un fiume di fuoco sotterraneo descritto anche da Platone
…. In Girgenti accorrono sempre da ogni parte forestieri per visitare i monumenti dell’antica dorica civiltà; ma pochi, pochissimi sono .coloro che pensano di recarsi là dove avviene un fenomeno assai inte-ressantè, chiamato con voce araba Le Macalube, al quale — come dice l’ Humboldt — non è stata finora attribuita la dovuta importanza. Esse trovansi a sette chilometri dalla città verso settentrione, e a circa quattro chilometri ad ovest, in linea retta, dalla stazione ferroviaria di Aragona-Caldare, sopra un altopiano sterile e brullo, dalla forma di un tronco di cono, che misura 5o metri di altezza e 1200 metri di circonferenza. Hanno dintorno ameni prati, che vanno a finire a perdita d’occhio nelle colline di Monteaperto, Busonè, Ioppolo, S. Marco e S. Benedetto.
Mi recai a vederle una prima volta nel novembre dell’anno scorso, dopo cadute copiose pioggie; arrivai a stento sopra un poggio vicino, perchè ad ogni passo si pericolava di affondare lungo i sollevamenti compatti di fango, che si debbono attraversare prima di giungere alle Macalube; e potei osservare che il piano, su cui esse si trovano, inclinato nel mezzo, era completamente allagato, e l’acqua fangosa faceva qua e là continuo gorgoglio. Restò quindi in me un vivo desiderio di ritornarvi. In una delle più belle giornate degli ultimi di giugno fui sul luogo, ma il fenomeno questa volta si presentò differente: sulla sommità della collina osservai numerosi monticelli di fine argilla, a forma di cono, alti meno d’un metro, con un piccolo cratere
Crinò, S. (1906). Le Macalube di Girgenti in rapporto alla distribuzione geografica deglia altri vulcani di fango. (*). Bollettino Della Società Geografica Italiana, 198–224. Retrieved from https://www.bsgi.it/index.php/bsgi/article/view/4437
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