A Girgenti il Fascio dei lavoratori venne fondato il 30 ottobre 1892
« L’idea di unire in una vasta associazione tutte le forze operarie nacque nella mente di Giuseppe De Felice, il quale per primo fondò a Catania nei 1891 un Fascio”: così inizia l”opera dell’agrigentino Francesco De Luca, dal titolo “I Fasci e la questione siciliana”, opuscolo dei 1894 che costituisce ancora oggi uno dei testi principali per la conoscenza del movimento dei fasci siciliani in provincia di Agrigento
Nello stesso anno in cui videro la luce queste pagine di De Luca, un altro illustre agrigentino, Carlo Patrico, presidente della Camera di Commercio ed arti di Girgenti, scrisse un’ampia relazione sulle condizioni economiche del territorio agrigentino e sulla difficile vita dei lavoratori e la inviò al Ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio.
Anche Patrico esordisce con un riferimento alle agitazioni degli operai sostenendo che esse nascevano dal tentativo di ottenere “un miglioramento economico sotto qualunque forma”.
In quegli anni “gli operai agrigentini risentivano del malessere generale di tutta la popolazione che da tempo era afflitta dalla crisi agricola e mineraria e dai cattivi raccolti”.
Sosteneva inoltre Patrico che “per gli operai in genere però, il disagio e la miseria si dimostravano più evidenti, perchè il ribasso di prezzo dei prodotti del suolo, malgrado i cattivi raccolti, e il ribasso di prezzo dello zolfo hanno influito alla riduzione delle mercedi e dei salari. E mentre per tutte le altre classi sociali, le crisi suddette hanno diminuito i profitti e i redditi, lasciandoli pure in misura da permettere loro il soddisfacimento dei bi-sogni della vita, per classi operaie invece la riduzione delle mercedi e dei salari è stata gravissima iattura, che ha fatto loro provare la miseria di cui non avevano memoria”.
Già nel 1870 si era diffuso nella provincia di Girgenti l’internazionalismo socialista. Antonio Riggio, Calogero Portulano, Luigi Attanasio, Saverio Guardino, Carmelo Spada, Saverio Friscia erano stati i maggiori esponenti di quella singolare esperienza politica.
Quando però prese l’avvio l’esperienza dei fasci, gli agrigentini cercarono di non perdere quella più fresca occasione di associazione e di lotta. Così appena nel maggio 1892, a Palermo, le società operaie affratellate celebrarono il loro ultimo congresso, i delegati agrigentini che avevano partecipato a quell’assise abbandonarono anche loro il movimento operaio ispirato al repubblicanesimo mazziniano e decisero di imboccare la strada del socialismo e del movimento dei Fasci.
Intensa fu l’azione del movimento in tutti i centri della provincia agrigentina. A Girgenti il Fascio vide la luce il 30 ottobre 1892 ed ebbe la propria sede in via Celauro n. 3. Esso era sostenuto dal settimanale “La Riforma Sociale“, diretto da Francesco De Luca. La sezione del capoluogo arrivò a contare 400 soci e il 12 novembre 1893 promosse un congresso provinciale.
Arrivò poi il 3 gennaio del 1894 Io stato d’assedio e il decreto di sciogliere i Fasci. II 14 gennaio arrivarono 1500 uomini di fanteria a Girgenti e avvennero i primi arresti. Già pochi giorni prima, il 10 gennaio, la forza pubblica aveva fatto una perquisizione nella sede del Fascio, aveva tolto la targa che era sulla porta e l’asta del gonfalone.
Finiva così a Girgenti la stagione dei Fasci siciliani.
Elio Di Beila