Acragas, Agrigento, – splendida città che torreggiava possente sul mare meridionale, – è al presente Girgenti, una vecchia mendicante, accoccolata presso i gradini dell’antico suo trono.
Anche qui gli iddii sono da tempo scomparsi, abbandonando i loro templi marmorei, nei quali risonarono già i lieti canti ellenici, alla polvere e alla decadenza, perché fossero di ammirazione alla tarda posterità. Noi ci aggiriamo intorno alla rotonda del tempio di Proserpina, di Giove e di Giunone Lucina ove sorgeva già la mirabile statua di Venere di Zeusi, passiamo davanti a quello di Cerere; e dappertutto, dalle rovine, dai cardi, dai cespugli fiorisce ancora al nostro occhio il felice fiore dell’ellenismo. Alla sua volta il paesaggio, meraviglia de’ pittori è in tutto degno di stare allato ai prodigi dell’arte; ma non più oggimai che lo sfondo magnifico a un solitario mondo di rovine.
- Stieler, E. Paulus, W.Kaden: Italia viaggio pittoresco dall’Alpi all’Etna. Milano 1876