Ardua bellorum fuit gens Agrigentinorum
Tu sola digna Siculorum tollere signa
Gigantum trina cunctorum forma sublima.
Paries alta ruit, civibus incognita fuit.
Magna gigantea cunctis videbatur ut dea.
Quadricenteno primo sub anno milleno
Nona decembris deficit undique membris.
Talis ruina fuit indictione quinquina.
Possente sempre fu in guerra la valorosa gente degli Agrigentini.
Tu sola degna veramente fra tutti i popoli siculi di elevare
Nello stemma il trino segno de’ Giganti, portentosi per forma fra tutti.
Ruinò a terra l’altissimo muro, ed i cittadini più non l’ebbero in cura.
Parve a tutti la mole gigantesca della statua essere una divinità.
Nell’anno quattrocento uno dopo l’anno millesimo.
Nel nono giorno di dicembre cadde il monumento da ogni parte.
Tale ruina ebbe luogo correndo la quinta indizione.
Questo antico testo, di un anonimo poeta, ricorda il crollo, dovuto all’incuria degli agrigentini, che distrusse ciò che allora rimaneva del magnifico tempio che nell’antica città di Akragas era stato dedicato a Zeus