Piazzetta San Giuseppe per i girgintani, (Agrigento del 1927), cos’era e cosa è stata per il suo centro storico, nel lungo periodo degli anni tra l’Ottocento e il Novecento?
E’ stato un “luogo di identità” in antitesi ai tanti “non-luoghi” di oggi. E’ stato un luogo di sicura e forte identità nel quale è delicato mettere mano con interventi architettonici, se non dopo aver ripercorso la storia e il rispetto che meritano le tante storie degli eventi del tempo trascorso.
Allora com’era la Piazzetta San Giuseppe.
L’antico tracciato di via Atenea terminava il suo percorso in vista della facciata di colonne doriche del Circolo Empedocleo; sette gradini portavano al piano della piazzetta che si allineava a livello con quello del Circolo Empedocleo. La piazza era lastricata con grandi rettangoli di marmo e con sedili di pietra lavorata, sul perimetro era contornata da inferriata, ferro battuto con decoro di rosette e tralci e infine i lampioncini in ghisa vagamente ispirati al Liberty, che saranno stati a gas, poi a luce elettrica;
Nella seconda metà dell’Ottocento la piazzetta era stata un luogo frequentato da girgintani, borghesi e nobili; è stata anche visitata da personaggi illustri che gli eventi della storia proponevano alla ribalta: Ferdinando II di Borbone prima, Umberto e Margherita di Savoia poi, Bixio, Menotti, Dumas, e altri.
(Al centro della piazza c’era una volta la statua di Francesco II di Borbone, dono dei girgintani al proprio re, poi, e sappiamo la storia, fu rimossa in riguardo dei nuovi ideali. La statua merita un ricordo storico, per esempio una lapide , al centro, come quella che a Campo de’ Fiori ricorda Giordano Bruno nel luogo “ dove il rogo arse”).
Da quella piazzetta lo sguardo spaziava libero verso la valle e il mare in fondo, vasto e brillante. Nelle sere d’estate la luna piena lasciava una scia d’argento sul mare mentre disseminate sull’orizzonte si vedevano le piccole luci delle lampare a pescare.
Ma, il Comune cercava spazi per posteggio auto, per la motorizzazione che tanto si incrementava a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, e scelse di sacrificare una bella piazzetta della città, la piazzetta San Giuseppe, ancora tutta lastricata di di marmi bianchi e grigia di ferro e ghisa. La piazzetta in stile, con tutta la sua aura di Novecento è scomparsa.
Ora è un’altra cosa, è intervenuto l’arredo urbano d’autore e tutto diventa opinabile.
agrigento piazza san giuseppe
Se nell’Ottocento, ma anche prima, le capitali europee arredavano le città con figure a cavallo di principi, re, patrioti, e anche archi, sacelli e fontane, negli anni nostri non mancano figurazioni originali e sorprendenti, come ago e filo a Milano, pinguini, sedie giganti, alberi di cemento. Se si cerca, poi, un’opera che possa attrarre turisti e viaggiatori, ecco che deve essere un’opera dei grandi maestri, come quelle che lasciano in giro nelle grandi città, e sono poco più di un autografo, artisti come Anish Kapoor, Richard Serra, Mimmo Paladino, Eduardo Chillida.
Tornando alla Piazzetta San Giuseppe, oggi il luogo accoglie un’opera; hanno messo mano in un luogo significativo della città e un’opera esposta sollecita un giudizio e una riflessione.
Da parte mia dichiaro subito rimpianto, nostalgia, sentimento e fascinoso ricordo per la Piazzetta di San Giuseppe.
E questi sono i sentimenti che i luoghi possono esprimere, come quel balcone di Verona di casa Capuleti, la piazzetta di Capri, il ponte di Brooklyn di Wood Allen, quel terrazzino sulla spiaggia di Montalbano.
La Piazzetta di San Giuseppe la annovero tra queste, e chissà a quante a altre. Rimane, nel ricordo, un luogo sensibile, un luogo dell’anima.
Toto Cacciato