Camion abbatte un muro che cade sul tetto di una casa e uccide un giovane agrigentino
Una gravissima sciagura si è verificata alle ore 8,20 di stamane 12 dicembre 1955 in un vicolo retrostante la centralissima piazza Cavour, causando la morte di un giovane diciottenne.
Un camion, Alfa Romeo ottocento, transitando per la via Picone carico di materiale da costruzione che doveva essere scaricato in un vicino cantiere, nell’intento di scansare un asino proveniente da senso inverso, si portava tutto sulla sua destra fino all’estremo limite della strada, strettissima e tortuosa delimitata da un muro alto 2 m.
Il muro, urtato dal parafango anteriore destro precipitava, per la lunghezza di 12 m, per lo strapiombo alto 30 m nel sottostante vicolo dove, addossata alla roccia, si trovano alcune costruzioni. Una di queste costruzioni formata dal piano terra e della prima elevazione era stata data in affitto tempo fa alle famiglie Coppola e Modica. L’enorme massa di materiale, franando e precipitando si riversava con un sinistro boato su una parte del tetto della casa. Mentre il tetto dell’appartamento abitato alla famiglia Coppola veniva appena sfiorato da masse di detriti, il tetto dell’appartamento del Modica veniva completamente investito. In quel momento il diciottenne Modica Giuseppe di Calogero da Agrigento si trovava ancora a letto, mentre la madre, Piraneo Giovanna di anni 35 era intenta in cucina a riempire la brocca dell’acqua.

Per un momento un immenso soffocante polverone ha coperto con un velo sinistro il luogo della sciagura. Al boato alle prime grida dei malcapitati , quanti si trovavano in piazza Cavour nel vicinissimo viale della vittoria, accorrevano per rendersi conto di quanto avveniva. Tra i primi ad accorrere il signor Attilio Mazza seguito dei geometri del genio civile Tonsi e Bruccoleri i quali incuranti del pericolo per il continuo rotolare dall’alto di materiale di detriti, equilibrandosi sull’immane cumulo di macerie, raggiungevano la prima elevazione per prestare aiuto agli infortunati.
Sopraggiungevano frattanto alcuni vigili del fuoco della vicina caserma e, con l’aiuto di altri volenterosi, traevano in salvo la signora Piraneo che presentava ferite al viso agli arti inferiori. Mentre la donna veniva fatta trasportare all’ospedale civile per ricevere le cure necessarie, sotto un cumulo di macerie veniva rinvenuto il Modica in condizioni pietosissime con il torace quasi schiacciato. Il povero giovane decedeva mentre veniva trasportato all’ospedale ben maggiori conseguenze ed un maggiore numero di vittime avrebbe potuto oggi registrare la cronaca se il camion, invece di restare in bilico con la ruota laterale destra sul precipizio fosse caduto nel sottostante vicolo.
I danni materiali ammontano a parecchi milioni di lire. Due macchine una cinquecento C e una 600 che si trovavano nel garage della casa sinistrata sono state letteralmente schiacciate.
