Il Congresso di Girgenti contro l’analfabetismo e la delinquenza. – Noi non abbiamo potuto occuparci dei tanti Congressi, che si sono tenuti in Italia in questa stagione primaverile e in questa efflorescenza di feste pel Cinquantenario. Di alcuni non possiamo tacere: di quello di Girgenti e dei due contemporanei o quasi di Padova.
A quello di Girgenti sommariamente accenniamo oggi.
Più che altrove un congresso sulla delinquenza e l’analfabetismo doveva tenersi, in Sicilia, dove i due fenomeni morbosi infieriscono. Con molta opportunità quindi il Comitato promotore, di cui facevano parte il Professore Riccobono, rettore, e il Prof. E Carnevale insegnante ufficiale di diritto penale nell’Università di Palermo e di cui furono anima vera l’onorevole Di Cesarò e l’Avv. Loverde, lo indisse in Girgenti dal 21 al 25 Maggio
Il Congresso, — nel quale erano rappresentate tutte le Università d’Italia, e tutti i Municipi di Sicilia e i principali del Regno, il Senato e la Camera dei deputati, le tre Corti di appello della Sicilia, la magistratura, i sodalizi politici, una larghissima rappresentanza del clero, tutti i rappresentanti dei municipi di Sicilia, con a capo il Sindaco di Palermo senatore De Martino. — fu aperto dal Ministro Guardasigilli, Finocchiaro Aprile. Napoleone Colajanni, che all’arrivo e in tutte le occasioni, dalla popolazione tutta e dai Congressisti, venne fatto segno ad entusiastiche, affettuose dimostrazioni, rilevate dai giornali della Sicilia, venne eletto Presidente in una al Prof. Carnevale. Il Municipio di Girgenti,e specialmente il sndaco, comm. Costa, benché clericali fecero bene e con spirito lodevole di tolleranza, gli onori di casa.
Alcuni dei temi, ch’erano all’ordine del giorno per necessità di cose dovevamo trasportare la discussione dal campo scientifico in quello politico. Tali ad esempio il primo tema sull’ Istruzione popolare in Sicilia e l’altro sull’ azione dello Stato nella prevenzione della delinquenza in Sicilia sui quali furono relatori l’on. Deputato Di Stefano e il Prof. Onestano pel primo, 1’on. Prof. M. A. Vaccaro e gli avvocati Bruccoleri e Nicotri pel secondo.
Il carattere politico del primo tema venne da un ordine del giorno, che invocava la laicità della scuola. I clericali vi erano assai numerosi, capitanati da Don Sturzo, il notissimo democratico cristiano e prò Sindaco di Caltagirone e dal sacerdote Sclafani, ch’è il principale organizzatore del movimento economico e politico clericale della Sicilia. Ma i partigiani della laicità prevalsero sin dalle prime e consigliarono l’astensione ai clericali; siccche l’ordine del giorno venne votato fra l’entusiasmo dell’assemblea numerosissima, di cui facevano parte moltissime signore e signorine. Al successo contribuirono il tatto di Colajanni che presiedeva e la prudenza lodevole di Don Sterzo e di Don Sclafani.
Nell’aria c’era molta elettricità; qualche spiacevole incidente si era verificato in Platea e se i due capi del movimento democratico — cristiano lo avessero voluto avrebbero potuto turbare la solennità e la serietà del Congresso, poiché non erano pochi i loro adepti, nè mancanti di combattività. Ma chi nel Congresso dei Sindaci a Catania affermò essere stata tumultuosa la votazione affermò cosa falsa. Nella discussione di questo primo tema furono notevoli: un discorso bello e caloroso per amore alla coltura del sac. Prof. Visconti, che non ostante il suo abito talare mandò un entusiastico saluto a Roma capitale, senza deturparlo con alcuna restrizione o frase equivoca; ed un fiero atto di accusa di un insegnante, il Pisani, contro il Municipio di Palermo. Questo atto di accusa veramente non fu tempestivo; ma era un grido di protesta, che non si poteva reprimere, perchè prorompeva da un animo esulcerato.
E in verità se realmente a Palermo, città di circa 350 mila abitanti e dove il caro vivere infierisce più che altrove, una numerosa classe d’insegnanti elementari, con biasimevoli sotterfugi, che sono intrinseche violazione della legge, riceve uno stipendio, che oscilla tra 70, o 90 lire mensili si spiega e giustifica anche lo sdegno e la protesta del Prof. Pisani. Le relazioni, diremo cosi, tecniche dell’ on. De Stefano e del Prof. Orestano furono lucide ed esaurienti nel dimostrare come lo Stato sia venuto meno a tutti i suoi
doveri nel provvedere all’istruzione dov’era maggiormente necessaria la sua azione : in Sicilia e nel Mezzogiorno.
Lo spunto politico doveva entrare ed entrò supergiù in tutte le relazioni e in tutti i discorsi ; entrò anche — e bene — in una relazione sull’abigeato, sulle rapine ecc. del sostituto proc. Generale Mercandante; ma prevalse nel tema 3° Sull’ azione dello Stato nella prevenzione della delinquenza in Sicilia. L’on Vaccaro occupandosi dei fattori e dei rimedi economici e politici; il Nicotri rendendo responsabili i diversi governi che da secoli si succedono in Sicilia; il Bruccoleri, specialmente, lumeggiando quella che egli chiamò impropriamente delinquenza delle città che ridusse alla protezione sfacciata del governo in favore dei malfattori che le amministrano e degli imbroglioni elettorali entrarono nel campo politico.
Ma dobbiamo constatare che di più e di meglio avrebbero potuto fare, rendendo terribilmente evidente la responsabilità del governo italiano se essi si fossero data la pena di attingere a pubblicazioni di diversa indole, dovute ad uomini politici di parte opposta e le cui documentazioni convergono meravigliosamente nell’assodare tali responsabilità del governo italiano. Le pubblicazioni cui alludiamo sono principalmente: la relazione dell’ inchiesta parlamentare della Sicilia nel 1867 del Bunfadini moderato; il formidabile discorso Tafani sul governo del generale Medici dell’ 11 e 12 Giugno 1875; il libro dell’on. Franchetti di Centro sulle condizioni politiche e amministrative del mezzogiorno del 1876 ; la Relazione Damiani sull’ Inchiesta agraria in Sicilia del 1877-82; le pubblicazioni di N. Colajanni La delinquenza della Sicilia del 1885; Gli avvenimenti di Sicilia del 1895; Nel Regno della Mafia del 1900. Attingendo a queste fonti relatori ed oratori avrebbero potuto lanciare una formidabile requisitoria contro il governo italiano. E’ un’ opera che si può sempre utilmente riprendere.
Del secondo tema; Rapporti tra analfabetismo e delinquenza, che era quasi l’esponente complessivo dei propositi e dei voti del Congresso, fu relatore N. Colajanni. Egli sia nella Relazione scritta, sia in quella orale e nel riassunto della breve discussione si mantenne strettamente sul terreno scientifico e fu chiaro, convincente, entusiasticamente applaudito. (1)
Ci riserbiamo di discutere gl’importantissimi temi — che saranno, pur troppo, di dolorosa attualità per molti anni — che furono trattati dal Prof. Cannevale, dal1’ on. Fulci, dal Prof. F. De Luca, dal Prof. V. Lanza, dal Sost. Proc. generale Mercadante, dal Sost. Proc. del Re Riccioli e da altri quando saranno pubblicati gli atti del Congresso.
Il congresso non ostante qualche volata rettorica, qualche intemperanza e qualche stranezza riuscì solenne e interessantissimo e si chiuse con una brillante conferenza di Rossana, la valorosa scrittrice, sulla delinquenza femminile.
Di una nota pietosa e doverosa dobbiamo fare in ultimo speciale menzione. Poco prima che si aprisse il Congresso di Girgenti era stato assassinato in S. Stefano di Quisquina il Professore Lorenzo Panepinto. Egli era un socialista adorato dai lavoratori, rispettato dagli stessi avversari perchè era un vero apostolo nel senso più nobile della parola. In un Congresso contro la delinquenza l’efferato assassinio, che forse deriva dalle stesse cause del tentato assassinio di Bernardino Verro, non poteva non sollevare una fiera protesta che ci fu. Alla protesta, su proposta del Prof. Lombardo Radice, segui una contribuzione per la vedova e pei tre orfanelli del Panepinto, che fruttò immediatamente un migliaio di lire. Fu un opera buona
in Rivista Popolare del 31 maggio 1911m anno XVII, n.11
altro testo sul congresso
II Congresso di Girgenti. –Alla seduta antimeridiana d ieri del Congresso contro l’analfabetismo e la delinquenza presiedeva il sindaco di Girgenti comm. Costa.
L’on. Colajauni fece la relazione sui rapporti dell’analfabetismo con la delinquenza, applauditissimo.
Si diede poi lettura della relazione Mortara sullo stesso tema.
Dopo breve discussione si approvo all’unanimità il seguente ordine del giorno, presentato dall’on. Colajauni:
« Il Congrespo, convinto che la vita è la cosa più preziosa dell’umanità, che l’omicidio è il più grave reato che disonora l’Italia rendendo da per tutto odiosi gl’ítaliani, che l’omicidio si trova in rapporto causale coll’analfabetismo, fa voti fervidissimi affinchè si intensifichi la lotta contro l’ignoranza per parte dello Stato, dei Comuni e dei privati ».
Dopo approvato l’ordine del giorno dell’on. Colajanni, si passò al terzo tema:
< L’azione dello Stato nella prevenzione della delinquenza in Sicilia ».
Presiede il prof. Siragusa.
L’on. Vaccaro svolse lungamente la sua relazione.
Nella seduta pomeridiana si prosegui la discussiono del terzo tema: « Azione dello Stato nella prevenzione della delinquenza in Sicilia ».
Riferirono gli avvocati Nicotri e Bruccoleri e l’on. Amato.
Seguì un’animata discussione.
Si approvarono infine gli ordini del giorno di Vaccaro, Nicotri e Bruccoleri.
Un terzo ordine del giorno dell’on. Amato è così concepito :
< Il Congresso reclama l’intervento dell’azione dello Stato con una legge che provveda convenientemente alla prevenzione della delinquenza dei minorenni ».
Nel pomeriggio un numeroso gruppo di congressisti guidati dal prof. Salinas si è recato a visitare i templi.
Iersera il municipio offrì un altro ricevimento in onore dei congressisti.
In gazzetta ufficiale del regno d’Italia, 24 maggio 1911, n.122.