Con decreto del 31 dicembre 1809, Ferdinando III Borbone re di Sicilia (alias Ferdinando IV Borbone re delle Due Sicilie esiliato a Palermo) abolì il sistema di “pesi e misure” (risalente ai capitoli promulgati da Federico e Alfonzo V di Aragona, conforme alle prammatiche pubblicate nel 1731, 1756, 1758 ecc), che venne sostituito con un nuovo sistema di misurazioni valido per tutte le città siciliane.
Il sovrano istituì anche l’apposita deputazione per il controllo e l’adozione del nuovo sistema computistico.
Nel decreto si specificò la nuova corrispondenza dei valori delle misure di lunghezza, di superficie, di capacità degli aridi e dei liquidi ed infine dei pesi.
La successiva modifica avvenne nel 1839 con l’introduzione del moggio che rivalutò alcuni valori, poi soppressi con la legge del 28 febbraio 1861, con cui si adottò il sistema metrico decimale in tutte le regioni del regno d’Italia. Gli agrimensori e le categorie commerciali ed artigiane si attennero a computare i valori del sistema metrico decimale già adottato in Francia e si stamparono manuali comparativi tra le abolite misure e grandezze con le nuove introdotte.
Sovente, tali manuali sono consultati dal ricercatore e dallo studioso archivistico per raffrontare le antiche misure con il sistema metrico per periodi anteriori il 1809 e così operando, attribuisce equivalenze non adatte soprattutto alle misure di capacità dei liquidi, degli aridi e delle superfici e sarà oltremodo inesatto il computo di vasi di tipo “cinquantina, ottantina e centinaia” recipienti di liquidi.


