
Beato Matteo di Girgenti
Festa – 17 gennaio
Il beato Matteo di Girgenti, nato a Girgenti, in Sicilia, entrò nell’ordine francescano quando era ancora piuttosto giovane. Quando aveva completato gli studi ed era stato ordinato sacerdote, il desiderio di entrare in una più perfetta osservanza del dominio francescano lo portò a trasferirsi alla riforma dell’Osservatore promossa da San Bernardino da Siena.
San Bernardino percepì presto le qualità eccezionali del giovane religioso e lo portò con sé come compagno delle missioni che stava dando in tutta Italia. Con il suo ardente zelo, Matteo fu determinante nella conversione di numerosi peccatori e nel riaccendere la fiamma della pietà, dove si era raffreddata da tempo. Ad imitazione del suo maestro Bernardino, fece tutto il possibile per promuovere la devozione al santo nome di Gesù.
Credendo che la perfezione religiosa sia particolarmente meritoria di fronte a Dio, Matteo si sforzò ardentemente di promulgare la perfetta osservanza della regola di San Francesco. Andò in Spagna, dove ebbe successo nell’introdurre l’osservanza in molti conventi. Poi andò nel suo paese di Sicilia, dove, con l’approvazione della Santa Sede, fondò diversi conventi e lavorò con molto successo tra la gente. In onore del nome di Gesù e di Sua Madre, Matteo diede a ogni convento che fondò il titolo di Santa Maria di Gesù.
A quell’epoca il vescovo di Girgenti morì e il clero e il laicato si unirono alla richiesta di avere Matteo come loro principale pastore.
All’inizio ha resistito, ma papa Eugenio IV gli ha comandato di accettare l’appuntamento. Il beato Matteo di Girgenti lasciò quindi il suo ufficio così bene che la sua diocesi fu presto in una condizione fiorente. Ha intrapreso un’azione vigorosa contro vizi e disturbi prevalenti. Di conseguenza potenti nemici lo hanno denunciato al papa. L’oro doveva essere provato nel fuoco.
Il beato Matteo di Girgenti fu chiamato a Roma da Papa Eugenio IV, per rispondere alle accuse mosse contro di lui. Ma l’inchiesta ha portato a una così chiara giustificazione del vescovo che il papa lo ha dichiarato innocente e lo ha rimandato con onore alla sua diocesi. Tuttavia, non molto tempo dopo, Matteo, stanco delle sue fatiche, si dimise volontariamente nel suo ufficio per tornare in un convento francescano e prepararsi alla morte.
Per diversi anni Matteo soffrì poi di gravi malattie e, purificandosi, entrò nella beatitudine eterna del paradiso. Morì nel convento di Palermo nel 1451. Il suo corpo fu portato in chiesa su una barella aperta. Quando la processione arrivò davanti all’altare maggiore, con lo stupore e il terrore di tutti i presenti, il presule defunto si sollevò sulla lettiga, adorò il Santissimo Sacramento con le mani giunte e poi si distese di nuovo.
Numerosi miracoli avvennero nella sua tomba, e il popolo lo onorò come un santo dal momento della sua morte. Papa Clemente XIII confermò la venerazione che gli era stata donata e in seguito papa Pio VII rinnovò questa conferma.
* da: Il libro francescano dei santi, ed. di Marion Habig, ofm