Campobello e il periodo borbonico.
(1734-1860)
Anche nel 1726, il 1 settembre il nostro paese è sconvolto da un terremoto che causò molti danni.
La mancanza dei delinquenti, l’enorme fertilità del terreno e l’estrazione dello zolfo tra il 1716 e il 1749 porta ad un incredibile incremento della popolazione, come abbiamo sopra detto, di Campobello ( da 302 abitanti a 1.739 oltre i 97 della Bifara) consentendo di superare per numero molti altri centri viciniori come Castrofilippo (898), Camastra (490), Delia (1717), Sommatino (1.503). Mentre Ravanusa da 2.932 passa a 4.417, Canicattì da 8.298 a 11.663. Naro da 8.061 a 9.386, Licata da 8.983 a 11.243.
All’inizio del ‘700 dopo il terremoto del 1693, viene iniziata la costruzione del “Palazzo Ducale”, il cui stile è influenzato dalla coeva architettura spagnola caratterizzata da una pregevole balconata. Costituito da un pianterreno interrato, destinato a rimesse o scuderie o a magazzino di derrate o di sgombero, un piano ammezzato per l’ amministrazione, archivi e alloggi per gli impiegati, un piano nobile per la famiglia del signore e un piano sottotetto per i cadetti.
I soffitti e le volte sono superbamente affrescati dai migliori pittori del Settecento siciliano come Olivio Sozzi e Provenzano di Palma. La costruzione sarà ultimata il 1745-47. (la data è venuta recentemente alla luce durante il lavoro di restauro del Palazzo). Le più belle stanze sono: la stanza del Vescovo, la sala del Vescovo, la Cappella del Vescovo, la Stanza degli Amorini, la sala della Musica e la stanza delle Muse Urania, dell’astronomia e della poesia didascalica e Tersicore, della danza e della poesia corale.
In quel periodo il palazzo è circondato da una cintura di terreno incolto di natura calcarea destinata alla futura espansione edilizia chiamata “Li Chimuna”, cioè il Comune, perché di proprietà demaniale.
In questo palazzo esistevano tre passaggi segreti. Il primo conduceva dopo circa un chilometro al giardino Pozzillo-Milici. Il secondo, attraversando la piazza e il palazzo Bella La Lomia, sfociava nel cortile Farruggio-La Greca dove esisteva una sorgente d’acqua e le rimesse. Il terzo passaggio sotterraneo (partendo sempre dal Palazzo Ducale) raggiungeva l’attuale piazza Generale Cascino.
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