“Scarso interesse degli enti locali e regionali agrigentini”, l’accusa degli organizzatori
“Dopo i ripetuti tentativi di rimanere ad Agrigento e constatato lo scarso interesse degli enti locali e regionali agrigentini, per non mettere a repentaglio la sopravvivenza del Centro e degli studi che lo stesso porta ininterrottamente ormai avanti da oltre 50 anni, abbiamo ritenuto ancora una volta di dover spostare il Convegno (che si sarebbe dovuto svolgere lo scorso dicembre) al Centro Congressi dell’ Hotel Saracen – Isola delle Femmine (PA) dove già era stato ospitato nel 2017”.
Poche righe sulla pagina facebook del Centro Nazionale di Studi Pirandelliani di Agrigento, ma pesantissime.
“Ripetuti tentativi” rimasti inascoltati da una classe politica che non sa riconoscere il valore di un appuntamento culturale che da decenni viene apprezzato dai massimi esperti della letteratura e del teatro mondiali e che ha portato diverse migliaia di studenti delle scuole italiane ad Agrigento nei decenni passati.
“Scarso intereresse” verso la vita di un Centro Culturale che da mezzo secolo è l’esperienza culturale più importante per una città che raramente ha avuto momenti alti di studio e di attenzione (come sono stati i convegni pirandelliani) verso ciò che di meglio esprime la vita letteraria in Italia e nel mondo. Scarso interesse di una classe politica che preferisce un provincialismo culturale dal fiato corto e iniziative autoreferenziali, buone spesso solo per le passarelle dei politici del momento.
La politica locale “mette a repentaglio” i convegni e il centro pirandelliano, ma i suoi promotori, dimostrando di essere migliori di chi ci governa, hanno trovato altrove un terreno migliore dove continuare a far fruttare il loro amore per gli studi pirandelliani e non solo per quelli. Non solo i nostri giovani migliori sono costretti quindi ad emigrare per avere un futuro, ma anche le nostre migliori risorse culturali. Ricordiamo anche il premio Efebo d’oro, nato ad Agrigento e da tempo emigrato anch’esso a Palermo per le stesse ragioni: la città è governata da una classe politica miope.
Da tempo registriamo lo scarso interesse di chi governa questa città verso Pirandello e il suo mondo. Se qualcosa significativo è sorto in città, ha portato la firma di associazioni culturali locali. La politica e la burocrazia agrigentina si sono sempre mossi con lentezza e anche quando qualcosa di buono è stato fatto purtroppo l’incapacità di sviluppare quanto realizzato ha evidenziato quanto scadente sia la capacità di progettare. Una città che perde pezzi perchè non ha una classe dirigente con una visione nè culturale, nè di altro genere.
Elio Di Bella
