
Giovanni Luca Furcas
Nel quadro di una convenzione tra il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento ed il Politecnico di Bari è sorto l’interesse ad affrontare uno studio dei sistemi idraulici riscontrati nel territorio, finalizzato a ricostruire le dinamiche di approvvigionamento e drenaggio poste in essere nelle differenti fasi di vita della Akragas greca e ad analizzare la loro evoluzione nel successivo periodo romano .
Sotto tale aspetto il centro siceliota si configura come un caso di studio esemplare, offrendo testimonianze di assoluto rilievo ben esemplificate dalle monumentali infrastrutture idrauliche attribuite dalla tradizione all’opera evergetica di Terone: i condotti ‘feaci’ e la ‘kolymbethra’. Un noto passo di Diodoro, infatti, incentrato sull’ambizioso programma edilizio intrapreso dall’Emmenide grazie alla manodopera schiavile acquisita in seguito al vittorioso scontro con Cartagine del 480 a.C., celebra la realizzazione di una rete di condotti idrici ipogei che presero il nome dal soprintendente preposto ai lavori, Feace; lo storico di Agyrion ricorda inoltre come, contestualmente alle canalizzazioni sotterranee, si procedette all’edificazione di un imponente bacino semi-artificiale, alimentato dalle acque di sorgenti e torrenti. L’esatta fisionomia di tale indotto, di cui ad oggi non risulta riscontrata alcuna sicura evidenza, appare ancora sfuggente, sebbene ne sia ormai unanimemente accettata l’ubicazione in corrispondenza della piccola valle interposta tra il settore occidentale della Collina dei Templi ed il promontorio che ospita il tempio di Vulcano.
La ricerca archeologica sembrerebbe invece offrire piena conferma al sussistere dei condotti ‘feaci’ documentando, nel sito della colonia rodio-cretese, una complessa rete di cunicoli di captazione, volti a sfruttare le favorevoli caratteristiche geologiche del sito per raccogliere e veicolare le acque percolanti nel sottosuolo.
Accanto a tali imponenti misure infrastrutturali, che ben si inquadrano nella nota tradizione dei rapporti tra evergetismo tirannico e installazioni idrauliche, è necessario, inoltre, ricordare la presenza di un nutrito numero di apparati idraulici minori, posti in luce dalla ricerca archeologica nei diversi settori del sito e riferibili alle principali fasi di vita in cui si articola la lunga storia dell’abitato.
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