Ignazio Lauria nasce ad Agrigento il 10.2.1859 da un’agiata e dignitosa famiglia della media borghesia, per morirvi all’età di 70 anni.
Giovanissimo, viene avviato per sua insopprimibile vocazione agli studi musicali, frequentando la scuola fondata nel ‘700 dal vescovo Gioeni. Si lega in amicizia con Raffaele Balletti, suo meno giovane condiscepolo, anch’egli destinato a notorietà cittadina nel campo musicale sia come piacevole compositore che come fondatore di un premiatissimo Corpo Bandistico Municipale.
Invogliato dal M°. Terranova, il giovane Ignazio Lauria si dedica alla com-posizione di romanze e piccoli poemi sinfonici.
Terminati gli studi, quando la Città natale non può aggiungere nulla alla sua preparazione, raggiunge Napoli, sede dei più antichi e gloriosi Conservatori del Regno e dell’omonima secolare Scuola Musicale.
Conseguito il diploma – è ormai un ottimo pianista e un avviato compositore – gli si aprono le porte di una brillante carriera e probabilmente della notorietà nazionale ed europea, ma gli affetti familiari lo inducono ad un rassegnato ritorno verso la città di nascita, ove si dedica all’insegnamento scolastico della sua Arte.
A nulla valsero i consigli e i suggerimenti di Caterina Ricci Gramitto, madre di Luigi Pirandello, perchè il giovane musicista decidesse per la propria attività di disertare Agrigento.
In questa città, attorniato da amici e inserito in circoli musicali privati (primo tra tutti quello voluto dalla benemerita Epifania Zirafa), l’attività compositiva del Lauria prosegue tanto per le esigenze didattiche e rappresentative del proprio ruolo, quanto per insopprimibile bisogno di sentire, di pensare, di sognare in musica.
Numerosissimi sono i titoli delle sue composizioni, tra le tante descrittive o celebrative e le più meditate, organiche, colte, destinate a sè stesso o all’ascolto degli amici competenti. La difficoltà a sottoporle al pubblico derivava non solo da un “mercato culturale” inadeguato e ristrettissimo, ma anche dalla carenza di adeguati complessi vocali, corali e strumentali di archi, legni e ottoni.
Settimio Biondi