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Archivio Capitolare della Cattedrale di Agrigento

27 Giugno 2017 //  by Elio Di Bella

 

ARCHIVIO CAPITOLARE DELLA CATTEDRALE DI AGRIGENTO

Località: Agrigento

Denominazione: Archivio della Cattedrale s. Gerlando

Indirizzo: via Duomo

Telefono: 0922/20446; fax 0922/554820

Archivista Capitolare:

Accessibilità: su richiesta motivata

Orario: da concordare con l’archivista

Servizio riproduzione dei documenti a giudizio dell’archivista Compilatore della scheda: dr. Giuseppe Schirò

Il Capitolo della Chiesa cattedrale di Agrigento nasce insieme con la rifondazione della Chiesa agrigentina per opera del conte Ruggero il Normanno il quale dopo la conquista di Agrigento (25 luglio 1086) chiama a governare quella Chiesa Gerlando da Besançon, da lui personalmente conosciuto e, con diploma del 1093 confermato da papa Urbano II, lo costituisce vescovo di Agrigento, assegnando alla diocesi un vastissimo territorio che si estendeva fino al mare Tirreno, con possessioni e privilegi che saranno accresciuti in seguito. Nella sua intensa attività, rivolta al ripristino della fede cristiana, il vescovo Gerlando, proclamato santo già poco dopo la sua scomparsa e poi venerato come protettore principale della diocesi, ebbe la collaborazione di quattro compagni che lo avevano seguito da Besançon: Deodato, Gerardo, Norberto e Gerardo, i quali sono considerati il primo nucleo del Capitolo, che il santo organizzò sul modello di quello della sua città di origine, dove era ancora vivissimo il ricordo di S. Ugo di Salins (1031 – 1066), che aveva dato grande impulso alla vita canonicale ed era stato il maestro spirituale dello stesso Gerlando.

Lo storico della chiesa agrigentina Domenico De Gregorio afferma che è verosimile che Gerlando avesse adottato gli statuti promulgati dal suo maestro, i quali poi, in sostanza, erano conformi alle regole di S. Isidoro di Siviglia (570 – 636), detto “padre dei canonici” e che erano stati recepiti dappertutto e ratificati in sinodi e concili. Ugo di Salins aveva però voluto che il Capitolo fosse formato da sacerdoti e chierici non religiosi, fosse cioè “secolare” non “regolare”, e perciò il capo doveva chiamarsi “decano” e non “priore”. Ancora in quell’epoca lo stato canonicale veniva considerato una via assai efficace per il rinnovamento della Chiesa e venivaincoraggiato da papa Urbano II (1088 – 1099).

Per la Chiesa agrigentina furono stabiliti dal papa Urbano e dal conte Ruggero dodici canonici, con prebende distinte o individuali, istituite dal vescovo Gerlando. Secondo il Libellus de successione pontificum Agrigenti, compilato nella prima metà del secolo XIII, la prima prebenda fu istituita in Agrigento con le decime dei baroni confinanti, la seconda con quelle del territorio di Contessa Entellina, la terza con quelle del monte Pizzo di Casa e del territorio di altri centri abitati, la quarta con quelle di Cefalà Diana, la quinta con quelle di Prizzi, la sesta con quelle di Càccamo e Brucato, la settima e l’ottava con quelle di Castronovo, Cammarata e Sutera, la nona con quelle di Caltanissetta, la decima con quelle di Licata, l’undicesima con quelle di Naro, la dodicesima con quella dei sacerdoti.

In seguito furono istituite altre due prebende ed il numero dei canonici venne fissato in quattordici. Prima dignità era il decano, seconda il ciantro, terza l’arcidiacono.

Questo era l’ordinamento fino ai tempi del vescovo Raynaldo Acquaviva (1240 – 1264), quando venne compilato il citato Libellus. Il vescovo Ottaviano De Labro nel 1354, distinse i canonici in tre ordini: presbiteri, diaconi e suddiaconi, secondo una distinzione puramente onorifica perché non connessa con i rispettivi ordini sacri.

Nel 1507 il vescovo Giuliano Cybo aggiunse altri sei canonici, portando il numero definitivo a venti. All’interno dei tre ordini, ma con alcune limitazioni, vigeva il diritto di opzione, riferito o alla prebenda stessa o allo stallo nel coro, consistente nella facoltà di optare per il canonicato di livello superiore non appena esso si fosse reso vacante.

Da allora non vi furono altri mutamenti. I canonicati erano connessi con le varie prebende, secondo un regolamento rigidamente osservato. Nei sinodi veniva ribadito che solo venti erano le prebende canonicali. I canonici, per privilegio pontificio, indossavano rocchetto e mozzetta o nera o violacea, secondo i tempi liturgici, e nelle processioni erano preceduti dalla croce capitolare e dalla clava d’argento ornata di borchie dorate. Le sedute capitolari si tenevano la terza domenica del mese, dopo la recita dei vespri. Il diritto di convocazione spettava al decano, ma era il ciantro che proponeva l’ordine del giorno. Le discussioni dovevano poi seguire una precisa prassi. Sia la struttura sia il funzionamento rimasero rigide sino alla fine.

In epoca imprecisabile, ma certamente prima del 1472 venne istituita, in seno al Capitolo la “sacra distribuzione”, cioè un organismo finanziario preposto all’amministrazione di una massa comune, ben distinta dalle prebende individuali di cui godevano i canonici, formata dalle rendite che si andavano costituendo nel tempo e che erano destinate non solo ai canonici propriamente detti, ma anche agli altri sacerdoti di Agrigento, che vi erano come affiliati. Alla formazione di questa massa contribuivano non solo una quota a carico dei canonici stessi stabilita dai Vescovi, ma anche e soprattutto le oblazioni ed i lasciti dei fedeli. Il volume di questa massa, che raggiunse proporzioni assai vistose, le fonti della sua formazione, gli oneri relativi e la sua storia ci vengono descritti con estrema precisione da un contabile del Capitolo, Gaetano Garofalo, in un volume conservato nell’archivio.

La “sacra distribuzione” in pratica si fondeva col Capitolo che la amministrava per mezzo di due canonici, eletti ogni anno dal Capitolo, il quale, attraverso questo canale condizionava la vita delle varie diecine di sacerdoti di Agrigento, titolari dei numerosi benefici maggiori e minori.

La vita del Capitolo della chiesa cattedrale di Agrigento è stata gravemente turbata da due fattori che allontanarono di molto il Capitolo dalla sua nobile funzione di senatus episcopi e che lo fanno apparire come uno dei più gravi casi patologici nella storia dei Capitoli delle Cattedrali e cioè: i conflitti col vescovo ed il diritto di opzione dei canonici. I canonici non accettarono mai il diritto di ispezione del vescovo sui criteri con cui veniva amministrata la ‘sacra distribuzione’, anche quando il vescovo aveva tutti i motivi di chiedere limpidezza. Il diritto di opzione teneva poi i canonici in continuo conflitto fra di loro stessi. A rendere ancora più complicata la situazione si aggiungeva la considerazione della natura giuridica del vescovato, considerato di diritto patronato regio, come pure di alcuni canonicati. Le contese giudiziarie, agitate ad ogni livello, presso il Tribunale della Monarchia Sicula e presso il sovrano, a Napoli, non avevano mai fine e diedero vita ad una bibliografia assai ampia, della quale riporto solo alcuni esempi.

Le leggi di eversione dell’asse ecclesiastico del 1866 e del 1867 furono avversate con ogni mezzo dal Capitolo, che fece ricorso a tutti gli espedienti per conservare quanto più possibile beni e strutture, ma che lasciò il Capitolo alla stregua degli altri, ridotto cioè a 12 canonici e 6 mansionari.

Ma quello che infine recò il danno maggiore al Capitolo fu il meccanismo della riscossione delle decime, molto complicato, e ben presto colpito, a torto o a ragione, dalle numerose leggi che miravano alla loro soppressione, soprattutto dopo l’unità d’Italia. Le vicende relative alla riscossione delle decime, indispensabili per la sopravvivenza del Capitolo, furono assai lunghe e tormentate e si conclusero con la legge n. 639 del 27 giugno 1912 intitolata “provvedimenti sulle decime agrigentine”.

L’Archivio ha sede in ampio locale, assai decoroso, adiacente al Duomo, al piano superiore, recentemente restaurato e ristrutturato a cura della Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, con fondi della Regione Siciliana. La documentazione è conservata in antichi ed artistici armadi lignei, anch’essi restaurati dalla stessa Soprintendenza.

Lo stemma riproduce l’Agnus Dei incorniciata da colonne e arco trionfali; su fondo a quadrati sono le chiavi petrine.

 

Dati complessivi: unità archivistiche è di 2.658 costituite da registri, volumi

e faldoni che comprendono documentazione che va dai primi del ’500

a verso la metà del ’900.

L’Archivio si articola in 39 serie

Fondi o serie proprie dell’archivio

Giuliane, cioè inventari dei beni immobili regg. 2 1607-1649

Assenti, cioè registri di immatricolazione dei titoli di rendita, regg. 12 1566-1844

Anniversari, registri contenenti gli obblighi di celebrazione

di messe nell’anniversario dei benefattori, regg. 21 1718-1922

Acconci, registri contenenti l’annotazione di spese per la

manutenzione della fabbrica del Duomo, regg. 3 1718-1922

Allegazioni, volumi contenenti le produzioni degli avvocati

nei frequenti processi in tribunale, voll. 67

Atti e attività capitolari, regg. 55 1093-1996

Atti capitolari, regg. 13 1580-1996

Registri di materie diverse, sempre però nell’ambito delle

attività del Capitolo

Privilegi della Chiesa agrigentina, regg. 9 1093-1922

Conti di introito dei Procuratori, deputati a riscuotere le

entrate, regg. 249 1613-fine ’800

Conti di esito dei Procuratori, contenenti soprattutto

mandati di pagamento regg.162 1692-fine ’800

Conti di introito ed esito delle eredità e delle Amministrazioni

particolari, regg. 381 1590-1952

Conti dei Procuratori di Palermo, rappresentanti del Capitolo

nella capitale della Sicilia, regg.8 1650-1864

Conti, cioè registri cassa, bollettari, etc.unità 720 1662-1955

Congregazione della Misericordia, una istituzione di mutuo

soccorso tra i canonici, regg. 5 1704-1984

Depositaria, registri di annotazione dei depositi delle

somme, regg. 38 1627-1908

Inventari dei beni mobili e degli arredi della Cattedrale,

regg. 22 1766-1896

Libri maggiori e libri mastri della Sacra Distribuzione

regg. 24 1707-1885

Libri maggiori delle eredità particolari, regg. 13 1665-1902

Libri duplicati ed eredità Alonge regg. 17 1585-1910

Rendite in Monterosso, una località dell’agrigentino, regg. 6 1668-1888

Registri di celebrazione di messe, regg. 316 1620-1945

Guida degli Archivi capitolari d’Italia, III

Occorrenze, cioè ricorrenze con obblighi di messe, regg. 15 1700-1827

Orfane e b˘ssolo, cioè i registri delle assegnazioni dei legati

di maritaggio, conferiti con sorteggio, regg. 3 1652-1732

Punterie, cioè registri di annotazione delle falte, regg. 50 1691-1963

Privilegi dei canonici, regg. 5 1516-1520

Processi di beatificazione, relativi a due personaggi: Suor

Maria Crocifissa ed il beato Matteo, regg. 7 1669-1762

Ripartimenti, relativi alle località di provenienza delle rendite, regg. 15 1699-1950

Repertori, indicazioni della provenienza di alcune rendite,

regg. 17 1520-1784

Corrispondenza e simili, regg. 21 1600-1800

Scritture diverse, voll. 61 1601-1916

Salari, regg. 4 1718-1769

Titoli autentici di rendita, voll. e regg. 180 1305-1917

Tavolate, cioè prospetti sintetici e tabelle riferentisi agli adempimenti canonicali, regg. 25 1685-1883

Titoli esecutivi e ruolo censuario, regg. 64 1093-1898

Visite regie e vescovili, regg. 2 1622-1938

Varie, faldd. e voll. 18 1739-1942

Carte irricuperabili. N. 8 faldoni

Registri vuoti, 13

Copertine senza dicitura, faldd. 3, dove sono state condizionate le copertine di volumi dissoltisi e conservate a

dimostrazione dei danni subìti dall’Archivio nel corso dei

secoli.

Copertine con dicitura, faldd. 5 con le copertine di registri

o volumi dissolti, ma di cui le diciture delle copertine possono dare un’idea dei contenuti.

Piccola biblioteca giuridica formata da un centinaio di

volumi. Devono poi aggiungersi n. 6 tavole e planimetrie,

relative a diverse località ed agli obblighi di celebrazione

di messe.

INVENTARI E ALTRI STRUMENTI DI CORREDO

Repertorio redatto nel 1833; G. Schirò (a c. di) Guida – ordinamento – inventario, 1996, corredata da un riepilogo finale della consistenza e dell’indice onomastico e toponomastico delle cariche e degli uffici, con allegata fotocopia del repertorio del 1833. Tutta la documentazione è stata condizionata in faldoni nuovi, forniti dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, che ha finanziato anche il riordino.

 

 

BIBLIOGRAFIA

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KEHR, X 261-267;

LANZONI, I 639-641;

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DHGE

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Agrigento (Cattedrale), Risposta ad una dimostrazione fatta a pro delle pretensioni del Vescovo di Girgenti su del suo Capitolo contro una scrittura intitolata “Causa regia, o sia difesa del regio patronato e delle reali sue prerogative sopra la chiesa di Girgenti”, s. n. t., più Sommario dei documenti; Agrigento (Diocesi), Ragguaglio della condotta e ragione del Vescovo di Girgenti mons. D. Lorenzo Gioeni … che si sottopone alla intelligenza della Real Suprema Giunta di Sicilia per la consulta da farsi alla Maestà del Re … sopra le false asserzioni … esposte nel ricorso presentato … alla medesima Maestà … s.n.t.;

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G.B.M. IANNUCCI, Difesa di mons. Don Lorenzo Gioeni, vescovo di Girgenti, contro le vane pretensioni di que’ canonici, Napoli, 1739;

  1. CRESCIMANNO, Difese delle giurisdizioni e preminenze della cantoria della cattedrale Chiesa di Girgenti a pro del dr. Don Antonino Cavalieri, attuale cantore, contro il dr. Don Ugone Papé , decano della medesima cattedrale … s. n. t. (1748);

Difesa delle tre sentenze conformi e dell’atto di perpetuo silenzio che à ottenuto il regio Decano contro il Cantore della Cattedrale di Girgenti nella causa delle giurisdizioni e preminenze appartenenti al Decanato, prima Dignità, Palermo, 1751;

  1. PAPÉ, Difesa delle tre sentenze conformi e dell’atto di perpetuo silenzio che à ottenuto il regio Decano contro il Cantore della cattedrale di Girgenti nella causa delle giurisdizioni e preminenze appartenenti al Decanato, prima dignità, Palermo, 1751;
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Agrigento (Diocesi), Per il diritto di libera collazione che sui canonicati della Cattedrale di Girgenti compete al Vescovo di quella Chiesa, s.n.t. (1759);

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  1. FELICE, congresso dei Sindaci … per l’abolizione delle decime, Girgenti, 1892;
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  3. SALVIOLI, Le decime di Sicilia e specialmente quelle di Girgenti, Palermo, 1901; Italia (Corte di Cassazione di Palermo), Per la Sacra Distribuzione della Cattedrale parrocchiale chiesa

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Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento, cattedrale di agrigento, chiesa di agrigento

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