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La battaglia del Ponte e la Battaglia di Nihawānd: la fine dell’impero Sasanide nel settimo secolo

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l'impero sasanide

21 Luglio 2017 //  by Elio Di Bella

l’impero sasanide

Nella sua prima fase l’ espansione araba si era sviluppata in tre direzioni: verso la Mesopotamia, verso Siria e Palestina e verso l’Egitto.

Spinte da zelo religioso e visioni di ricchezza terrena le armate arabe si lanciarono in direzione del Caucaso e verso est, entrando in Persia.

Lo scontro decisivo degli arabi con i persiani avvenne a Qādisiyya (637), dove l’esercito persiano guidato da Rostam fu sconfitto.

Poi le armate arabe  avanzarono verso nord e verso est, occuparono Ahwāz e il Khūzistān (639), presero Ctesifonte  e si aprirono così la strada verso Isfahan e l’Iran centrale.

Arrivarono alle sponde dell’Eufrate nel 643 grazie alle imprese del successore di Maometto, il califfo Abū Bakr.

Durante l’era del secondo Impero persiano, dal 224 fino al 651, l’ultimo re sasanide, Yazdegerd III dovette fronteggiare l’avanzata araba. Dai Sasanidi, il loro Impero era chiamato Iran o Eranshahr. L’era sasanide è considerata uno dei più importanti periodi storici dell’Iran.

  Yazdegerd III sperava in un aiuto dalla Cina nella guerra contro gli arabi che però non arrivò mai e pertanto dovettero fronteggiare il nemico con le proprie forze.

In una prima fase di contatto,  i Sasanidi sconfissero gli  Arabi nella Battaglia del Ponte nel 634 .

La battaglia del Ponte   del  634 tra gli arabi musulmani guidati  da Abū ʿUbayd b. Masʿūd al-Thaqafī e l’esercito persiano sasanide condotto da Bahman Jādhūyeh vide vittoriosi i Sasanidi

   L’esercito sasanide  si accampò a Quss al-Nāṭif, sulla sponda orientale dell’Eufrate e   Abū ʿUbayd b. Masʿūd     si accampò con 9 000 uomini sulla sponda opposta dell’Eufrate presso il villaggio di Marawha e fece costruire    un ponte di barche per attraversare il fiume.   La mattina del 28 novembre 634 diede ordine di cominciare l’attraversamento.

Quando cominciò la battaglia  comparvero gli elefanti da guerra dell’esercito persiano e gli arabi si terrorizzarono e si sbandarono.

I Persiani attaccarono e  si dice che ad uccidere Abū ʿUbayd b. Masʿūd sia stato proprio un elefante.  Migliaia di musulmani vennero massacrati in poche ore

 Il resto dell’esercito musulmano ritorno nell’altra sponda dell’Eufrate, ma era ridotto a soli 3 000 uomini da novemila che erano. Solo due mila però caddero in battaglia, gli altri disertarono.

I persiani non inseguirono i musulmani in ritirata perché ci fu una rivolta   nella capitale persiana e l’esercito venne richimato a richiamò Ctesifonte per sedare la rivolta.

iran al tempo delle due battaglie

Tre anni dopo però gli arabi  conquistarono Ctesifonte   dopo un prolungato assedio. I sasanidi cercarono di  respingere gli invasori, ma il tentativo fallì  e vennero sconfitti nella Battaglia di Nihawānd.

La battaglia di Nihavand si risolse in una disastrosa sconfitta per l’esercito sasanide

Trentamila arabi agli ordini di al-Nuʿmān b. Muqarrin attaccarono l’esercito sasanide formato da  150 000 soldati comandati da Fīrūzan.

I Sasanidi da  una posizione ben difesa attaccarono    Nuʿmān che si finse sconfitto e abbandonò il campo di battaglia.

Certo di avere vinto,  Fīrūzan si pose    all’inseguimento del nemico. I musulmani però attesero    in una gola   l’esercito sasanide che rimase così  intrappolato e massacrato.    Caddero    più di 100 000 soldati persiani e nella furia della battaglia  morirono anche i due comandanti.

Gran parte del territorio  sasanide venne annesso al califfato Islamico. Con l’assassinio di Yazdgard III a Merv nel 651 si concludeva la storia dei Sasanidi e iniziava quella della Persia islamica.

Elio Di Bella

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Categoria: storiaTag: arabi, iran, persia

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