
Prospetto di topografia di Girgenti, e de’ suoi contorni dal socio onorario GAETANO NOCITO, dottore in medicina. Seduta del 30 maggio 1838.
SIG. PRESIDENTE ORNATISSIMI SOCI
Nel secolo in cui viviamo lo spirito umano distinto pe’ progressi, che alle rurali scienze, ed economiche ha dato, lungi dal fermarsi in oggetti di semplice curiosità, o d’inutile risultato, ha osservato, ed analizzato per volgere all’utile ed al comodo degli uomini, tutto ciò, che come parto intellettuale si considera. Al quale obbietto illustri uomini hanno presso le incivilite nazioni rivolto la loro attenzione alle naturali condizioni del proprio paese, onde attingere dalla natura stessa, ogni durevole comodità di vivere.
La Sicilia , il più bel paese della natura , campo vastissimo di utili osservazioni, e di ricerche, fu nel trascorso secolo (sia pur detto con nostro rincrescimento) più dagli esteri, anzichè da’ nazionali, studiata, e nell’atto che non pochi furono tra nostri, che le memorie storiche di ogni tempo impresero ad illustrare, talchè ti suonano con gloria i nomi di Caruso, Mongitore, Di Blasi, Amico, De Giovanni, Torremuzza, De Gregorio, soli il Boccone, il Cupane , ed il Gioeni celebre autore della litologia vesuviana pella coltura delle naturali scienze figurarono. Appartiene al decimo nono secolo risvegliare l’attenzione degli esteri sulle lodevoli fatiche de’ dotti Siciliani, e come celebri monumenti di scienza saranno tenuti gli atti dell’accademia gioenia di Catania intenta ad illustrare lo stato fisico della nostra patria, le opere di uno Scinà, di un Bivona, di un Alessi, per parlare solamente di que’ toltici non ha guari dalla passata luttosa catastrofe. E già noi, osserviamo le produzioni artistiche, che in questo di a gara si presentano nell’Istituto d’incoraggiamento, migliorare nelle condizioni, e riuscire utili alla società, d’ammirazione agli esteri, e di sprone agl’ingegni Siciliani. Ma pur molto ancora abbiamo fare, ed in parte a noi, ornatissimi Soci appartiene. Ignoriamo i monti, le acque, i bitumi, le pietre singolari, ed altro, di che a dovizia abbonda, la nostra Isola. Ignoriamo l’indole, e la natura de’ terreni destinati all’avide speranze dello agricoltore; ed i bei ritrovati della chimica applicata alle arti, in poco, o in verun conto sono tenuti.
Non è però mestiere, che i vantaggi imprenda a dire delle scienze naturali relativi a’ progressi della agricoltura, e dell’industria del nostro paese, essendo l’istituto d’incoraggiamento, e le Società economiche organizzate dal clemente nostro Monarca per metterle in esecuzione, conoscerle praticalmente, e calcolarne, dirò così, i risultati.
Mio divisamento si è tener ragione di un prospetto di topografia di Girgenti, e de’ suoi contorni, come necessaria al miglioramento dell’agricoltura, dell’industria, e del commercio.— Descrivere l’indole, e la natura de’ monti, del suolo, delle acque, dell’atmosfera, e de’ terreni agrari, non che la cultura de’ nostri campi, e lo meglio, di cui è suscettibile, e quelle cose infine, che possono mostrarci lo stato fisico del nostro paese, sono gli obbietti della topografia.
L’illustre Domenico Scinà caldo d’amor di patria, portò a fine nel 1818 una topografia di simil fatta, di Palermo, e de’ suoi contorni. Nel 1824 fu primo concepimento dell’accademia gioenia di Catania, appena eretta ad onore del loro concittadino Gioeni, ed al decoro della Sicilia tutta, una topografia del più famoso volcano dell’Etna, concepimento grande, dottamente eseguito da que’ valenti uomini, che dagli scienziati di Europa in tanta venerazione è stato , ed è tuttavia tenuto. In Francia, in Inghilterra, ed in Germania, dove le scienze naturali a tutta possa si coltivano, le topografie sono quasi portate a compimento. Ed io dò a credermi non riuscire disacconcio il mio progetto innanzi d’ illuminate persone dalle cui fatiche può ottenersi ciò che tornerebbe al bene, ed al decoro della nostra patria.
Ma i lavori d’una topografia non sono agevolmente opera di un solo, perché di tutte le scienze bisogna esser fornito, e non poche sono le fatiche , che da persone occupate in serie professioni non si possono in particolare sostenere. Il concorso delle società economiche, quello de’ soci corrispondenti, possono con men di difficoltà promuovere lo studio delle locali topografie; e sì solamente potremo mano mano venire a capo di una topografia della Sicilia, che metterebbe un giorno la nostra bell’isola al rango delle pulite nazioni.
A procedere con metodo regolare e ad un’ora facile, sottometto i miei pensamenti al giudizio di voi tutti, ornatissimi Soci, onde venite di miglior foggia modellati dalla vostra saviezza.
E come la natura nell’immensità degli esseri ora è dominata da forze fisiche sottoposte all’analisi dell’antico, alle osservazioni del fisico, ed al calcolo dell’astronomo, come si osserva nella rude materia, ed ora da forze organico-vitali, che per la loro misteriosa maniera di agire eludono l’acume dei fisiologi naturalisti, come ne’ vegetabili, e negli animali, così andando dietro le leggi della natura stessa, converrà bene partire, e trattare la nostra topografia, in oggetti inorganici, ed in esseri organizzati. E perciò trattandosi nella prima parte della situazione geografica di Girgenti, o de’ suoi contorni, dell’indole, e della natura dei monti, dei suoli, dei terreni de’ nostri campi, delle acque, e dell’atmosfera; nella seconda remassi rivolgere la nostra attenzione su’ vegetabili, segregando que’ che nascono senza coltura, da quei che sono l’effetto dell’industria dell’uomo, onde più a lungo intertenerci sull’agricoltura , e sui mezzi di migliorarla; e così degli animali, se ne tralascerà la antropologia, scienza vastissima, coltivata da’ professori dell’arte salutare, si separeranno que’ che non fanno oggetto d’industria, e si volgerà il nostro studio su que’ che si governano, come suscettibili di migliorarne le razze, ed i prodotti.
Stabilire quindi gli oggetti, che ciascheduna delle anzidette materie comprende, e la maniera come nelle locali topografie si trattano le diverse parti, di cui il tutto si compone, è mio indispensabile dovere, come colui che ne dà solamente il prospetto.
Sarà determinata la geografica situazione di Girgenti, fissando i gradi di latitudine, e di longitudine a cui corrisponde, descrivendo la circonferenza del territorio col comprendervi i fiumi Agrigento, e san Biagio, e quel vulcano d’aria conosciutissimo dall’antichità, di cui Platone parla nel Fedone , e sotto l’araba parola di Macalubi oggidì da noi inteso. Ricercherassi ancora l’esatta distanza del nostro sito co’ punti principali dell’isola.
In trattando de’ monti, sarà nostra cura stabilire con osservazioni barometriche l’altezza del livello del mare, la distanza dal littorale, l’estensione, e la circonferenza; e volgendo la nostra attenzione sulla natura de’ materiali, di cui risultano, sulla giacitura degli strati, sul rapporto, che hanno col basso suolo, si deciderà a quale formazione geologica appartengono. Or i nostri monti terziari vasto campo offrono al geologo, al mineralogista, ed allo economista. Il geologo elevandosi ne’ trascorsi secoli, osserverà l’impero delle acque nella cima delle più alte delle nostre montagne. Farà vedere il mineralogista, in qual seno bisogna ritrovare lo zolfo tanto abbondante nelle nostre contrade, e dove gli strati argillosi; e sgombrando gli errori di qualcuno, che nel nostro laberinto, la di cui opera si riporta agli antichissimi tempi di Coccalo, ed a’ travagli architettonici del famoso Dedalo, crede osservarvi una Miniera , mosso dalla forma del varo, anzichè dalla natura stessa della roccia, toglierà l’idea di potersi ritrovare. metalli ne’ monti di arenaria – conchigliaria formazione. Nè vale a distruggere le leggi immutabili della natura il ricavare da queste rocce, mediante qualche chimico processo, tracce di ferro, o di qualunque altro metallo, perocchè da pertutto si trovano sparse le molecole metalliche, e ne esistono nell’organica mistione de’ vegetabili, e degli animali, e nessuno si è mai sognato rinvenire una miniera di ferro nel corpo umano, o in uno degli animali a sangue rosso, e calcio, ne’ quali havvene a dovizia. L’economista finalmente colle molteplici conchiglie, che da pertutto i nostri monti presentano, studierà sulle diverse specie de’ crostacei, alle quali apparteneano, e se tuttora n’esistono specie viventi ne’ nostri mari. L’uso poi che nelle arti fassi dello zolfo, dell’argilla, e delle pietre di fabbrica, troverà qui il suo luogo, e l’industria del nostro paese vi sarà trattata.
Passando alle pianure pria di occuparsi de’ terreni destinati all’agricoltura, uopo è studiare gli strati che si trovano al di sotto della terra vegetabile, onde osservarne la natura, e la loro formazione geologica. E su questo particolare, il suolo a mezzo giorno formato di tufo conchigliare, a strati inclinati verso il mare, come dalle pareti de’ fiumi, e da tanti scavi puossi agevolmente osservare, ci presenterà qualche diversità con quello di tramontana formato di calcaree, ed argillose materie, in mezzo alle quali esiste Macalubi , tanto bene descritto dal celebre Dolomieu, e di cui sarà lese descrivere il sito l’estenzione, la geognosiaca natura i getti di gas idrogeno carburati, il petroleo , e tutt’altro, onde poscia approssimarci alle cause morenti.
Lo studio de’ nostri agrari terreni di cotanta importanza per togliere l’empirismo, che appo noi regna nelle agrarie occupazioni, avrà per oggetto la loro scientifica conoscenza, e perciò se ne ricercheranno le tisiche, e chimiche proprietà, coll’esaminarne le dimensioni, la profondità, la diversa proporzione fra questi terreni, e le cagioni della limo alterazione, le quali potrebbero dipendere o dalla propria natura, come l’adesione più o meno forte delle molecole, la struttura più o meno porosa, la predominanza maggiore, o minore di parti sabbiose, argillose, e simili , o dall’azione degli agenti esterni, come le piogge, le nevi, i fenomeni meteorologici ed i materiali trasportativi dalli alluvioni. Per ottenere poscia l’analisi chimica di detti terreni , agevolmente vi si potrà riuscire, dove si han per norma le regole chimiche e che il celebro Dervi nell’arte. di preparare, e d’ingrassare le terre ha chiaramente stabilito.
Osservate meco la pianura di mezzogiorno cotanto deliziosa, e pittoresca, una volta dominata dalle acque nella sua geologica formazione, e poi col passar dei secoli, magnifico soggiorno de’ nostri padri, e le vicine colline sprovvedute nel loro dorso di humus, da non restarne, se non lo scheletro; vedete come le piogge di tempo in tempo trasportando dall’alto la terra vegetabile, e depositandola nella pianura, vi hanno reso la fertilità, e ben direte col Salitano Poeta sterilisque diu palus aptaque remis, vicinas urbes alii, et grave sentit aratrum.
Di tal maniera considerato il tratto terrestre, le acque richiamar dovranno la nostra attenzione, e le acque marine in primo luogo.
L’estenzione della nostra costa, la profondità del mare, e sotto quali venti si verificano le tempeste, che possono rendere pericoloso lo avvicinarvisi, non che l’influenza, che i corpi organici, ed il nostro bel clima ricevono dalla vicinanza marittima, sono gli objetti, che ad una locale topografia appartengono.
Delle acque sorgive parlando, si terrà conto dei fiumi, della loro origine, delle piene che nell’invernale stagione soffrono, e de’ ristagni, che nell’estiva si verificano, tanto nocivi alla salute di que’ che vi frequentano.
Le proprietà fisiche, e chimiche delle acque potabili, e non potabili, la loro origine, ed il rapporto che hanno colla vegetazione, e co’ bisogni dell’uomo, formano oggetti di non lieve interesse a trattarsi. Chi ignora in fatti quanto basti a’ bisogni domestici massime nell’estiva stagione, quell’acqua, ciò dalla vicina sorgiva a caro prezzo beviamo?
Quell’aria poi tanto salubre, che nel nostro bel clima respiriamo, e che favorita dalle altre topografiche circostanze, forma della rigida stagione una continuata primavera, è da noi ignorata nella sua fisica costituzione, dalla quale cognizione solamente possiamo rilevare influenza che sù i corpi organici, ed inorganici esercita. Si rende quindi indispensabile tener conto dello stato barometrico , termometrico, igrometrico, anemometro della stessa, segnandone il grado massimo, medio, e minimo de’ mesi , delle stagioni , e degli anni.
A tal fine ho posto la mia attenzione fin da gennaro 1837, notando tre volte al giorno l’altezza del barometro in pollici, e in linee francesi, i gradi del termometro, centigrado que’ dell’igrometro, la direzione dei venti, e lo stato del cielo; osservazioni meteorologiche, che formeranno oggetto di mia memoria per servire all’uopo nel topografico lavoro.
Dopo di essersi studiata di tal maniera la natura inorganica de’ nostri dintorni, che costituisce la prima parte della topografia, converrà elevarci alla conoscenza degli esseri organizzati. Il filosofo contemplandone la varietà, la loro inevitabile distruzione, e come dalla distruzione stessa ottengono vita nuovo organizzazioni, non potrà che ammirare la mano del creatore, di cui egli n’ è il capo d’opera.
La Sicilia, l’isola di Cerere, un di superba del nome di granajo d’Italia, dalle agrarie produzioni ritrae la sua ricchezza, e le carestie, che di tempo in tempo si sono verificate, riconoscono in parte la loro origine dalla poca conoscenza scientifica della agricoltura. Tuttora infatti o si sfruttano le terre coll’indefessa semina del grano, o si lasciano nell’inerzia col pregiudizievole uso delle maggesi, e negli strumenti, e macchine agrarie, che si adoperano, non si ha di mira l’indole dei terreni, nè il genere delle piante destinate alla coltura.
Nel più interessante ramo della topografia adunque dovrà trattarsi della preparazione delle terre, degli strumenti, e macchine agrarie più opportuni a’ nostri terreni, degli ingrassi fisici, o meccanici, e della coltivazione delle piante da vitto, da tiglio, delle fruttifere, delle economiche, di quelle da pascolo, e dell’esotiche , che potrebbero nel nostro bel clima germogliare. Di quelle piante poi, che nascono senza coltura, basterà rapportarne la classe, le specie, il loro uso igienico, o medicinale.
Chi non vede poi la necessità di migliorare l’industria, che verte sulle vegetabili produzioni ? L’ulivo, a cagion d’esempio, che ben si coltiva nelle nostre campagne, dà dell’oli impuri, perchè tuttora si usa la vecchia pratica di fare scaldare e digerire l’oliva a mucchi, pria di cavarne olio, e perché non si adoperano poche gocce di acido solforico, per rendere bianco al par dell’acqua, e senza odore l’olio il più impuro.
Finalmente, come compimento della topografia tratterassi degli animali, che fanno oggetto d’industria, e degli altri se ne noteranno le classi, i generi, o le specie. In parlando dei primi, ognun riconosce il bisogno d’intrattenerci sulla pastorizia, e sui vantaggi, che gli animali da pascolo ritraggono da’ prati artificiali; sulle razze de’ nostri bovi, e vacche, sul modo di allevare i vitelli, e così di tutti quegli animali, che interessano i bisogni dell’uomo.
Caderà poscia in acconcio parlare della coltura delle api, e della educazione dei filuggelli, insetti piacevoli, che alla delizia fanno riunire il guadagno, e che nelle nostre contrade potrebbero prosperare, e formare oggetto d’industriosa speculazione.
In ultimo luogo riuscirà utile, ed in un dilettevole, della caccia far motto, e della pesca delle diverse specie di animali.
Così trattata, o signori, la topografia del nostro paese, indispensabile, anzicchè utile si rende a’ progressi dell’agricoltura, dell’industria, e del commercio. Ed in vero, solo le dotte teoriche sono di futile resultato, dove si pone in non cale la cognizione dello stato fisico naturale de’ nostri contorni, cognizione necessaria, onde le dottrine subissero un’utile applicazione. Qual vantaggio, a cagion d’esempio ritrarrebbe quel medico dalla forza del perù, se ignora le febbri, che sono suscettibili d’esser troncate ? Nelle topografie classificando i terreni, avran luogo le considerazioni, sugl’ ingrassi fisici, e meccanici, se ne potrà migliorare la natura versando materie argillose in un suolo sabbinoso, e calcare; sostanze sabbinose ne’ terreni argillosi; calcaree ne’ pingui, negli argillosi, e in quei di fresco disboscati; vedremo quali strumenti, e macchine agrarie, la condizione del terreno richiede; calcoleremo l’influenza degli agenti meteorologici; e così passando alla scelta delle piante, diremo col Mantovano poeta: Illic segetes, illic veniunt faelicius uvae arborei foetus abbi, atque injussa virescunt gramina.
L’industria del nostro paese, seconda fonte della ricchezza d’ogni nazione, riceverà uno impulso, tanto sulle produzioni che dal regno minerale si ottengono, come di quelle, che dall’organico si ricavano.
Nelle topografie infatti descrivendosi le belle miniere di zolfo, caderà in acconcio occuparci dell’uso dello zolfo nelle arti, e della soda artificiale, secondo il processo di Leblane, già tanto usato in Francia, la cui invenzione segna un’epoca nella storia dell’industria umana, e che ci ha fatto venir meno la ricerca della soda naturale; sarà al proposito dire qualche cosa sulla fabbrica dei saponi duri colla soda naturale o artificiale, sulle vetrerie, che potrebbero presso noi aver luogo; stantecchè si ha pena nel vederci presentare dall’estero queste produzioni, i di cui materiali fornisconsi dal nostro suolo.
Quanto alle manifatture di argilla, di cui presso di noi si ottiene vantaggiosa produzione , si descriverà il modo onde renderle più pure, e dì una grana più fina.
L’industria delle animali, e vegetabili produzioni, ne risentirà tutto l’effetto, stantechè l’educazione dei filugelli la fabbrica della cera, la concia delle pelli, l’imbiancamento delle tele saranno oggetti della nostra attenzione. E chi non vede quanto potrebbe interessarci la produzione della seta in un luogo, ove i celsi filippini prosperano a maraviglia? E chi non sa che le tele del nostro regno, dove subbissero uno imbiancamento co’ cloruri, potrebbero ben provvederci, senza tanto ricercare le tele dell’ estero? Or il promuovere questi studi è del dominio della topografia.
Finalmente, dopocchè l’agricoltura ci ha dato la materia, l’industria, al dir dell’ immortale Filangeri, ha dato la forma alla materia, il commercio dandone il moto, richiamerà dall’estero le ricerche, e noi cambiando produzioni con produzioni, giusta massima stabilita dal celebre Say, non ci troveremo gravati delle cose, di che siamo manchevoli.
L’abbozzo, che io vi presento, ornatissimi signori, contiene l’idea d’un’opera che poco lascerebbe a desiderare. Il progetto è di un lavoro che riuscirebbe difficile, se tutto il carco da una sola persona si assumesse. Che si divida però la materia ne’ suoi diversi rami, che un comitato si stabilisca, ed ognuno prenda quel ramo su di cui è maggiormente versato, e le difficoltà andranno mano mano diminuendo. Che si provveda ben presto la nostra società di libri opportuni, e la curiosità letteraria, se non altro, ci forzerà ad occuparci di queste materie, che apparte dell’ utile, costituiscono il bello delle incivilite nazioni. Non abbiamo poi tempo stabilito per dar termine ad un sì interessante, lavoro; che si facci e ciascuno potrà a suo bell’agio, or una trattare or un’altra delle anzidette materie, che occuperanno bene nel nostro edificio il convenevole sito.
Il Governo provvido ci appresta i mezzi onde le società economiche contribuissero al pubblico bene. Chi fa le veci del nostro Augusto monarca, visitando la Sicilia con superiorità d’intendimento provvede da una parte all’amministrazione di fedelissimi sudditi, ed esplora dall’altra i mezzi della nostra patria; e quegli, a cui è affidata l’amministrazione della nostra Provincia c’incoraggisce, e ce ne ha dato esempio colla esatta, statistica di tutta la Provincia.
Cisovvenga quindi essere la nostra patria, la patria di Empedocle, prodiga di chiari ingegni, e siano premurosi nel vedervi restituita la greca magnificenza, sotto il regno del glorioso, ed amato Ferdinando Secondo.