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Agrigento, origine e primi sviluppi dell’antico museo civico

16 Ottobre 2020 //  by Elio Di Bella

una sala del museo civico di Agrigento

Un forte impulso per l’attività del Museo Civico di Girgenti arrivò solo nel 1926 con la nomina del prof. Francesco Sinatra a Ispettore onorario degli scavi e dei monumenti di Agrigento.

Fu merito di Sinatra nominare Conservatore del Museo il prof. Giovanni Zirretta, insegnante di storia dell’arte nel locale Liceo Ginnasio “Empedocle”, intuendone subito le grandi capacità organizzative.

Quelli furono gli anni del massimo sviluppo per il Museo Civico, complice, fra l’altro, l’amore che l’antica Agrigento seppe suscitare nel capitano inglese Alexander Hardcastle.

Il capitano non solo stabilì la sua residenza ad Agrigento, ma a spese proprie diede impulso a importanti campagne di scavo archeologico, sotto la direzione scientifica del giovane – ma assai promettente – archeologo Pirro Marconi.

Il capitano si impegnò, inoltre, in opere di valorizzazione della valle e di risanamento dello stesso Museo Civico. 


Proprio il rinnovato interesse per il Museo e per l’antica storia di Akrágas favorì la raccolta di consensi e successi, tanto che numerosi mecenati iniziarono a far dono delle loro collezioni al Museo.

Gian Battista Giuliana donò una raccolta di vasi preistorici provenienti da Naro, mentre Antonio Giuffrida, oltre a partecipare al recupero di un prezioso cratere a fondo bianco, capolavoro oggi esposto al Museo, donò una ricca collezione di reperti provenienti da terreni di sua proprietà.

Nel frattempo, l’amministrazione dello Stato si stava evolvendo: nel 1939 fu istituita la Soprintendenza alle Antichità di Agrigento, con giurisdizione pure sulla provincia di Caltanissetta, cui in seguito si sarebbe aggiunta anche Enna.

Categoria: Agrigento Racconta

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