
Sarà di nuovo Sagra del Mandorlo in Fiore ad Agrigento .
Ottanta anni fa erano le pagine del Giornale di Sicilia ad annunciare che un notabile del tempo, un grosso proprietario terriero divenuto poi federale fascista organizzava una manifestazione folkloristica con esibizione di giovani in costume siciliano, sfilata di carri addobbati con frasche e fiori mandorlo, musica di zufoli, tamburelli, fisarmoniche, scacciapensieri.
Oggi non più solo i giornali, ma anche i social network impazzano con video e foto sulle bacheche di agrigentini e turisti che vogliono ricordare la “loro” Sagra o anche quella dei loro cari.
L’agrigentino Roberto Caponnetto ha aperto una pagina facebook sulla Storia della Sagra del Mandorlo in Fiore che sta riempiendo con scatti di decine anni fa sulle varie edizioni della manifestazione. Pagina molto seguita e commentata e arricchita dai contributi di tanti che hanno conservato negli anni le foto e adesso le condividono in rete con molto entusiasmo.
Lucia Canuto manda una foto scattata dalla sua mamma nel 1957 con in evidenza una splendida ricostruzione del tempio dei Dioscuri montato su uno dei carri che sfilarono quell’anno. Carolina Napoli si commuove scoprendo in una foto che ritrae un gruppo folkloristico davanti il tempio della Concordia il suo “grande nonno”. Giovanni Lo Brutto invece posta una foto degli anni Cinquanta del primo gruppo folkloristico di Favara che partecipò alla Sagra ed indica con entusiasmo un giovane chitarrista : “Era mio padre”. In un’altra foto la didascalia precisa che il “Cav.. Cummo alla chitarra, Pasquale Gallo al fiscaletto, Aurelio Patti al fiscaletto” si esibiscono su un bellissimo carretto siciliano. Fotogallerie di “una grande storia” come molti commentano.
E’ nato in questi giorni anche un nuovo sito web dedicato, con relativa pagina facebook “Mandorlo in Fiore online”, diretti da Flavio Albano. Qui la storia della Sagra è ricostruita con testi ed è in particolare dedicato all’edizione di quest’anno (che si terrà dal 4 al 12 marzo) con ricche informazioni anche per i turisti che hanno bisogno di un bus o di una guida, che cercano informazioni su dove mangiare o dormire o vogliono conoscere gli eventi e il programma o qualcosa in più sugli effetti benefici dell’olio di mandorla.
Anche le istituzioni si muovono. Una mostra racconta la Sagra del Mandorlo ed il Festival internazionale del Folklore nei suggestivi ambienti della Scala Reale, cuore dell’ottocentesco Palazzo della Provincia e della Prefettura.
L’evento ci offre lo spunto per ricostruire gli albori di una manifestazione che ormai fa parte della vita di tre generazioni di agrigentini. Sono però ormai pochi coloro che l’hanno vista nascere e dunque non molti ne conoscono le origini, che costituiscono da sempre le radici di un impegno umano e culturale che si è sempre legato alle vicende della stessa Città dei Templi.
La prima edizione si svolse ad Agrigento proprio ottanta anni fa, la domenica del 14 febbraio del 1937. Annunciata in particolare dalle pagine del Giornale di Sicilia del 12 febbraio e raccontata in un dettagliato articolo del 16 febbraio, corredato da una foto del tempio di Giunone e da un maestoso mandorlo fiorito.
Bisogna però andare ad una giornata d’inverno di tre anni prima, cioè del 1934 per andare agli albori della Sagra. E dobbiamo andare dentro una saletta dell’Hotel des Temples, antica villa del barone Ignazio Genuardi, trasformata in un raffinato albergo nella seconda metà dell’Ottocento, dopo che il famoso barone di Girgenti fu costretto a vendere la sontuosa dimora a causa di un fallimento.
In quella saletta, attorno ad un caffè, alcuni gentiluomini cominciarono a sognare di festeggiare la precoce primavera agrigentina con una manifestazione folkloristica siciliana.
Conosciamo alcuni particolari perché uno dei protagonisti di quella giornata ha spesso raccontato agli amici i momenti più salienti di quella conversazione storica.
Così anche noi oggi possiamo immaginare di vedere il Conte Alfonso Gaetani, trentenne aristocratico di Naro e l’ambasciatore di Francia a Roma, conte Charles de Chambrun discutere delle bellezze della Valle dei Templi e possiamo immaginare che appena dopo quella conversazione cominciò a balenare nella mente del conte agrigentino l’idea di allestire un appuntamento gioioso, una festa per celebrare la fioritura dei mandorli.
Pensò di organizzare l’evento nella Valle del Paradiso, presso la Fulgentissima Naro, celebre proprio per la distesa di mandorli fioriti. Così la “Sagra del Mandorlo fiorito” (questo il suo primo nome) prese l’avvio innanzitutto per le vie di Naro con carretti ricolmi di fiori e belle donne in ricchi costumi, ballerini e suonatori di magarruna, di zufoli e di quartareddi, non solo di Naro, ma pure d’Aragona, Canicattì, Sciacca e di altri comuni della Provincia.
Senonché presto quella brillante idea cominciò a camminare quasi da sola e camminò da Naro verso Agrigento, verso la splendida Valle dei Templi dove già a gennaio fioriscono spesso i primi mandorli.
E così nacque la Sagra del Mandorlo in Fiore: la candida fioritura dei mandorli, insieme allo spirito di gioia, pace e fratellanza che aleggia tra i templi dell’antica Akragas sono gli ingredienti di un appuntamento che si ripete ormai da diversi decenni.
La prima giornata della manifestazione, il 14 febbraio, fu funestata dalla pioggia, così si dovette rinunciare allo spettacolo previsto nella spianata del tempio di Giove e i canterini di Val D’Akragas diretti dal maestro Franco Flora e i Canterini Etnei si esibirono sul palco del teatro municipale, il Regina Margherita.
Nei primi posti c’erano le autorità fasciste della provincia e i loro invitati.