita dell’epoca non può fare altro che adeguarsi e vedere la fine dell’eremo di S. Calogero lasciando a servizio del Santuario solo la Sacrestia, il locale del rettorato e l’ingresso lato ovest.

Attorno alla chiesa e al convento o eremo, c’era anche un giardino che apparteneva alla chiesa e confinava con le grotte come si legge in un documento del 1765: “Su per quodam antro hodie stazzone, posito extra moenia buius civitatis, prope viridarium Venerabilis Ecclesiae S. Calogeri ” e cioè: ” Sopra una certa grotta, oggi stazzone, posta fuori le mura della città, vicino al giardino della venerabile chiesa di S. Calogero “.

Qualche anno prima, nel 1757, si notava: ” Ventidue tarì, da Mastro Giuseppe Bisaccia venduti, si renderanno da mastro Pietro Marturella sopra lo stazzone collaterale al giardino della Chiesa di S. Calogero fuori la Porta di Ponte di questa città “.

Tradizionalmente chiamate “Grotte di San Calogero” si estendevano sul lato est del Santuario, erano in tufo arenario ed erano adibite a vari usi, non sembra, quindi, che siano state considerate come luogo di abitazione del Santo, anche per il vario uso a cui sono state destinate.

Più probabilmente, invece, si deve ritenere come vera grotta del Santo il posto dove sorge la chiesa, sia perché faceva parte di tutto il complesso speleologico e quindi fu preferita per l’erezione del tempio, il tutto in analogia agli altri luoghi di venerazione dove si è edificato sulla grotta o nell’area di essa o nelle sue immediate vicinanze.

Probabilmente, parte della grotta fu occupata dall’eremo, il quale era piccolo e, forse derivava dall’ampliamento della casa del cappellano di cui si parla nei documenti del secolo XVI° e doveva servire agli eremiti calogeriani che custodivano la chiesa.

Oggi il Santuario di San Calogero, per lo sviluppo della città, si viene a trovare al centro di essa ed è unica chiesa disponibile a quei fedeli che vogliono rivolgere una preghiera a nostro Signore.

Da sempre il Santuario per il suo suggestivo ambiente di raccoglimento e di devozione calogeriana è preferito quale luogo ideale di celebrazioni liturgiche e molti sono gli incontri che si svolgono durante l’anno per le più svariate celebrazioni.

Pur nella sua logistica centralità è interessante poter constatare che, in quei momenti il tempio calogeriano si trasforma in una oasi di serenità e di pace con Dio, anche se tutt’attorno continua a svolgersi la vita frenetica di ogni giorno.

Categoria: Senza categoriaTag: agrigento, agrigento racconta, agrigento storia, girgenti, san calogero

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