Nella Sicilia che Goethe definì “il centro di tutto”, Agrigento era una delle mete più ricercate di quello che è passato alla storia come il Grand Tour.
Il mito della Magna Grecia e l’amore per la civiltà classica spinsero nel Settecento, e in particolare ad Agrigento, molti intellettuali, musicisti e studiosi soprattutto europei ad affrontare lunghi viaggi che duravano, a volte mesi se non addirittura anni, ma la grandezza e la magnificenza di quanto offrivano i resti dell’antichità ai cultori del mondo greco e latino facevano superare ogni difficoltà.
Nel Settecento e nell’Ottocento l’interesse per la Sicilia archeologica e in particolare per quella agrigentina, si deve anche al successo dell’articolo dal titolo “Annotazioni sull’architettura degli antichi templi di Girgenti in Sicilia”, scritto da Johann Joachim Winckelmann nel 1759. Le sue descrizioni dei resti dell’antica Akragas affascinarono gli intellettuali dell’epoca.
Il Grand Tour del barone tedesco Johann Hermannvon Riedesel
Nella Sicilia che Goethe definì “il centro di tutto”, Agrigento era una delle mete più ricercate di quello che è passato alla storia come il Grand Tour. Guida per queste scoperte fu l’opera “Viaggio per la Sicilia e la Magna Grecia” del barone tedesco Johann Hermannvon Riedesel, primo di una lunga serie di pubblicazioni per molti che intrapresero il viaggio in Sicilia.
Ad Agrigento, che allora si chiamava in realtà Girgenti, il 7 Aprile 1767, arriva Riedesel e annota: «La città si trova a quattro miglia dal mare, sulla sommità di un monte su cui sorgeva l’antica acropoli greca. Se mai ho provato vivamente quel sentimento delizioso che una bella vista e una gradevole posizione sanno ispirare, è stato al mattino molto presto, gettando lo sguardo sulla campagna che si scorge dal convento degli Agostiniani dove ho preso alloggio».
Emozioni che lo spingono a desiderare di vivere ad Agrigento, “dimenticando tutto e da tutti dimenticato, guardando da lontano da terra il mare tempestoso”. Molti altri celebri intellettuali hanno descritto nelle loro opere la tappa nella Valle dei Templi e non hanno nascosto le loro profonde emozioni.