Lo storico Carmelo Antino, in un suo recente libro sulla nobile e potente famiglia dei Chiaramonte, che dominò anche ad Agrigento nel XIV secolo, si è soffermato sul blasone chiaramontano e in particolare sul blasone col monte a cinque cime.

Scrive Antinoro nel testo intitolato “Guillem de Claramunt. Patriarca dei Chiaramonte nel Regno di Sicilia”: “La motivazione sulla introduzione, nel Regno di Sicilia, da parte dei Chiaramonte, del blasone col monte a cinque cime in sostituzione di quello catalano col monte gigliato, affonda le radici nella contesa tra il re Giacomo II d’Aragona e il fratello Federico, per la corona del Regno di Sicilia.
Fu subito dopo il 1305 che i Chiaramonte, sicuramente per costrizione, nell’impossibilità di far rientro in patria, cambiarono lo stemma col monte gigliato con quello a cinque cime”.(pag.137)
Lo stemma è stato individuato nella Chiesa di Santa Maria dei Greci, presso il Duomo di Agrigento. Antinoro precisa infatti: “nella chiesa di S. Maria dei Greci sono presenti testimonianze riferibili al periodo iniziale dei Chiaramonte, che giustificano la presenza dello stemma catalano nel portale d’ingresso”(pag. 138).
Inoltre: “L’abbazia di Santo Spirito di Agrigento, voluta da Marchisia Prefolio verso la fine del 1200, con molta probabilità residenza agrigentina originaria dei Chiaramonte, prima della costruzione dello Steri, contiene elementi di pregio i cui simboli richiamano il legame con la Catalogna, coi templari e con l’ordine dei Teutonici. Il simbolo che, più di ogni altro, richiama il rapporto della famiglia con l’ordine del Tempio è il bassorilievo esistente sul portale principale all’interno del chiostro. Si tratta di una lastra lapidea intagliata con una nicchia cordonata da una trentina di rose a cinque petali. All’interno della nicchia, ritroviamo il monte a cinque cime – simbolo della casata, oggi molto logorato e poco leggibile – da cui si erge una croce gigliata con 12 petali che, dopo la croce patente, più di ogni altra cosa caratterizza, come una firma, l’ordine del Tempio (f. 74-75). La croce si staglia sopra il monte a cinque cime con quattro bracci uguali, ognuno terminante con il giglio a tre petali; 4×3 = 12… Dal portale con la croce gigliata si accede ad un locale dove è presente una cappella con due stemmi della stessa foggia, a presidio di una tomba a pavimento”.(pag.152)
Nel suo testo l’ottimo Carmelo Antinoro pubblica anche diverse foto che bene illustrano quanto espone. Infine fa riferimento all’ospedale dei cavalieri teutonici, “la cui presenza in Agrigento è accertata nel 1215, quando il vescovo Urso concesse la chiesa di San Giovanni Battista, all’interno delle mura della città, ad Enrico da Taranto maestro dell’ordine del Tempio di Sicilia. Successivamente i teutonici accanto alla chiesa costruirono un ospizio per dare ospitalità ai pellegrini che durante i loro viaggi cercavano un luogo sicuro dove sostare. Nel 1339 Giovanni I Chiaramonte, per devozione nei confronti della Maddalena, ampliò magnificamente la chiesa, elevandola pure a precettorio, e vicino all’ospizio, a ridosso della porta di Ponte, fondò un ospedale dell’ordine di San Giovanni dei soldati di Gerusalemme, dotandolo di alcuni feudi e di laute rendite… Sulla porta maggiore dell’ospedale era presente un bassorilievo raffigurante un agnello con la bandiera spiegata del glorioso San Giovanni” (pag.156). Di quest’ultimo bassorilievo però Carmelo Antinoro non ci fornisce alcuna immagine. Proprio mentre leggevo queste righe mi sono ricordato di avere trovato sul web alcuni disegni del portale dell’ospedale di Agrigento in cui possiamo ammirare non solo l’agnello con la bandiera spiegata, ma anche il blasone col monte a cinque cime. Elementi che confermano che fu un Chiaramonte, in questo caso Giovanni I a costruire l’ospedale. Nei disegni che raffigurano il portale dell’ospedale agrigentino troviamo anche un blasone con una croce gigliata con 12 petali.

Carmelo Antinoro sostiene inoltre di avere “ constatato che gli stemmi delle due famiglie Claramunt e Pujades, in varie circostanze sono rappresentati con le stesse fattezze”, ma di avere “ la certezza nell’attribuzione degli stemmi nell’agrigentino ai Claramunt e non a Pujades” e indica dettagliatamente le ragioni di questa sua certezza. Tra queste ragioni ne indica una di carattere artistico “l’uso del portale a sesto acuto non era più in auge” quando i Pujades arrivarono ad Agrigento. Ebbene i disegni a cui ci riferiamo, mostrano un portale a sesto acuto di chiara origine chiaramontana.
Di seguito le immagini che abbiamo trovato sul web





Si tratta di disegni di Friedrich Maximilian Hessemer scrittore e architetto, noto per i suoi resoconti di viaggio del Grand Tour. Arrivo in Sicilia nel 1829 e fece tappa a Girgenti. Era particolarmente interessato allo studio degli archi a sesto acuto gotici. Nalla prima foto immagine vediamo l’agnello con la bandiera spiegata simbolo del glorioso san Giovanni; nell’immagine successiva una sezione del portale ed è evidente in alto a sinistra il blasone con la croce che si staglia sopra il monte a cinque cime con quattro bracci uguali, ognuno terminante con il giglio a tre petali; abbiamo poi un disegno che riproduce per intero il portale fornendoci anche delle misure. Il portale presenta un arco a sesto acuto; infine mi sono permesso di riprodurre i blasoni con il monte a cinque cime che sono ben evidenti sotto l’agnello.
A tutto ciò segue anche la riproduzione di due immagini relative allo stesso portale, realizzate dal pittore tedesco Anton Hallman che visitò Girgenti nel 1835

