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barone antonio mendola

Una lettera del barone Mendola di Favara a Charles Darwin e la risposta dello scienziato

3 Dicembre 2022 //  by Elio Di Bella

Antonio Mendola  è nato Favara il 17 dicembre 1828 e anche a Favara è deceduto 18 febbraio 1908 è stato un nobile, letterato, ampelografo, filantropo, politico e scrittore  

Da Wikipedia:  “Pochi sanno che il barone Mendola ebbe una breve seppur intensa corrispondenza con il celebre naturalista britannico Charles Darwin, attraverso una lunga lettera che inviò a Darwin il 29 dicembre 1879, non appena seppe del trattato de L’origine delle specie scritto da quest’ultimo.

Il contenuto della lettera non ci è dato sapere per intero, ma sommariamente il barone, dopo diversi esperimenti, si mostrava in disaccordo su alcuni punti, dicendo sostanzialmente che il corno di un vitello sepolto in un campo mette le radici o ancora che i capelli di un mulo incubati nell’acqua prendono vita. Darwin gli rispose con un’altra lettera, datata l’8 gennaio 1880, ringraziandolo per il suo contributo e promettendo che attraverso più attente osservazioni, anche grazie al materiale che gli avrebbe inviato lo stesso Mendola, poteva prendere in degna considerazione le tesi cui asseriva il barone Mendola”.

Ecco la lettera a cui si accenna su Wikipepedia

Egregio Sig Darwin,

Credo utile alla scienza, ed a voi forse non dispiacevole, palesarvi due fatti, che mi sembrano di molto rilievo.

Concimai nel 1877 (Ottobre) alcune mie terre cogli avanzi del publico macello, tra i quali eranvi corni di diverse bestie. L’inverno 1878 fu piovosissimo. Un corno di giovine vitello seppellito a circa 13 centimetri di profondità, mise grosse e numerose radici della forma e grossezza dello asparagio. Nell’ultima aratura di Maggio 1878 mi accorsi dello strano fenomeno per la resistenza incontrata dall’aratro, peroché io seguivo il bifolco per diletto. Raccolsi subito il corno radicato, che conservo integro.

Chiedo il permesso d’inviarlo a voi. Qui alcuni professori reputano sia un caso di parasitismo. Io penso che nò. Deciderete voi, se mi ordinate di spedirvelo.

Durante la convalescenza d’una mia lunga e penosa malattia per caduta di carrozza, per ingannare i miei forzati ozi e per mezzo d’un mio amico scopersi un altro fatto che è verissimo e che mi pare meraviglioso.

Alcuni peli di vario colore, strappati con tutti i rispettivi bulbi dalla coda di alcuni asini muli e cavalli, furono posti dentro un gran bicchiere d’acqua comune, che si mutava in parti quasi ogni settimana. La temperatura della stanza addetta a questo sperimento oscillava da 10 a 12. grd. Reàmur—(2)

Questi peli senza perdere il rispettivo colore andavano ingrossando. Dopo circa 15 giorni cominciavano a muoversi. In capo a 34 giorni divennero animali perfetti, semoventi, individuati, con muso nero. (3)

Adesso mentre scrivo guizzano sul mio tavolo, spesso escono la testa e porzione del corpo fuor dell’acqua e aderiscono alla liscie pareti del bicchiere, o per respirare o per trastullarsi. La notte riposano e intorpidiscono a sera tardi trovo sporchezze ogni due o tre giorni come di limo nel fondo del vaso, forse sono dejezioni o trasudamenti. Sono questi nuovi esseri sensibili alla luce ed al calore.

Accostandoli alla vivida luce d’una lampada di petrolio, o circondando il bicchiere di ca⁠⟨⁠r⁠⟩⁠ta nera, bucata in un punto per dove si faccia entrare un raggio di sole, corrono dalla parte opposta. Perseguitati poi col raggio di sole concentrato da una lente (luce e calorico) sfuggono celeremente a seconda la intensità della concentrazione.

Non chiedo il permesso di spedirvi questi animati, perché da per voi stesso potete facilmente ripetere l’esperimento studiarlo in tutte le sue fasi, e produrre animalacci meglio fatti di questi chi io possiedo.

Da 10. giorni ho messo nell’acqua capelli e peli di barba e di pudende, umani— Sinoggi nulla vedo di movimento. Vanno pero ingrossandosi, segnatamente quelli della barba.

Scrissi questi fatti al Prof. Canestrini (4) in Padova per notificarveli e siccome no⁠⟨⁠n⁠⟩⁠ ho avuto risposta, mi sono azzardato ⁠⟨⁠  ⁠⟩⁠o non scienziato, e che non ho l’onore di conoscervi personalmente, a volgermi direttamente a voi.

Scusate se scrivo italiano. La mia ignoranza dell’inglese mi ci obliga.

Scrissi da qualche giorno a mio figlio studente del Politecnico di Stuttgart a a scrivervi in inglese questi fatti, perochè mio figlio conosce molte lingue anche orientali. Forse riceverete il suo scritto quasi insieme alla presente (5)

Perdonate alla mia arditezza.

Attendo vostri ordini ed il vostro preciso indirizzo per spedirvi la cassetta col corno radicato.

Accettate i miei ossequi e creditemi | Devotissimo | Barone Antonio Mendola

Il mio indirizzo in caso di risposta è il seguenti

Sicilia—Prov.ia di Girgenti | Favara

1             For a translation of this letter, see Appendix I.

2             12.5 to 15°C.

3             For recent debates about spontaneous generation, see, for example, Correspondence vol. 25, letter to G. J. Romanes, 23 May 1877 and n. 2.

4             Giovanni Canestrini.

5             Mendola’s son was Giuseppe Benedetto Mendola. No other correspondence about this case has been found.

La risposta di Darwin

To Antonio Mendola   8 January [1880]1

Down, | Beckenham, Kent. | (Railway Station | Orpington. S.E.R.)

Jany. 8th. 1879

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Dear Sir

I am obliged to you for your kindness in writing to me & for the specimens which you are so good as to offer to [send]. Your statements are so remarkable that I can assure you that no naturalist, without repeated & most ⁠⟨⁠care⁠⟩⁠ful observations with all the many chances of error avoided, would think them worthy of any consideration.—2 I am myself so much engaged on other work, that I cannot undertake the investigation, & therefore will not trouble you to send the horn.

I beg leave to remain | Dear Sir | Yours faithfully & obliged | Charles Darwin

1             The year is established by the relationship between this letter and the letter from Antonio Mendola, 29 December 1879. CD wrote ‘1879’ in error.

2             Mendola claimed that roots had grown from a calf’s horn buried in earth, and that hairs from the tails of donkeys, mules, and horses had come alive when placed in water (see Correspondence vol. 27, letter from Antonio Mendola, 29 December 1879).

fonte

Categoria: Storia ComuniTag: agrigento, barone antonio mendola, favara, sicilia

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