L’albergatore agrigentino che prese in giro il grande barone Johann Hermann von Riedesel
Esisteva davvero un lago pieno di petrolio nella Valle dei Templi, come hanno raccontato dopo Solino alcuni viaggiatori o le guide o gli agrigentini prendevano in giro i malcapitati turisti con infantili stratagemmi ?
Anche il grande storico Tommaso Fazello nella sua monumentale Storia della Sicilia ha descritto il lago agrigentino.
“Nel paese d’ Agrigento si trova un lago, nel quale va a galla sempre un certo grasso, come olio, di cui Plinio nel XXV. lib. al cap. XV parla a questa foggia. In un lago, che, è nel paese d’Agrigento si genera, e va a galla un grasso o vero bitume liquido simile all’olio, il qual tien sempre macchiata l’acqua.
Gli abitatori ne raccolgono anco sopra le foglie delle canne prestissimamente, e se ne servono per ardere nelle lucerne, come si fa dell’ esito, e anco l’adoperano per medicar la scabbia degli animali, e questo dice Plinio. Nel lago d’Agrigento ( dice Solino) l’olio va a galla .
Questo grasso sta anco attaccato alle foglie delle canne , e di quivi lo colgono , servendosene per bestiami. Questa fonte a’ miei tempi si trova negli orti d’Angelo Strazzante, nel quale si vede andare a galla un’ unto come un’ olio, il quale raccolto, gli Agrigentini adoperano oggi a medicar diverse infermità”.
Ma per la prima guida moderna di Agrigento, lo studioso Raffaello Politi si tratta di un falso, che serviva però agli astuti agrigentini per prendere in giro anche illustri ospiti.
Racconta Raffaello Politi nel suo libro” Il Viaggiatore in Girgenti e il Cicerone di Piazza”
la clamorosa beffa al barone
“Questo tempio (di Vulcano) si vuole con sicurezza dedicato a Vulcano, atteso che Solino lo rapporta fuori le mura d’Agrigento, poco lontano dal lago nel quale si vevdeva andare a galla dell’olio… Andiamo dunque a vedere questo lago in cui, secondo la testimonianza di Riedesel, si può raccorre dell’olio per le lampe — Eh via signore! Anch’ella si ha bevuto questa minchioneria ?
Egli è vero che Plinio nel ventesimoquinto libro al capo quindici dice, che nel paese d’ Agrigento si generava in un lago, del grasso o bitume liquido, che andava a galla simile all’olio.
Che gli abitatori lo raccoglievano sulle foglie delle canne, e se ne servivano per ardere nelle lucerne, e per medicar la scabbia degli animali. Ciò dice anche Solino e Fazello; ma con più ragione lo conferma Riedesel, dappoiché il di lui albergatore signor Ficani, vedendolo ostinato a voler osservare questo lago o fonte ch’ esisteva nel di lui giardino, e volendo in tutti i modi contentare quell’ospite distinto ve lo condusse;
ma vi spedì prima un di lui servidore con un otre d’olio, che versò in quell’acqua pochi momenti prima dello arrivo colà del signor Riedesel. La qual cosa praticò il signor Ficani di buona fede, temendo che il signor Riedesel sarebbe stato a disgustarsi trovando in quel lago dell’acqua alquanto torbida, come han sempre trovato i miei antenati – Dunque non si parli più di tal lago per non accedermi di peggio…”