• Menu
  • Skip to right header navigation
  • Passa al contenuto principale
  • Passa al piè di pagina

Before Header

Agrigento Ieri e Oggi

Header Right

  • Home
  • In 5 Minuti
  • Agrigento Racconta
  • Attualità
  • Storia Agrigento
  • Storia Comuni
  • Storia Sicilia
  • Storia Italiana
  • Storia Agrigento
  • Storia Comuni
  • Storia Sicilia
  • Storia Italiana

Header Right

  • Home
  • In 5 Minuti
  • Agrigento Racconta
  • Attualità
miniera di zolfo presso girgenti

Le miniere di zolfo in Sicilia nel 1860

11 Luglio 2019 //  by Elio Di Bella

Nuova statistica dell’industria italiana

del dottor  PIETRO MAESTRI .

Le miniere di zolfo in Sicilia si estendono sopra gran parte del centro e più al basso verso la costa meridionale dell’isola. Il terreno che contiene quella sostanza è composto di grès bituminoso, di marme scistose nere ed anche bituminose che i siciliani sogliono chiamare marne azzurrine, in letti di calcarea alternativamente stratificati.

Le miniere di solfo colà sono state esplorate e lavorate da più di 200 anni, ma la quantità estratta per l’estero è stata di poco rilievo, finchè non ne crebbero le dimande in conseguenza delle scoperte chimiche dell’ultimo quindicennio, le quali obbligano ad un maggior consumo di questa sostanza a servizio delle varie manifatture.

Delle 150 miniere lavorate sopra un’area di circa 6970 chilometri quadrati, le più produttive sono quelle di Favara, Sommatino, Gallizzi e Riese.

Lo stabilimento di una miniera di solfo è diretto da un amministratore locale, da scrivani, capo-mastri e guardie, e

lavorato da piconieri con ragazzi rispettivi, da arditori, trombotori e bordonari.

L’amministratore locale è spesso anche socio; scrive e fa conti; dirige le opere e gli scavi, ecc.; assistito in ciò dal capo-mastro. Egli è anche cassiere, nella qual funzione, come nel resto, si serve degli scrivani addetti all’amministrazione. Gli scrivani sono particolarmente impiegati nel prender nota del lavoro distribuito, delle giornate degli operai, nel ricevere lo solfo, nel sopravvegliare i borbonari o minatori. I capo-mastri attendono alla parte pratica e direttiva dei lavori, scelti fra i più intelligenti ed esperti piconieri. Questi ultimi insieme ai rispettivi ragazzi possono considerarsi come le persone veramente importanti dello stabilimento. I piconieri abbattono lo solfo ed i ragazzi lo traggono dalle miniere. Gli uni e gli altri lavorano sei orenelle ventiquattro e 250 giorni circa all’anno. Gli arditori fondono il minerale, i trombotori pompano l’acqua dalle miniere, i bordonari trasportano lo solfo sopra asini o muli da queste ai varii porti d’imbarco.

Il numero delle persone che lavorano nelle miniere può calcolarsi a 4400 così ripartito: 1300 piconieri, 2600 ragazzi, 300 fonditori e 200 scrivani e simili, ai quali se si aggiungono 3600 persone impiegate accessoriamente, cioè 2600 conduttori e 1000 facchini, il numero totale delle persone che più o meno attendono ad estrarre il minerale, a fonderlo, prepararlo e caricarlo per l’esportazione. Variano le paghe di tutto questo personale da 1 fr. e 20 cent. A 3 fr. e 60 cent. per giorno. –

Tosto che lo solfo venne estratto in massa dalle miniere, e sbattuto sulla sua superficie, si cerca di separarlo dalle varie sostanze, con cui si trova, per mezzo della fusione in fornaci di gesso e pietra contenenti dai 18 ai 22 chilogrammi ciascuna. Esso è di questo modo convertito in

un fluido bruno e sottile che cola fuori dal fondo in apposito recipiente, nel quale si raffredda e si indura, prendendo la forma e la solidità che gli è propria all’epoca di sua esportazione. Il gas solforico, che emana durante la fondita, distrugge quasi tutta la vegetazione circostante, siccome pure molta parte dello solfo va perduta in causa dei cattivi processi che si impiegano generalmente.

La solfo in pani viene pigiato e pesato, quindi caricato su muli o asini che ne portano due pani per spalla alla vicina costa. Questo rozzo modo di trasporto, reso qualche volta necessario dalla mancanza di strade, contribuisce ad aggravare di molto il prezzo dello solfo. Ne consegue anche da ciò che le miniere di Girgenti, Favara e Riesi sieno lavorate con spesa assai più tenue di quelle dell’interno, per esempio di Caltanisetta. –

Il distretto degli solfi è generalmente sprovvisto di alberi, e presenta, vicino alle miniere, cupo e sterile aspetto, poichè le emanazioni di siffatta sostanza hanno, come abbiam detto, un’azione deleteria sulla vegetazione. I minatori e coloro che lavorano alla fusione ed alla preparazione dello solfo sono, d’altronde, abbastanza sani e vigorosi. –

Una piccola porzione dello solfo, tratto dalle cave di Girgenti, serve per gli usi della raffineria reale, d’onde viene poi esportato in Francia ed in Austria allo stato di polvere od in pacchi. Prima del contratto degli solfi la maggior parte di essi era inviata in casse sia in Inghilterra, che in Francia, in Olanda, in Russia ed agli Stati Uniti; nella proporzione di tre sesti per l’Inghilterra, due sesti per la Francia ed il resto per gli altri paesi.

Sui mercati siciliani lo solfo è diviso in prima, seconda e terza qualità di Licata (ognuna di essa è suddivisa in ottima, buona e ordinaria); ed in prima e seconda qualità di Girgenti, colle stesse suddivisioni. La prima e seconda qualità di Girgenti corrisponde alla seconda e terza di Licata. Lo solfo di Palermo, Catania, Terranova, segue le di visioni di Licata; lo solfo invece di Sciacca e Siculiana quelle di Girgenti.

Prima del 1838 tale era la copia dello solfo estratto, che i prezzi ne rimanevano bassissimi e che non potevansi quasi più coprire le spese di lavorazione. Fu allora che il governo cedette ad una Compagnia francese per dieci anni il privilegio dell’estrazione, a patto di riceverne in compenso la fornitura gratuita del fiore di solfo per le polveriere reali della guerra e della marina, senza pregiudizio di un’annua imposta di 177,319 franchi. Tale contratto suscitò alcune differenze coll’Inghilterra, le quali furono appianate, mediante una transazione abbastanza conforme a tutti gli interessi. Le miniere più ricche sono: quella di Galazi che fornisce ogni anno 5,600,000 chilogrammi; di Sommatino che ne dà 4,400,000 e l’altra di Favara donde ne escono 3,360,000. Nel 1843 la totale esportazione di quella sostanza ascese a 85,858,000 chilogrammi e pel valore di 5,418,000 franchi. Quest’ ultima cifra sminuì nel 1845 a 3,537,000 franchi, finchè, sopraggiunta la guerra d’Oriente, l’attività delle zolfaje di Sicilia assunse grandissime proporzioni. Così l’estrazione dello solfo dall’isola fu

Nel 1851 di . . . . . 71,930,290 chilogr.

1852 . . . . . . 74,391,693 »

1853 . . . . . . 100,809,451 »

1884 . . . . . . 123,932,040 »

Di questi 123,932,040 chil. che rappresentano l’estrazione del 1854, chilogrammi 69,903,387 furon venduti all’Inghilterra, chil. 28,477,604 alla Francia, chil. 22,481,504 ad altre parti, mentre poi chil. 3,069,545 uscivano dall’isola per cabotaggio. –

Negli Stati sardi l’estrazione dello solfo dalle piriti si fa per cura dei fratelli Sclopis di Torino, che trassero questa industria dallo stato d’infanzia in cui era presso di noi, e cercarono di esercitarla su base larga e già feconda di prosperi risultamenti. E ciò ad imitazione di quanto si opera da lungo tempo in Isvezia allo stesso intento, per mezzo della direzione dei vapori di solfo che sboccano dai forni in camere costrutte appositamente, e dove si depongono in fiori di zolfo di singolare bellezza, sebbene un pò alterati dall’acido solfidrico.

in ANNALI UNIVERSALI S T A T I S T I C A ECONOMIA PUBBLICA, LEGISLAZIONE, STORIA, VIAGGI E COMMERCIO

C OM P ILAT I D A – GIUSEPPE SACCHI E DA VARI ECONOMISTI ITALIANI.

VOLUME PRIMO. D E L LA S ERIE QUART A.

Gennaio, Febbrajo e Marzo 1860.

M I L A N 0

Categoria: Storia SiciliaTag: miniere, miniere di zolfo, sicilia

Post precedente: « Personaggi illustri di Agrigento: il musicista Ignazio Lauria
Post successivo: Storia della comunità ebraica ad Agrigento. Antico testo »

Footer

Copyright

I contenuti presenti sul sito agrigentoierieoggi.it, dei quali il Prof. Elio di Bella è autore, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti perché appartenenti all’autore stesso. È vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi modo o forma. È vietata la pubblicazione e la redistribuzione dei contenuti non autorizzata espressamente dall’autore.

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07/03/2001.

Privacy

Questo blog rispetta la normativa vigente in fatto di Privacy e Cookie . Tutta la docvumentazione e i modi di raccolta e sicurezza possono essere visionati nella nostra Privacy Policy

Privacy Policy     Cookie Policy

Copyright © 2023 Agrigento Ieri e Oggi · All Rights Reserved