La villa dedicata prima a Maria Teresa e poi a Garibaldi ad Agrigento fu un vanto per tutta la città
A Girgenti (oggi Agrigento) l’entusiasmo per il sorgere della grande e bella villa comunale attraversò tutta la cittadinanza e tutti i ceti. Molti parteciparono a alla sua costruzione e ad abbellirla. Spontanee contribuzioni, “adozioni” di aree del terreno, acquisto di piante esotiche e di oggetti di ornamento arrivarono da tante parti. Questo ci racconta il documento conservato nell’Archivio di Stato di Agrigento che qui pubblichiamo. Nello stesso tempo l’estensore del documento chiede all’amministrazione comunale di contribuire maggiormente per completare l’opera.
Girgenti 12 novembre 1851
visto l’ufficio del sindaco di Girgenti dell’11 corrente numero 20 27
vista la Decurionale del 4 novembre stesso
Considerando che la nuova villa, formata dal genio benefico dell’ottimo Intendente forma la delizia di una intera popolazione, ove va a respirare un’aria libera, e salubre, ristorante dalle occupazioni e travagli, molcendo le funeste ricordanze delle passate sventure.
Considerando, che la Comune in questa opera insigne, che onora tanto la patria e chi la regge, non ha contribuito che tenui lasciti in proporzione del già fatto, mentre buoni cittadini han concorso, e continua gara le spontanee contribuzioni, in ogni ceto, in denaro, travagli a loro spese, doni di belle statue di marmi, ed oggetti di ornamento, e persino le signore adottano con entusiasmo pezzi di terreni per ismaltarli di fiori, le piante esotiche, che a gara, con emulazione, mandano ad acquistare in Palermo, ed altri luoghi.
Attesochè è regolare ragionevole, che la Comune faccia una spesa generosa per completarla di tutto punto, almeno per portarla a buon segno, per incoraggiare buoni cittadini, a continuare le loro cure, mentre essendo i fondi comunali il risultato delle contribuzioni pubbliche, così coloro che nulla han contribuito, dovrebbero indirettamente, sparutissime frazioni incalcolabili pertanto bene pubblico.
Attesochè togliendosi li Ducati 1200 deliberati dalla Decuria sul credito della Radiale di Favara, a pagarsi sul fondo delle opere pubbliche con respiro di quattro anni, non produrrebbe disguido veruuno all’amministrazione.
per tali motivi
a rapporto del Consigliere relatore signor Caruso è di avviso, di approvarsi la decurionale.
Seguono firme
Archivio di Stato di Agrigento inventario 4 busta 425

