Il capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Agrigento, Giovanni Civiltà propone il recupero del prospetto del palazzo ottocentesco che fu sede dei tribunali della città per molti anni.
Si trova sulla via Atenea, in quella piazza che gli agrigentini dedicarono al concittadino Nicolò Gallo, l’illustre sociologo che fu ministro della Pubblica Istruzione durante uno dei governi di Giovanni Giolitti.
“Un tempo questa piazza era occupata dal convento e dalla trecentesca chiesa di Sant’Anna, poi demolita – ricorda il consigliere Civiltà – In luogo dei quali furono costruiti, fra la fine del 19esimo e l’inizio del 20esimo secolo, l’ ex albergo Gellia, che fu sede del Banco di Sicilia dagli anni ’70 e poi della Guardia di Finanza, la Camera di Commercio, già Casa Comunale, e l’ex Tribunale”.
Il consigliere invita pertanto il Comune, che è proprietario dell’immobile e da tempo vi ha ubicato alcuni uffici “a recuperare la facciata ottocentesca frettolosamente sostituita da un orrendo ed inguardabile prospetto, al fine di valorizzare una delle piazze più importanti che la città conserva”.
Quell’edificio tra l’altro viene ricordato perché in una delle sue stanze si trovava anche l’ufficio del giudice Rosario Livatino, simbolo di una vera lotta alla mafia.
Straordinarie immagini d’epoca della fine dell’Ottocento e dei primi del Novecento ci mostrano il palazzo a cui fa riferimento il consigliere caratterizzato da un prospetto più piacevole di quello che oggi vediamo.
Il palazzo è un rifacimento ed ampliamento di un più antico convento annesso alla Chiesa di Sant’Anna, che prima ha ospitato un reclusorio femminile detto del Trentatrè o di San Giovanni di Dio. Poi, con la demolizione della chiesa di Sant’Anna nel 1864, divenne parte integrante della Piazza Sant’Anna, poi chiamata piazza Gallo.
L’abbattimento della Chiesa di Sant’Anna venne giustificato col pretesto che quel punto della strada era uno stretto corridoio, compreso tra la chiesa, da una parte, e il Palazzo della Camera di Commercio (allora Casa Comunale), dall’altra. Da tale corridoio a mala pena poteva passare una carrozza e lì si facevano trovare i questuanti. Gli agrigentini molto cinicamente inventarono l’espressione: “Ti viu a lu strittu di Sant’Anna” (Ti vedo chiedere l’elemosina allo stretto di Sant’Anna), di cattivo “augurio”.
Gli ingressi a piano terra del palazzo che il consigliere Civiltà chiede di recuperare insieme alla facciata del palazzo, erano incorniciati delicatamente da archi e volte e da essi si accedeva anche ad alcuni negozi. La linea di base era adornata da bianchi rettangoli di marmo in leggero rilievo. Nei piani superiori si affacciano una serie di stretti e alti balconcini ringhierati di bell’effetto. Insomma aveva un aspetto assai più consono dell’attuale con il resto della piazza e della strada.
piazza gallo agrigentoDi fronte un palazzo ospitava il casino di compagnia, detto dei Nobili, che vantava il merito di essere stato il secondo di tale genere istituito nel Settecento in Europa, dopo quello di Londra. Consisteva nel solo pian terreno.
La piazza è stata abbellita dal 1851 dal nuovo palazzo comunale, divenuto poi sede della Camera di Commercio, realizzato dall’architetto Gravanti. Una struttura neogotica, con vistose decorazioni in pietra di Comiso che le conferiscono particolare eleganza. Sul frontale orientale del fabbricato, spicca un piccolo campanile, con un antico orologio da torre senza quadrante detto “U Toccu”. Gli agrigentini che possedevano un orologio da tasca ne controllavano la precisione conformandosi all’ora battuta da quella antica campana, su cui era stata incisa l’espressione latina: Concio Cives. Divido tempus. Infatti i suoi rintocchi chiamavano i cittadini a radunarsi in assemblea e durante il giorno segnavano le ore.
Nella piazza poi il consiglio comunale concesse ad Antonino La Lumia l’autorizzazione a fabbricare un albergo decente, con una bottega sottostante da caffè, che furono costruiti nell’anno 1862. Si tratta del decentissimo albergo Gellia, che oggi ospita la sede della Guardia di Finanza. Immagini d’epoca ci rivelano che la piazza è stata prima capolinea di carrozze e poi di autobus urbani. Ancora in questo angolo della via Atenea, nelle serate del giovedì e della domenica, durante l’inverno, la banda municipale diretta dal maestro Balletti, allietava le orecchie degli agrigentini.
Elio Di Bella