di Francesco Foti
La storia dell’edificio che prospetta sulla Piazza Lena, un piccolo slargo del centro storico, ha inizio nel 1820, quando un antenato degli attuali proprietari, Don Pietro Badalamenti, ottenne in “concessione enfiteutica perpetua irredimibile”, dai frati francescani del vicino convento di Sant’Anna, alcuni piccoli magazzini.
La piazza aveva all’epoca una certa importanza commerciale, su di essa si svolgeva un mercato di generi alimentari e da ultimo il mercato comunale del pesce, fino agli anni ’50.
Il Badalamenti, morto nel 1840, aveva realizzato una locanda al piano terra chiamata “Il Coco” e alcune stanze al primo piano. Lungo la discesa ad est dell’edificio, oggi Salita La Lumia, furono realizzate alcune stalle (un tempo si viaggiava a cavallo). Il famoso letterato, pittore e artista poliedrico Raffaello Politi nella sua opera “Il Viaggiatore a Girgenti” cita il Badalamenti (un “Moschione” – famoso poeta greco – nel suo mestiere) e la sua locanda sia nell’edizione del 1826 che in quella del 1840.
Casa Messina – Bonfiglio fu anche locanda
L’edificio lentamente fu ingrandito; un secondo piano fu aggiunto dal nipote Don Pietro Messina, ed intorno al 1870 un terzo piano fu costruito dai successivi eredi in modo da avere un appartamento separato per la famiglia che nello stesso tempo gestiva l’albergo. Dai documenti si evince che esisteva una locanda con ristorante e alcune camere da letto al piano terra, chiamata “La Bella Sicilia” e un piccolo albergo al primo e secondo piano chiamato “La Bella Napoli”, con accesso da una scala posta sull’angolo nord ovest.
Tutto l’edificio (46 camere e 7 magazzini – era diventato un vero e proprio palazzetto!) fu ereditato dalla Sig.ra Agata Gibilaro Bonfiglio nel 1910 e da questa fu diviso alle tre figlie. La parte ereditata dagli originali proprietari, 2° e 3° piano, è stata recentemente restaurata ed è stata aperta un’elegante struttura ricettiva extra-alberghiera, il B&B “Terrazze di Montelusa”.
Troverete tutto quello che si poteva trovare in un’antica dimora siciliana: una ricca collezione di dipinti dal ‘600 (San Giovanni Battista, scuola di Pietro D’Asaro) all’800 (alcune tele di Raffaello Politi, vari ritratti di scuola francese), stampe, collezioni di ceroplastica, foto di famiglia, ceramiche, pizzi e ricami di famiglia, ed in più terrazze soleggiate e ricche di fiori e piante mediterranee (palme nane, aloe…) ed esotiche (piumerie o frangipani). Interessante il pavimento in maiolica che riproduce l’antico pavimento della perduta chiesa di S. Anna, del quale alcuni pezzi sono stati trovati casualmente durante il restauro.