GIRGENTI. – Città nel Val di Girgenti, popolata da 15,000 abitanti. Sede vescovile e di una gran corte criminale. Posta sul pendio di un alto colle in riva al fiumicello d’egual nome, poco più distante di un miglio dalla spiaggia del mare in vicinanza dell’antica Agrigento, con un porto ed alcune fortificazioni.
Dal porto, come pure alla distanza di alcune miglia in mare, la città offre un maestoso aspetto come Genova e Napoli, poichè nessuna cosa è nascosta l’una all’altra. Il suo interno non corrisponde all’amena vista che offre il prospetto; le case sono basse e piccole, le strade irregolari, strette e ripide.
La cattedrale ed il convento di s. Nicola sono i principali e più notevoli suoi edificii; la pubblica biblioteca ed il medagliere sono i principali istituti letterarii, e tali edifici i sono gli unici costrutti con buon gusto ed adornano una bella piazza, la quale fa maravigliare chi la contempla.
Questa città ridotta a sì poco numero d’abitanti, mentrechè altrevolte era la prima città di Sicilia dopo Siracusa, e ne annoverava ottocento mila. Il loro tempio di Giove Atabirio era uno de’ più grandi della Grecia, e per le imponenti rovine, con ragione chiamasi il palazzo de’ Giganti, e sono quanto mai si possa immaginare di grandioso e di colossale.
I templi di Ercole, di Giunone Lucina, di Venere, di Castore e Polluce non la cedono in ampiezza e magnificenza a quello di Giove; queste preziose gemme dell’antichità; esistono in vicinanza a Girgenti vecchio.
Si arriva nulladimeno alla moderna meschina città per una via interamente fiancheggiata da alti aloè, e qua e là veggonsi quasi ad ogni passo maestose rovine, scorgendovisi gli avanzi di un teatro, di un foro, edi un laberinto.
I tempii d’Esculapio, di Proserpina, di Vulcano e della Concordia offrono tutt’ora un imponente aspetto architettonico, ciascheduno di essi ha un buon numero di colonne ancora a suo luogo. Il bel tempio della Concordia lungo centoventidue piedi e largo cinquantadue, fu convertito in chiesa titolata a s. Gregorio ove conservasi il corpo di questo santo; dappertutto vi si scorge eleganza e giuste proporzioni. Fu patria del filosofo Empedocle, di Acrone, di Creone, di Xenocrate, e la sede del crudele Falaride. Nella cattedrale vi è un notabile e curioso eco ed un ben scolpito sarcofago greco, che ora serve di vaso battesimale.
I dintorni di questa città sono fertilissimi, nè passeremo sotto silenzio, le sue copiose miniere di zolfo.
Girgenti in NOVISSIMA GUIDA DEI VIAGGIATORI IN ITALIA E NELLE PRINCIPALI PARTI D’EUROPA
MILANO, 1844