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Biblioteca Comunale di Agrigento, notizie storiche sulle origini

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1 Marzo 2020 //  by Elio Di Bella

ingresso della biblioteca quando era ospitata nel monastero di santo spirito

La Biblioteca comunale di Agrigento si originò con una deliberazione adottata dal Consiglio comunale della citta nella seduta del 14 settembre 1888 che in quella tornata ebbe ad approvare lo  Statuto per la Biblioteca delle Scuole Pubbliche di Girgenti.

Il Sindaco pro-tempore. comm. avv. Ippolito Onorio De Luca nell’illustrare l’oggetto della Deliberazione consiliare, ebbe a sottolineare — in quell’occasione — come il Comune pur possedendo una Biblioteca, ricca di volumi pregevoli quale la « Lucchesiana », la stessa essendo, però, ubicata in locale eccentrico, poco si prestasse, per molteplici ragioni, ai bisogni peculiari della Scuola, per le quali « si rendeva necessaria, soprattutto, una collezione completa e corrente di libri relativi alle materie scientifiche e letterarie che vi si insegnano, più specialmente adatti ai professori ed ai discenti »

Il progetto concreto dello Statuto della nuova Fondazione, così si esprimeva nei primi suoi due articoli:

Art 1 –  E’ istituita in Girgenti una Biblioteca la quale per lo scopo che si propone e per l’uso cui è addetta porta il titolo di ” Biblioteca delle Scuole Pubbliche di Girgenti” .

Art. 2 – Questa istituzione si propone di riunire le pubblicazioni fatte e da farsi su tutte le materie che sono obiettivo di studio nelle scuole classiche, tecniche, normali ed industriali di Girgenti, siano esse governative o provinciali o comunali, dando preferenza a quelle pubblicazioni che sono più utili ed adatte ai discenti ed ai professori .

Nel resto dell’articolato dello Statuto venne stabilito di dare mandato alla Giunta dì prelevare dalla Biblioteca del Comune i libri che reputerà più adatti per la nuova Biblioteca e di       farli collocare in locali della medesima.    

Venne, inoltre, dato mandato al Sindaco di destinare tra quelli di proprietà del Comune i locali ad uso della nuova Biblioteca preferendo all’uopo quelli dell’ex Convento S. Giuseppe o la  Chiesa di San Domenico.  

Nel 1931, all’epoca del fascismo, l’Amministrazione comunale tornò ad interessarsi della Biblioteca comunale agrigentina. Difatti, una Deliberazione      Podestarile in data 7 novembre 1931       dopo avere inteso il parere unanime favorevole della Consulta Municipale espresso nel giorno precedente, stabiliva di aderire, in linea di massima, alla costituzione del Consorzio tra il Comune e la Provincia di Agrigento per l’Amministrazione della Biblioteca delle Scuole Pubbliche. In data 25 aprile 1933 la G.P.A. rendeva esecutiva la Deliberazione, apponendovi il suo visto par approvazione.

Detto Consorzio era stato sollecitato dalla Sopraintendenza Bibliografica sulle Provincie della Sicilia, portavoce del desiderio manifestato dal Ministro della P.I. per la costituzione in Consorzio dagli Enti comunali e provinciali di Agrigento. Consorzio al quale aderì più tardi, anche la Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Agrigento.

Nel 1931 e per diversi anni,  il Comune, la Provincia e la Camera di commercio contribuirono alla spesa e andò avanti casi con un… Consorzio  di fatto e non di diritto;  ma in un prosieguo di tempo l’ Amministrazione Provinciale sospese il contributo, sostenendo che doveva essere riveduta e ristrutturata tutta l’organizzazione, che doveva nominarsi ufficialmente un bibliotecario ecc. Successivamente anche la Camera dì Commercio venne a sospendere il proprio contributo per cui da allora ad oggi è rimasto solo il Comune a fronteggiare le spese di finanziamento occorrenti.

In atto la Biblioteca è conosciuta e viene denominata «Comunale», ma ha invero, una conformazione ibrida, perché  non è tale, dato che nelle carte di fondazione figura come « Biblioteca delle Scuole Pubbliche », mentre per un certo periodo di tempo, bene o male essa funzionò come consorzio.

Da circa 20 anni la Biblioteca si è trasferita e trovasi ancora ospitata nei locali dell’ex Monastero Santo Spirito  sistemata in un van a piano terra lungo metri 36 e largo metri 9. Essa contiene circa 11.000 volumi di letteratura storia e scienze. Di tanto in tanto la Sopraintendenza Bibliografica di Palermo concede un qualche contributo per incremento di libri e di schedari.

In atto alla Biblioteca, accudisce un’unità impiegatiza del Comune ivi distaccata. La Biblioteca resta aperta al pubblico soltanto dalle ore 9 antimeridiane alle ore 13.30. Molti studiosi fanno osservare che dovrebbe avere anche un orario pomeridiano. confacente con le attività che ognuno svolge, per cui dovrebbe restare aperta, anche, dalle prime ore del tardo pomeriggio sino alle prime ore della sera, per consentire ai professori ed alla massa degli studiosi, la possibilità di recarsi in Biblioteca.

In atto, il Centro Bibliografico Comunale è frequentato precipuamente da universitari laureandi in cerca di notizie e di dati per le loro tesi, dai professori che desiderano tenersi aggiornati e da qualche raro studioso o appassionato. che vuole arricchire le cognizioni proprie.

Come ubicazione è un luogo ideale, perchè isolato e silenzioso, con giardinetto attorno e molta quiete, ma l’accesso è decentrato e disagevole, mentre nessuna indicazione stradaria esterna informa della presenza della stessa. E’ ovvio che se la Biblioteca fosse sistemata in un posto centrale, sarebbe molto più agevole. Tempo fa si era pensato di trasferirla nei vani dell’ex Museo Archeologico quelli con ingresso in Piazza Sinatra e ciò allo scopo di riuscire più centrale.

In detto locale, da qualche anno, vennero collocati in via temporanea i volumi più preziosi della Biblioteca Lucchesiana danneggiati — come sì ricorderà — per la caduta del tetto per infiltrazioni di acque piovane sul tetto dei vecchi locali adiacenti alla Chiesa di Sant’ Alfonso e per la susseguente frana del luglio 1966.

Sarebbe una soluzione ideale — previo l’espletamento degli opportuni atti gluridico-amministrativi — la fusione delle due Biblioteche per la costituzione di un unico Centro Bibliografico, dotato dei libri già pertinenti ai due Centri preesistenti.

Questa soluzione fu a suo tempo suggerita da parte dell’ex Sopraintendente Bibliografico per la Sicilia dottoressa Angela Daneu Lattanzi, ma il tentativo per svariati motivi che non conosciamo fu lasciato cadere.

Occorrerà riprendere l’idea e concretizzarla opportunamente. Si riuscirebbe così a dotare la città di Agrigento di un importante e riccamente dotato Centro Bibliografico, con decine di migliaia di volumi, interessanti i molteplici rami dello scibile, con una adatta sede ubicata al centro della città, eliminando le attuali due sedi, decentrate e di disagevole accesso ed economizzando — inoltre — nella gestione delle spese generali.

Questa idonea, auspicata soluzione incontrerebbe il consenso e l’adesione di tutti gli studiosi e frequentatori della Biblioteca comunale in atto operante, mentre quella  Lucchesiana  verrebbe riattivata, dato che da oltre due anni è chiusa al pubblico dei frequentatori e degli studiosi.

Sin’oggi le cose sono andate così: fuori della porta esterna dell’ex Monastero di S. Spirito è stata collocata e si legge una targa con la scritta :

« Biblioteca Comunale di S. Spirito » e poi l’orario di apertura e di chiusura

Auguriamoci che tutto ciò possa al più presto cambiare e la sede della Biblioteca pubblica di Agrigento trasferirsi, per sistemarsi definitivamente in un locale centrale, di facile accesso e di agevole consultazione per quanti studenti, professori, visitatori e studiosi abbiano necessità di frequentare il Centro bibliografico agrigentino

Giuseppe Maria Lodatp

l’articolo è apparso sul Giornale di Sicilia tra il 1968 e il 1970

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Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento, agrigento ieri e oggi, agrigento notizie, girgenti, sicilia

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