di Biagio Alessi
L’ Hôtel des temples fa parte di quei luoghi che ispirarono lo scrittore agrigentino. Pirandello nel 1927 alloggiò in questo albergo e alcune foto documentano questa sua presenza. L’aveva descritto precedentemente nella novella “Il capretto nero” pubblicata sul Corriere della Sera del 1918. Miss Ethel Hollomar “pensò di fermarsi più di un giorno nel grande Hôtel des temples che sorge fuori dell’irta e misera cittaduzza d’oggi, nell’aperta campagna, in luogo amenissimo “.
Il complesso architettonico dell’ex Hôtel des Temples si collega profondamente alla storia politico-economica e alberghiera, di oltre un secolo, della città di Agrigento.
Era una villa di campagna del Barone lgnazio Genuardi, che nella seconda metà dell’ottocento era il più ricco possidente di Girgenti. Oltre a un’immensa estensione di feudi, egli possedeva a Girgenti 3 Palazzi: in via Atenea quelli oggi denominati Palazzo Vella, difronte la piazzetta Caratozzolo, e Palazzo Giudice, oggi del Banco di Sicilia; in via Neve apparteneva a lui il Palazzo già dei Baroni Vassallo e Rotolo, oggi abitazione della famiglia Xerri. Fra le ville oltre questa, va ricordata quella di Limbrici , sotto Montaperto, immensa e ben architettata in uno schema liberty, una villa da favola. Moltissime miniere di zolfo erano sue. Era chiamato l’imperatore degli zolfi.

Nel 1875 il barone Genuardi, a causa del la crisi zolfifera che negli anni 1873-74 aveva colpito i mercati di Francoforte, di Berlino e Vienna (provocando nel settore degli scambi internazionali sensibili diminuizioni delle esportazioni e crescenti ribassi dei valori) dovette dichiarare fallimento.
Per far fronte ai prestiti vendette gran parte dei suoi beni. Questa Villa fu acquistata da Enrico Ragusa di Palermo.
Il Ragusa è una figura interessantissima della Palermo “fin de siècle”. Il padre Salvatore Ragusa, da Genova, aveva intrapreso l’attività alberghiera gestendo uno dei primi e più famosi alberghi di Palermo, menzionato nel Gattopardo, il Trinacria.
Il figlio Enrico, avvocato, succedendo al padre, nell’ aprile 1877 prese in affitto il palazzo degli Ingham in via Stabile, comprandolo in seguito e trasformandolo in albergo con il nome di “Hôtel des Palmes”. Egli si arricchì e sposò una donna della nobiltà palermitana Lucia Salvo Cozzo, suscitando un aperto e risentito senso di malumore in taluni strati dell’aristocrazia.
A questo proposito, Pietro Nicolosi, in “Palermo fin de siècle” cita il seguente episodio:
“Re Umberto I a Palermo, partecipava a un ballo in suo onore a palazzo Geraci . Fra gli invitati aveva notato una gran bella dama. Chiese a qualcuno chi fosse”. “E’ la moglie di un albergatore” gli fu risposto con una evidente punta di insofferenza, Ma il sovrano, con freddezza, replicò che aveva chiesto “chi” fosse lei e non “che cosa” fosse il marito (il cav. Enrico Ragusa, proprietario di quell’ “Hôtel des Palmes” che fino a metà dell’Ottocento era stata la residenza degli industriali inglesi Ingham e che poi gli era stata venduta). Saputo finalmente il suo nome, il sovrano la invitò senza indugi a ballare” )
panorama-con-hotel-des-temples
L’avv. Ragusa, già esperto del settore turistico-alberghiero, capì l’importanza di un albergo ad Agrigento e in quella zona, con la sua posizione incantevole.
Per questo trasformò la Villa già Genuardi in albergo di prim’ordine, subito passato al primo posto tra gli alberghi preesistenti in Girgenti, quali il “Bella Napoli” e il “Belvedere” che andavano sorgendo, il Gellia, divenuto Hôtel Grand Bretagne.
Assieme a Enrico era pure proprietario dell’Hôtel des Temples il fratello Adolfo. Enrico Ragusa comunque è quello che meriterebbe un più esteso ricordo. Ricomdiamo solo che era nato a Palermo il 28 agosto 1849. La moglie, prima ricordata, morendo a soli 27 anni gli lasciò sei figlie. Oltre che imprenditore alberghiero fu un apprezzato scienziato. Fu uno dei più famosi entomologhi. Si interessò di coleotteri, di lepidotteri, di rincoti. Durante la sua lunga vita mise assieme cinque corpose collezioni. Quella di lepidotteri siciliani, venduta dagli eredi a lord Rotheschild, oggi è custodita al British museum di Londra.
Scrisse ben 86 pubblicazioni. Mecenate generoso, non si limitava a dare incoraggiamenti finanziari, ma partecipava in prima persona a mettere su delle iniziative culturali. Fu l’ideatore, il fondatore e per molto tempo il finanziatore della rivista “il Naturalista siciliano”, nata nel 1881.
Non potendo dilungarci, rimandiamo al ricco profilo tracciato dal prof. Giovanni Liotta, dell’lstituto di entomologia agraria dell’Università di Palermo, al Convegno sui naturalisti e la cultura scientifica siciliana nell’Ottocento
Si deve al Ragusa la sistemazione del terreno attorno al complesso alberghiero, dove fece piantare anche esemplari rari; il parco era meraviglioso e rinomato: ogni pianta aveva una scritta col nome scientifico e la data.
agrigento-grand-hotel-des-temples-il-giardino-botanico-delle-piante-tropicali
Si dice che il Ragusa perdette al giuoco e fu costretto nel 1906 a vendere l’Hôtel des Temples a Trippi, che aveva in Svizzera la sua casa e la sua attività a Pontrosina, dove, come esattamente dice la novella di Pirandello, andava a passare l’estate. A questo proposito riportiamo per intero quanto era pubblicato nelle pagine pubblicitarie di una delle più famose guide della prima metà del nostro secolo, ” La Guida ” di A. Cremona (1925): “Albergo di prim’ordine a poco più di un chilometro dalla città sulla via dei templi; è costruito sopra uno degli ultimi rialzi della collina in posizione incantevole per la veduta a mare. E’ aperto dall’ottobre a tutto maggio di ogni anno. Negli altri mesi si chiude mancando i templari”.

Il prof. Leo Trippi nel 1927 scoprì nelle vicinanze una sorgente di acque che fece analizzare in Svizzera. Risultò che era ottima per le cure del fegato. Pensava di utilizzarla per una stazione termale: avrebbe dato lavoro e ricchezza al suo abergo e alla città. Remore e lungaggini fecero sì che la cosa non andò avanti e nel frattempo la sorgente si è perduta.
Il Trippi successivamente diede il suo albergo in gestione a Diego Granata e poi a Gaetano Re. Poi la figlia lo vendette alla Regione Siciliana per 80 milioni.
Da allora ad oggi la storia la conosciamo: è il periodo del crepuscolo del glorioso albergo agrigentino. L’immobilismo della Regione ha ridotto il vecchio, Hôtel in una struttura fatiscente, della quale si sono ogni tanto ricordati alcuni per avanzare numerose e varie proposte di riutilizzo, ed altri per farne luogo di accumulo di immondizie o da incendiare.
Fortunatamente la travagliata vicenda di totale decadimento e del lento e vergognoso abbandono, nel 1979 trovò una soluzione, quella del restauro e dopo laboriosi lavori è stato finalmente restituito alla città un ambiente di estremo interesse storico e paesaggistico: non va di menticato che per oltre mezzo secolo l’Hôtel des Temples è stato uno degli alberghi più famosi d’ltalia e d’Europa.
Per la posizione unica, l’invidiabile vicinanza con la splendida Valle dei Templi, per la lussuosa raffinatezza, costituita da ambienti eleganti, posateria di valore e personale qualificato, fu scelto da illustri visitatori, da re e principi, da famosi studiosi.
Nel marzo del 1987 l’ex Hôtel dai responsabili dell’Assessorato alla Presidenza della Regione è stato consegnato a quell i dell’Assessorato ai Beni Culturali e ambientali e da alcuni anni ospita una scuola a fini speciali.
di Biagio Alessi, Un luogo pirandelliano. Hotel des temples, in “Reportage”,n.0 e n,2,Edizioni Centro Culturale Pirandello, 1987.
hotel des temples agrigento