FRANCESCA BUSCEMI
Richard Koldewey ad Agrigento (1892-1895): architetti tedeschi, Accademia, addestramento professionale e cantieri di archeologia alla fine dell’Ottocento
Rispetto all’ormai esploratissimo tema della letteratura di viaggio e del suo rapporto con l’archeologia, l’occasione di questo seminario consente qualche ulteriore riflessione, stimolata dalle declinazioni che sono state individuate dalle organizzatrici per il dibattito: da una parte, cioè, la concentrazione su figure di architetti stranieri come soggetti del viaggio; dall’altra, l’ampia cornice cronologica proposta, che consente di cogliere alcuni momenti di svolta nel ruolo dell’architetto all’interno delle équipe archeologiche e nel suo approccio ai monumenti antichi, collocabili a partire dall’ultimo quarto dell’800.
Questo articolo, nel concentrarsi sugli aspetti del rilievo e della restituzione grafica, dedicherà particolare attenzione all’ambiente tedesco, per via della precoce strutturazione di una tradizione di ricerca scientifica in architettura che vi ebbe luogo (bauwissenschaftliche Forschung). L’esame del caso tedesco consente di stabilire alcune premesse fondamentali per uno sguardo al mutato approccio degli architetti stranieri verso i monumenti archeologici in generale e quelli della Sicilia in particolare.
Non sempre, forse, si insiste a sufficienza sul ruolo dell’apparato e dell’insegnamento accademico nell’affermazione delle tradizioni di studio e che può contribuire a spiegare anche il primato tedesco, in architettura così come in archeologia: il primo manuale di archeologia d’Europa (1830) è tedesco1. Il ruolo accademico del suo autore, Karl Ottfried Müller, professore aggregato di Kunstarchäologie presso l’Università di Gottinga già nel 1819, mostra la tempestiva inclusione dell’archeologia nel sistema universitario tedesco, considerata all’origine di un progetto di ricerca nazionale di archeologia germanica, teso ad affermare la supremazia tedesca nel Mediterraneo nella prima metà del XIX secolo.
Così anche in architettura. In realtà, com’è noto, le prime classi di architettura sia italiane che tedesche tra il ’700 e l’inizio dell’800, furono costituite all’interno delle accademie artistiche o militari, e successivamente in Scuole di applicazione per ingegneri e architetti (Italia) o in “scuole politecniche” (paesi di lingua tedesca) che seguivano il modello dell’École polytechnique di Parigi (1795)5. Tuttavia, questi sistemi di istruzione presero strade diverse.
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