Il 21 dicembre 1947 era un giorno di domenica, ma in particolare era il giorno della protesta in molte città della Sicilia, dove il dopoguerra aveva portato soprattutto disoccupazione ed emigrazione ed anche quanti avevano un lavoro non vedevano ancora riconosciuti i propri sacrosanti diritti e la mafia cavalcava la protesta.
A Canicattì, popoloso centro dell’interno della provincia di Agrigento, la Piazza IV Novembre si presentava ben diversa sin dalle prime ore del mattino.
Erano state bloccate le vie d’accesso alla città e i carabinieri, con il moschetto a tracolla, facevano la ronda tra la gente che cominciava ad arrivare per partecipare alle manifestazioni per lo sciopero generale indetto dalla Camera del Lavoro contro il carovita, la miseria e la disoccupazione.
Si volevano inoltre costringere i proprietari terrieri a rispettare la legge sull’«imponibile di manodopera» che li obbligava ad assumere un numero minimo prestabilito di braccianti disoccupati proporzionato ai lavori da effettuare nel loro fondo in attesa della Riforma agraria.
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