Abbozzo di un catalogo di manoscritti arabi della Lucchesiana offerto all’illustre municipio di Girgenti da Michele Amari.
Avvertenza
Quand’io nella primavera del 1868, andai in Girgenti, richiedeva, la prima cosa, dei Msc arabi della Lucchesiana, mi godè l’animo all’intendere che l’autorità municipale avesse presa cura di quelli della biblioteca tutta, la quale racchiude di molto buoni libri ed una collezione di monete greche, romane, dilapidatasi nei tempi addietro. I codici arabi abbandonati da lungo tempo all’umidità e alle tarme, si rilegavano appunto in quel tempo, e in alcuno si lavorava a imbracchettare ed anco a infenestrare i fogli disciolti e corrosi. Al che vegliava con amore, l’avvocato Giuseppe Picone, autore delle Memorie storiche agrigentine; il quale, con l’audacia stessa che la generazione passata ammirò nel pubblicista siciliano Rosario Gregorio, studiava l’arabico da sé e cominciava persino a leggere i testi a penna.
I gentiluomini che reggevano le cose del municipio, in loro ospitale e benigna accoglienza, mi favorirono ancora di darmi a casa tutti codici arabi durante il mio soggiorno in Girgenti: così, in meno di una settimana ebbi agio, di studiarli, non dico, ma di rifrustarli e notarne molte cose.
S’io non trovai come sperava, ricordi storici sui musulmani dell’isola, me ne consolai alquanto con le importanza di molti codici: l’opera filologica s’di Ibn – el – Kultiia, completa, corretta, antica e bella copia, alcune compilazioni di tradizioni; tre commentari del Corano, e una ventina di trattati giuridici secondo la scuola di Malek seguita in Spagna, in Sicilia e fino a oggi in Affrica: che sarebbero proprio un tesoro, se parecchi volumi non fossero scomparsi ed indi incomplete le opere. Inoltre qualche volume contiene delle notazioni di fatti storici e di biografie.
Dipoi antichi codici, perché più della metà sono anteriori al XVI secolo: e questi tutti copiati in Spagna, come si vede dalle soscrizioni, quando ven’ha, e sempre dalla carta e da’ caratteri. Due poi (n. VI e VII) appartennero a biblioteca pubblica o religiosa della Spagna cristiana. I moderni, dei quali l’ultimo torna al 1599, sono affricani: e per certo alcuno degli antichi passò per le mani di qualche giurista affricano del XVI secolo.
Cotesta collezione Lucchesiana, piccola ma buona, non è nota altrimenti che per le notizie datene dal signor Mortillaro, nell’elenco dei codici arabi serbati in tutte le biblioteche di Sicilia, che si legge nelle sue Opere, vol. III, Palermo 1846, pag, 194 ssg. Ma un elenco non è un catalogo: inoltre, in quello del Mortillaro occorrono di molti sbagli, sia che egli abbia compilato da sé su i Msc strasse le notizie da qualche codice della Biblioteca comunale di Palermo.
Quanto a me, io non prometto un lavoro come ben so che andrebbe fatto. Chi ha pratica di queste cose intende che in pochissimi giorni non si compila un catalogo, né pur di trenta codici, quanti ne ha la Lucchesiana.
D’altronde in Girgenti mi mancavano i libri, né in Firenze ho io alle mani tutti quelli che farebber uopo: i nuovi cataloghi, dico, delle collezioni europee, sendo ormai insufficienti quelli dei secoli passati; le opere bibliografiche, biografiche e storiche, pubblicate e qualche Msc almeno di biografie speciali. Le citazioni ch’io farò mostrano quanto sia scarsa la suppellettile che abbiam qui, sia de’ miei propri libri, sia di quelle della Nazionale.
E, però, invece di presentare un catalogo stampato, ne do’ un abbozzo in autografia; il quale, incominciato in Girgenti, ho ripreso e ultimato in Firenze. Io l’offro al Municipio Agrigentino per riconoscere la cortesia fatto a me stesso e la sollecitudine dimostrata a favor della Lucchesiana. Il mio lavoro sarà, com’io spero, un giorno corretto e accresciuto da altri, e intanto potrà servire per manco male a chi volesse saper precisamente che cosa si trovi in quei Msc.
Non debbo passare sotto silenzio che il municipio di Girgenti, con liberalità degna di un paese civile, mi ha testé mandati a Firenze i Msc numeri VI e VII ch’io ho chiesto in prestito per osservarli meglio; e che il Signor Picone, progredendo sempre nei suoi studii, mi ha fornite le note bibliografiche del msc XXI ed ha fatta una lista dei Msc, dalla quale io tolgo il numero delle pagine che non ebbi tempo di contare in tutti volumi, quind’ io li percorsi.
Firenze, 7 settembre 1869
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