L’antica Montevago sorgeva su un territorio dove gli Arabi avevano edificato un casale, cui avevano dato il nome di Mazil-Sindi. Il luogo è ricordato dal geografo Edrisi perchè vi si trovava anche un castello.
Il feudo prese poi il nome di Misilindinoe, con questa denominazione, era conosciuto nel 1392, quando il re Martino lo concesse ad Antonio Moncada Montecateno, conte di Adernò. Questi commise, però, l’errore di ribellarsi al sovrano e i beni gli vennero immediatamente confiscati e ceduti al maggiordomo del sovrano catalano Michele de Iubu. Da allora si avvicendarono molti signori fino a quando, nel 1636, il territorio non venne acquistato da Donna Girolama Scirotta Platamone, marchesa di Sant’Elisabetta, moglie di don Francesco Scirotta, giudice della Magna Curia Regia di Palermo.
Il re Filippo IV diede il permesso di popolare i feudi di Donna Girolama, e così venne fondato il paese di Montevago, il 10 ottobre 1641. Un anno dopo, il figlio di donna Girolama, don Rutilio Scirotta, veniva insignito del titolo di Principe di Montevago. Ereditò, successivamente, il principato Girolamo gravina, figlio di Girolama Scirotta e Giovanni Gravina. Sotto questa famiglia, Montevago ebbe un notevole impulso e il paese venne edificato secondo uno schema ortogonale che diede una vera fisionomia cittadina all’abitato. Si avviarono anche i lavori per la costruzione del Duomo, che verrà portato a termine solo nel 1830 dal cardinale Pietro gravina.
Montevago venne abbellita da altri importanti monumenti che sono andati distrutti a seguito del terremoto del gennaio 1968.
Il territorio in cui sorge il paese è pianeggiante ed è prospiciente sulla valle del medio Belice.
Il centro abitato è a 366 metri sul mare e dista 20 chilometri dal mare e 105 da Agrigento. Conta oggi una popolazione di poco più di 3.500 abitanti. Assai sviluppata è l’agrumicoltura, tuttavia l’attività agricola non consente sempre buoni guadagni, costringendo molti all’emigrazione.