L’istituzione della Scuola Marinara di Porto Empedocle, che in questo primo anno di vita si è affermata in un modo addirittura straordinario, ha suscitato in me il desiderio di studiare più da vicino la tradizione marinara della nostra provincia.
É un fatto strano (ma é un fatto) che prima dell’attuale Provveditore agli Studi Commendatore Napolitano nessuno abbia pensato all’importanza della nostra costa marittima da Licata a Menfi fino al punto di avere la necessità di far sorgere un centro di studi marinari. Ma ora che la scuola marinara è sorta è bene che i nostri concittadini, i quali pur dimostrano di comprenderne l’importanza fin dal suo sorgere, continuano a valorizzarla con piena conoscenza di causa, e perciò abbiamo concepito il proposito di divulgare la conoscenza della nostra tradizione marinara.
Agrigento, secondo Tucidide, fu fondata nel secolo VI avanti Cristo «da una colonia mandata da Gela (città sulla costa mediterranea), la quale alla sua volta aveva avuto origine da una colonia di Rodii e di Cretesi. Come si vede, i primi agrigentini furono navigatori venuti da città marittime e da isole lontane. I famosi templi agrigentini sono vicini lai mare.
Agrigento fu la sentinella avanzata che contrastò con i Cartaginesi per la potenza marinara.
Nel 480 avanti Cristo Terone di Agrigento, insieme con Gelone di Siracusa, sconfisse i Cartaginesi nella battaglia di Imera. Ma dopo alcuni decenni, nel 406 av. Cristo, Agrigento ebbe la peggio e rimase distrutta insieme a Gela. La sorte di queste due potenti città fu però comune anche nella rinascita: infatti entrambe sarebbero state insieme ripopolate da Timoleonte dopo la battaglia al fiume Crimiso, nel 338 a. C.
La città primitiva, Acragante, era situata sulle rive del fiume omonimo. Pindaro disse che questa «più bella città dei mortali», si trovava situata «in riva all’erboso Acragante». Empedocle (nato verso il 483 av. Cristo; nel poema delle Purgazioni, rivolge agli Acragantini questo saluto:
«Salvete o amici della gran cittade, e della rocca abitatori, in riva dell’Acragante, alle bell’opre intesi». E alla foce del fiume, scrive Picone nelle Memorie storiche, gli Acragantini « costruirono un Porto, di cui si vedono tuttora gli avanzi quando il mare è tranquillo, ed un borgo, detto I’Emporio descrittoci da Strabone (lib. XV). In quell’asilo, sicuro ai commerci nazionali e stranieri, fondavasi una delle precipue cagioni della pubblica nostra prosperità
E’ controversa l’opinione sul sito del « porto»
Alcuni – tra i quali il Picone – sostengono che lo scalo marittimo di Agrigento fosse sulla spiaggia che oggi è denominala «S. Leone» altri affermano che uno scalo vero e proprio non fosse possibile, se non nell’attuale « Porto Empedocle ».
Comunque è certo che Agrigento nelle sue origini fu città marinara, ed il commercio principale di essa « si svolgeva con Cartagine ».
Diodoro Siculo scrisse
Diodoro Siculo, nel cap. 15 del Lib. XIII, scrisse : « Gli Agrigentini hanno vigneti di ampiezza spaziosissimi e di amenità egregia. La parte massima del loro paese è coperta di olivi dei cui frutti, in olio e in natura, «andavano a far mercato a Cartagine», perciocché a quel tempo in Africa coteste piante non ancora si coltivavano, e per tale via guadagnavano immense somme
Strabone (lib. VI), dopo aver descritto lo stato di abbandono in cui si trovava la Sicilia « dal Pachino al Lilibeo» nei primi tempi della denominazione romana, scriveva che tra le poche vestigia dell’antica grandezza “ vi è rimasto pure l’Agrigento degli Ioni e la stanza delle navi.
Che la potenza di Acragante fosse veramente grande si rileva da tanti documenti; basta solo pensare che Falaride, tiranno di essa, nel VI secolo avanti Cristo concepì l’idea di conquistare tutta la Sicilia (idea condivisa più tardi dai Tiranni di Siracusa) per salvaguardare l’isola dal pericolo punico.
E per tenere fronte a tale pericolo la potenza marinara di Acragante doveva essere abbastanza grande; Empedocle, nel V secolo av. Cristo, parlando del « porto » di Acragante disse “ augustissimo porto „.
Tucidide, nel libro VI, accenna a sette città doriche siciliane (fra cui era Acragante) città che erano fornite di navigli, dei quali fu mandato un contingente a Siracusa nella guerra contro Trasibulo. E che il naviglio di Acragante fosse abbastanza importante si desume dal fatto che esso era destinato “ a proteggere un’importante marineria mercantile, che esportava dal suo Emporio nella vicina Cartagine e in altri paesi copiose derrate. E’ interessante notare, a tal proposito, che il porto d’ Acragante era l’unico della riviera meridionale della Sicilia
Antonio Bruccoleri