
Svelati i segreti delle ricche case del quartiere ellenistico-romano di Agrigento.
Pavimenti e pareti decorati delle stanze delle dimore gentilizie del ceto egemone che governava la vita economica e politica della città nel secondo secolo dopo Cristo, fanno luce su una vita domestica di lusso. Ci parlano della intensa attività sociale di gruppi dominanti che controllavano una fitta rete di soggetti, tenuti a molteplici obblighi nei confronti di potenti signorotti locali agrigentini che controllavano la vita cittadina.
Un contributo alla studio di un’epoca che non è stata affatto di crisi, come si va rilevando anche con scoperta del teatro nella Valle dei Templi, arriva dalla giovane archeologa Anna Rita Pecoraro, di Prizzi, in provincia di Palermo, che si è laureata ad Agrigento nel 2014 all’Università dei Beni Culturali e si è specializzata a Catania tre anni dopo.
La sua tesi su una casa gentilizia del quartiere ellenistico romano di Agrigento ha meritato un premio con un borsa di studio, in occasione delle giornate gregoriane che si svolgono da alcuni anni ad Agrigento e nell’ambito delle quali avviene la premiazione di significativi lavori scientifici di giovani studiosi.
Un premio che ha consentito alla giovane Anna Rita di approfondire gli studi su una casa romana a cui ha dedicato molti mesi di studio e che adesso rende anoti anche attraverso una monografia che verrà presentata nella prossima edizione delle Giornate gregoriane, che si terranno ad Agrigento dal due al tre dicembre prossimi.
“Ho fatto uno studio sulle strutture di una casa in una delle insule del quartiere ellenistico-romano di Agrigento. In particolare ho analizzato gli elementi di decorazione e di rivestimento della casa, quindi i pavimenti, i capitelli, gli elementi architettonici e gli stucchi parietali – spiega Anna Rita Pecoraro – In una seconda fase ho fatto uno studio dei reperti trovati negli scavi della stessa casa realizzati dal sovrintendente Ernesto De Miro nel 1954”.
Ne emerge una visione particolarmente dettagliata ed approfondita di una casa che risale alla fine del secondo secolo avanti Cristo. E’ caratterizzata da un cortile con un peristilio incompleto, che costituisce il suo fulcro e attorno a cui ruotano gli ambienti dell’edificio.
“Era abitata da una famiglia di livello medio alto, come si comprende dalla cura nella sistemazione interna. Ha infatti pavimenti in coccio pesto, decorati con tessere bianche di marmo, disposti in un reticolato di rombi. Sono cornici in stucco, decorati con motivi di tipo floreale, soprattutto palmette; e cornici con semplici modanatura. La casa era dunque sfarzosa, secondo il gusto del primo stile pompeiano dell’epoca”, aggiunge l’archeologa Pecoraro.
Particolarmente bello il colonnato che è in stile dorico, ma sono stati trovati anche colonne con capitelli in stile ionico-siceliota. La casa aveva un piano superiore. Ma ciò che ha particolarmente attratto la curiosità della giovane studiosa siciliana sono le cinque stanze di ricevimento e di rappresentanza. “ Così tanti ambienti per i ricevimenti e la rappresentanza ci dicono che vi dimorava una famiglia del ceto egemone agrigentino con relazioni molto vaste ed importanti. Le sale di rappresentanza erano collegate fra di loro. Erano piuttosto ampie e dunque erano state pensate per ricevere molte persone, certamente i clientes del proprietario. Personaggi con cui discutere di affari economici o politici, legati al padrone da forti interessi comuni”, dice Anna Rita Pecoraro.
Questi ambienti agrigentini erano quelli di cui ci parla Cicerone nelle Verrine, là dove ci descrive le case gentilizie della città di Agrigento: ricche di statue, tappezzeria, arazzi, argenti. Il testo letterario, trova quindi conferma in queste scoperte archeologiche.
Non manca la presenza della cultura religiosa dei suoi residenti: “Ho trovato una nicchia in una parete che mi fa pensare all’esistenza di un culto domestico. In questa nicchia molto probabilmente c’erano esposte le statue dei lari, degli antenati e le statuette per il culto domestico”, conclude la brillante archeologa siciliana.
Nella stessa insula del quartiere ellenistico-romano vi sono altre case più grandi e pertanto si trovava in un quartiere del ceto cittadino benestante.
Questo lavoro di Anna Rita Pecoraro verrà presentato il due dicembre in occasione della undicesima edizione delle “Giornate Gregoriane”, promosse dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, che saranno dedicata al tema “ Theaomai. Teatro e società in età ellenistica”.
Elio Di Bella