L’articolo raccoglie, in una esposizione d’insieme, considerazioni varie per un primo orientamento sulle necropoli agrigentine e testimonianze romane
Quando si parla delle condizioni di Agrigento in età romana, si pensa generalmente a un periodo di assoluta decadenza, nel quale la città, ch’era stata di un’opulenza e di un fasto senza pari, si vorrebbe ridotta a una vita modesta ed oscura, per effetto di una oppressione politica che ne mortificava lo spirito e ne paralizzava ogni modo .
Questo sarebbe anzi lo stato in cui versava I’intera Isola, che i Romani avrebbero sfruttata in tutti i modi, facendola rapidamente decadere da condizioni di civiltà e di benessere, quali non aveva forse conosciute nessun altro paese del mondo greco occidentale.
La verità è in gran parte diversa da questa visione delia storiografia tradizionale. La romanità della Sicilia, man mano che gli scavi archeologici sono andati rivelando monumenti del più grande interesse, in centri dove non si sarebbero quasi immaginati (ultime, ancora inedite, le belle scoperte di Centuripe, Piazza Armerina e Marsala), è apparsa altra cosa da quella che si era considerata finora» e se n’è già inizialo un processo di rivalutazione, che ha trovato nel Pace, pur tra le esagerazioni di una tesi a cui non è forse estraneo qualche spunto non perfettamente obiettivo, uno degli assertori più convinti ed efficaci.
Se si disponesse di mezzi finanziari adeguali, Agrigento potrebbe dire una parola anche decisiva su questo problema.
Ufficialmente di essa non conosciamo altro che i templi e i santuari dell’età greca. Dei monumenti del periodo romano soltanto qualcuno, per la suggestione delle sue forme ancora sostanzialmente elleniche, destò interesse in quello scavatore fortunato e febbrile che fu Pirro Marconi.
Di altri nessuno si è mai adeguatamente occupato; vorrei dire, nessuno li ha mai cercati, in un suolo che ne è certamente assai ricco, come dimostrano, oltre alle scoperte occasionali fatte qua e là nell’ area della città antica, un importante quartiere di case e tabernae recentemente scavato presso S. Nicola e taluni saggi da me compiuti due anni fa in quelle vicinanze per la definizione del sistema stradale ad esso relativo. Si aggiunga un grande magazzino ipogeico, a sala ipostila, che potrebbe anche essere una grande cisterna, in corso di scavo nella località Giacatello. Tutto questo sarà oggetto di relazioni dettagliate in sede adatta. Il presente articolo si propone invece di raccogliere in una esposizione d’insieme, che servirà a dare come un primo orientamento al riguardo, le nostre conoscenze sulle necropoli
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