Distrutta Acragante dai Cartaginesi (406 a.C.), gli Acragantini furono mandati dai Siracusani ad abitare Leontio come loro nuovo domicilio. Pur in questa condizione di precarietà essi conservarono la tradizione della loro grandezza ed iniziarono l’opera di ricostituzione.
E quando Dionisio vinse i Cartaginesi guidati da Imilcone nel 393 a. C., Acragante si trova alleata al tiranno siracusano. Quando poi, nella 103a Olimpiade (368 365 a. C.), si intorbidirono le acque per le incursioni dei Cartaginesi nei territori greci e si preparò una nuova guerra, Acragante e Siracusa, con alcune città alleate, misero sotto il comando di Dionisjo trecento legni da guerra oltre a tremila pedoni e tremila cavalli. Però la guerra non ebbe luogo.
Dopo la parentesi del demagogo Dione, che travolse gli Acragantini nel turbine politico sino alla rottura dell’ alleanza con Siracusa della quale riuscì ad impadronirsi, il territorio acragantino fu invaso dai Cartaginesi, quando il corinzio Timoleonte, approdato in Sicilia nell’anno 345 a. C., scaccia da Siracusa Dionisio il giovane e riceve gli Acragantini in alleanza. Nel 340, presso il fiume Crimiso, Timoleonte insieme agli Acragantini ed altri alleati sconfiggono i Cartaginesi. Per tale vittoria Acragante coniò una medaglia con due aquile.
Timoleonte fu un vero ristauratore di Acragante tanto che essa, riacquistata una nuova prosperità, cominciò a pensare all’autonomia non soltanto propria, ma della Sicilia tutta, non ancora infatti libera dai Cartaginesi, Ma nel 337 Timoleonte cessò di vivere.
In una medaglia dell’epoca di Timoleonte, posseduta dallo storico Picone, fu rappresentata l’aquila sul capitello ionico, con la scritta Akraghen invece di Akragan. Forse da quel tempo, come dice il Picone stesso (vol. I, pag. 282), cominciò riflessione del nome di Acragante inquello di Agrigentum.
Nel 3° decennio del III secolo a. C. in Acragante troviamo il tiranno Finzia. Egli oppresse gli Acragantini, distrusse Gela e mandò gli abitanti di questa, ultima e popolare città, la nuova città da lui fondata, dal suo nome chiamata Finziade (Licata). Sorge così l’altra città marina nel territorio (oggi provincia) di Acragante,
La città di Licata, che cominciò col chiamarsi Finziade e successivamente ebbe il nome di Al-Kat per assumere poi il nome attuale, quella che più d’ogni altra, fra nostre città costiere, conservò e conserva tenacemente la tradizione marinara.
Essa ebbe gran parte nella battaglia navale dell’Ecnomo, castello degli Acragantini prossimo a Gela. Questa battaglia fu vinta dall’armata di M. A. Regolo e Manlio Vulsone, contro quella cartaginese di Amilcare e Annone figlio di Annibale, nel 255 a. C. (cfr. Picone, pagi 260). Fu teatro di una grande battaglia navale furono le sue acque nel 249 a. C., battaglia vinta dal cartaginese Cartalone contro i Romani.
Ma riprendiamo la trama con Agrigento. Per combattere i Cartaginesi, gli Acragantini chiesero aiuto a Pirro, genero di Agatocle. Egli approdò in Sicilia, nel 276 a. C, ed insieme con gli Acragantini occupò Azone (Castello di Mazaro) ed Eraclea; poi prese Erice e sottomise Panormo e i Mamertinii. Ma Pirro vagheggiava il disegno di passare] in Africa, e si accinse ad armare le moltissime navi che aveva raccolte durante le vittorie conseguite a fianco degli Acragantini; cominciò però a deporre la mitezza dei costumi, trasformandosi in despota, per cui Acragante e parecchie città dell’isola si dissero contro di lui e si misero nelle mani dei Cartaginesi.
Pirro, poi, venne espulso dall’Italia per opera dei Romani.
Nel III secolo a C. troviamo Sosistrato che, sebbene coprisse la suprema carica di tiranno di Agrigento, fu organizzatore e condottiero di famose battaglie navali. Egli, come si dice nei Dizionario degl’illustri Siciliani, è il principale rappresentante di quella temporanea prevalenza assunta da Agrigento fra le città siceliote al momento della decadenza di Siracusa dopo la morte di Agatocle.
Successore di Finzia (il fondatore di Licata) ce invano tentato di fermare questa prevalenza contro il siracusano Iceta II, fu chiamato dai Siracusani proprio nel momento in cui allo sbandito Iceta era successo Terone. Sosistrato assediò Terone nell’isola di Ortigia; ma all’ improvviso apparve una flotta cartaginese composta di un grandissimo numero di navì che bloccò interamente Siracusa, tentandone la conquista.
Di fronte al comune pericolo, Sosistrato e Terone si conciliarono chiedendo aiuto a Pirro. Con tale politica si lira va a stabilire rapporti fra Siracusa e la costa orientale del mar Ionio.
Sosistrato segui Pirro nella spedizione contro i Cartaginesi; ma, durante l’assedio di Lilibeo, essendo sorto un malcontento fra gli alleati per ragioni finanziarie, Pirro odiato fece uccidere Terone; allora Sosistrato, in segno di protesta, si ritirò dall’ assedio. Con tale gesto, Sosistrato contribuì al fallimento della spedizione di Pirro in Sicilia, il quale, come abbiamo detto, venne poi espulso dall’Italia per opera dei Romani .
Nella la guerra punica, dopo la battaglia di Eraclea, gli Acragantini passarono sotto il dominio dei Romani, che, come abbiamo detto in precpdenza, nell’anno 255 occuparono pure ii castello Acragantino di Ecnomo.
Nel 215 a. C., Geronimo, successore di Gerone, stringeva alleanza con Annibale. Gli Acragantini tentarono di liberarsi dal dominio Romano, e vi riuscirono.
Ma, per le discordie intestine che diedero luogo ad un tradimento, la città di Acragante fu presa dal console Levino, che mandò prigionieri a Roma molti nobili e grande quantità di bottino e molte ricchezze, fra cui la statua di Empedocle che fu collocata innanzi Foro Romano.
Antonio Bruccoleri