
Molte delle città della provincia di Agrigento sono state fondate o rifondate nei secoli scorsi dai maggiori baroni e signori che governarono il territorio. La loro origine è pertanto feudale e la loro storia è stata spesso legata alle alterne vicende delle famiglie che nel tempo si sono succedute. In questo servizio facciamo alcuni celebri esempi.
La cittadina di Alessandria della Rocca deve la sua fondazione al barone Blasco Carlo Barresi che nel 1570, ottenuto lo jus populandi, fece costruire sul suo feudo le prime case dando al nuovo piccolo borgo il nome di Alessandria della Pietra.
La nascita di Aragona risale agli inizi del 1600 per volontà del conte di Comiso Baldassare Naselli che ottenne dal sovrano Filippo III il diritto di popolare il suo feudo di Diesi e nel 1606 vi fece costruire le prime case, dando al piccolo borgo il nome della madre, Beatrice Tagliavia d’Aragona Branciforti.
La famiglia Naselli dominò nel paese sino alla fine del secolo scorso. La baronia venne elevata a principato dal re Filippo IV.
La tradizione vuole che Burgio sia stata fondata dai superstiti dell’antica citta sicana di Scirtea. In ogni caso ebbe le sue orgini in epoca musulmana e il suo primo sovrano fu Hamud della dinastia di Ali del ramo degli Edrisiti. La Signoria di Burgio venne affidata da Ruggero a Federico D’Antiochia che era già conte di Mistretta e Caltabellotta. Quindi nel 1337 giunse nelle mani del barone Raimondo Peralta.
Se ha ragione lo storico Maurolico, Bivona fu fondate dal tiranno di Siracusa Gelone e nell’antichità si chiamava Hipponium.
Se si prescinde da queste lontane tracce però, bisogn far riferimento ad un documento del 1160 per trovare le origini medievali del paese. Grazie a questo documento sappiamo che Bivona era un piccolo casale di origine musulmana.. Occorre poi fare un salto di due secoli, quando il paese passò sotto il dominio dei chiaramonte per continuare la storia di Bivona. Verso la fine del 1300 la baronia passò a Nicolò Peralta e quindi nel 1404 ad Artale di Luna.
Casteltermini venne fondato il 5 aprile 1629 dal Principe Gian Vincenzo Maria Termini e Ferreri previo decreto populandi del viceré di Spagna, duca di Albunquerq. Quel primo nucleo di case fu costruito sopra i ruderi di un casale saraceno che si chiamava Chiudia. Il nuovo borgo ebbe il nome di Castrum Thermarum, ossia castello dei Termini, da cui Casteltermini.
Forse già in epoca romana esisteva Comitini. Nel suo territorio una “statio”, usata da viandanti e truppe militari per il cambio dei cavalli e per rifocillarsi.
Nel 1627 il barone Gaspare Bellacera ottenne da Re Filippo V il privilegio dello “jus populandi” (licenza di popolare) del feudo di Comitini e a questo atto si fa risalire la nascita del paese.
Il nome di Calamonaci sembra essere di indubbia provenianza araba : Kal-at- Munach fortezza di fermata o di sosta; stazione di fermata dove si rilevano i cavalli.
Nel 1287 l’antico feudo venne venduto dal re Giacomo di Aragona a Berengario de Villaragut che aveva seguito il suo sovrano in Spagna. Nel 1296 Federico II lo concesse a Berengario de Spuches con la clausola dello jus francorum. Successivamente passò ai baroni Inveges e Perollo di Sciacca.
Francesca Perollo, moglie di Francesco Lucchesi Palli, principe di Campofranco, fondò sul proprio feudo, denominato Culla, nel val di Mazara, alla destra del fiume Alba (volgarmente chiamato Majsale) un borgo al quale diede il nome Lucca in onore della città natale del consorte. Ciò avveniva nel 1620.
Grotte fu terra feudale già sotto gli Aragonesi. Alterne vicende assegnarono questo territorio a diversi baroni, tra cui i Ventimiglia, i Montaperto,e la famiglia Grua Talamanca dei Principi di Carini.
di Elio Di Bella