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La Biblioteca Lucchesiana di Agrigento, Lucchesi Palli e la cultura siciliana nel Settecento

5 Febbraio 2019 //  by Elio Di Bella

di Giovanna Iacono

Il 16 ottobre 1765, Lucchesi Palli fece dono ai cittadini di Agrigento della sua biblioteca e della collezione antiquaria, realizzando un’idea forse maturata già da tempo.

Nella lettera introduttiva alla relazione per la Visita ad limina compiuta il 5 aprile 1765 per procuratore, a causa delle sue precarie condizioni di salute, sulla biblioteca dichiarò:

Quando ero ancora chierico in minoribus, per formarmi, per mio uso, per una amplissima raccolta di libri, dai miei beni patrimoniali avevo speso circa ottomila scudi; innalzato poi all’episcopato curai di arricchirla ancora e fino ad oggi l’intera biblioteca arriva al valore di circa undicimila scudi. Dopo la mia morte la lascerò ad utilità pubblica e per questo fine ho curato la costruzione di un magnifico edificio in cui sino ad oggi sono stati erogati duemila scudi. A completamento di quest’opera mi resta di assegnare una dote annua per riparare o comprare nuovi libri e stabilire un congruo salario per il bibliotecario e certamente lo farò, se Dio si degnerà di allungare ancora la mia vita.

Sapeva bene che cultura e civiltà sono sinonimi e con una visione illuministica e, per allora, molto moderna, concepì una biblioteca organicamente realizzata con funzione pubblica.

Nelle intenzioni di Lucchesi Palli, infatti, vi era un’idea di fruizione della propria raccolta e, come si legge nell’atto di donazione, il suo progetto era finalizzato al “bene pubblico” della città, attraverso una biblioteca pensata come un’istituzione dinamica e aperta.

L’obiettivo era “che resti sempre e debba restare la detta libreria sempre per uso dello studio di tutti li litterati cittadini ed ogni altro studioso” e “per commodo e per vantaggio degli eruditi”.

Padre Blasucci, nel 1767, nell’informare Alfonso de’ Liguori della bontà dell’incarico alla Congregazione ricevuto da Andrea Lucchesi Palli, ci fornisce informazioni circa la biblioteca e notizie relative alla realtà intellettuale di Girgenti e alle impressioni che in città aveva suscitato l’opera del vescovo.

Non creda vostra signoria illustrissima e reverendissima che questa cura di libreria sia di peso alla comunità. Nonsignore, è di onore perché la Libreria è magnifica, piena di libri scelti e rari, e di grande utilità alla nostra comunità, che può studiare senza spesa ogni sorta di libri e per la rendita di 54 onze annue, non è poi di peso perché la città di Girgenti non ha questi uomini studiosi, si contenta ognuno di quattro librazzi della sua casa. Vi sarebbero i collegiali e i seminaristi; ma questi del seminario hanno una buona libreria e non curano la Libreria del vescovo.

È tanto vero questo che tutta la città e gli uomini savi hanno biasimato questa spesa eccessiva del vescovo come inutilissima in Girgenti e che monsignore, portato dalla gloria di uomo letterato, abbia fatto più per vanità che per utilità tanta spesa. Ma benedetto sia Dio che ordina i spropositi degli uomini a beneficio nostro e gloria sua. Se la cura di una Libreria fosse in Palermo o in Catania certamente sarebbe peso, ma in Girgenti è solo onore e guadagno nostro.

Non essendovi molti “uomini studiosi” in quel tempo in città che potevano beneficiarne, forse fu giudicata, a nostro dire ingiustamente, un’opera di “poco peso”, ma il progetto concepito da Lucchesi aveva l’obiettivo di raggiungere un pubblico più vasto possibile, sia i “litterati” che “ogni altro studioso”.

SCARICA IL PDF PER LEGGERE PER INTERO IL TESTO

BIBLIOTECA LUCCHESIANA

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento, biblioteca lucchesiana

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