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Agrigento, l’assalto francese alla città nel 1798

19 Luglio 2023 //  by Elio Di Bella

gli agrigentini circondano i francesi tra la chiesa dell’Addolorata e quella di San Francesco di Paola, li massacrarono prima che usassero violenza alle donne

Dopo l’avvento della rivoluzione francese e la formazione di un governo radicale (Convenzione) nel 1793, la Francia e il Regno di Napoli rompono i rapporti diplomatici, con la conseguente espulsione dei francesi dallo stato.

Nonostante tutto le idee giacobine si divulgano in tutte le città del Sud. Le opere di Voltaire erano le preferite. Nel 1794 con la morte del viceré Caramanico il governo del Regno passò nelle mani dell’Arcivescovo di Palermo e Monreale Monsignor Filippo Lopez Royo, che tanto operò affinché i “lumi della ragione”non trionfassero.

L’anno successivo, il 15 aprile si verificò il tentativo di rivoluzione per la ricorrenza della Santa Pasqua, affinché fosse proclamata una repubblica rivoluzionaria siciliana. Ma esso fallì e si concluse con la condanna a morte di 4 rivoluzionari ed il carcere a vita per gli altri 6.

Si ricordi che fra questi, nel piano di S. Teresa (Piazza Indipendenza) fu eseguita la condanna a morte dello storiografo F. P. Di Blasi. La nostra storia va inserita in questo contesto storico contraddistinto dalla lotta fra Controrivoluzione e Rivoluzione, fra fede e divinizzazione della ragione.

Essa avviene durante la spedizione d’Egitto di Napoleone (19/5/1798). Poiché la politica francese in Italia era fallita completamente, il Bonaparte pensò di attaccare l’Inghilterra nelle sue stesse colonie per danneggiarla economicamente.

Siamo a Girgenti (vecchio nome di Agrigento), dalle alture delle città gli abitanti scrutano la flotta rivoluzionaria e corrono subito allarmati ad armarsi con qualunque tipo di arma per difendersi da un eventuale attacco.

L’allarme dura tutta la notte. Si stabilisce che sono di passaggio e solo alcune navi si fermano per rifornirsi di viveri, specialmente di acqua. Perciò le intenzioni dei francesi sono solo commerciali, ma non è così. Una compagnia gira solo per la città e con tracotanza irrompono nelle varie taverne per bere, lungo l’odierna Via Garibaldi. I popolani sono rinchiusi nelle case sbarrate avendo paura per le loro donne. Molti fedeli recitano il rosario nelle chiese.

Solo le milizie delle corporazioni girgentine controllano il possibile. Infatti, dopo un po’i francesi presi dai fumi dell’alcool si lasciano andare ad azioni disdicevoli. Viene assaltato il Collegio di Maria e le orfanelle che stavano rientrando vengono assediate. Il portone sta cedendo. Le urla delle povere suore e ragazze si odono in giro.

Gli abitanti si fanno coraggio e circondano i rivoluzionari tra la chiesa dell’Addolorata e quella di San Francesco di Paola, li massacrano prima che usassero violenza alle malcapitate. Alcuni francesi riescono a salvarsi e imbarcarsi al Molo (Porto Empedocle), ma più di trenta soldati vengono passati per le armi. Le navi salparono in tutta fretta per raggiungere la flotta che già stava conquistando Malta, per poi passare in Egitto.

Bisogna aspettare la seconda guerra mondiale per assistere ad un avvenimento quasi simile.

Difatti a Xitta (Trapani) truppe marocchine quindi francesi, durante l’occupazione degli alleati importunarono delle donne cercando di usare loro violenza. Otto di essi vennero uccisi della folla inferocita. Questi avvenimenti spesse volte vengono ignorati dalla storiografia ufficiale, ma debbono essere conosciuti maggiormente per capire meglio i fenomeni storici.

Nota: Cammino N. 24 – I trimestre 2001

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento, agrigento racconta, agrigento storia, girgenti

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