Ci sono tanti modi di leggere la storia di una città, per ricostruirne i passi, i gusti, le passioni.
Lo studioso agrigentino Elio Di Bella è convinto che anche attraverso la storia delle strade della sua città sia possibile fare un tuffo nel passato e nel presente. Ha dato pertanto alle stampe il primo opuscolo di uno stradario storico della città di Agrigento, dedicandolo ad un’analisi storica e rigorosa della via maestra del capoluogo, la via Atenea.
Gli agrigentini la chiamano ancora oggi “a’ chiazza”
perché per loro non c’è che una sola piazza, un solo vero luogo privilegiato di incontro, ed anche di scontri da secoli, per tanti appuntamenti, e questo luogo in città è appunto la storica via Atenea.
Si tratta di un testo scritto da chi ha orgoglio per il passato della propria città natale e del proprio territorio e non vuol far cadere entrambi in una disattenzione smemorata.
Uno strumento di studio da consegnare anche alle nuove generazioni che vogliono conoscere meglio la storia cittadina e i personaggi che l’hanno direttamente o indirettamente influenzata.
E’ difficile pensare che sulla strada principale di Agrigento nei secoli siano passati soldati e monaci, pellegrini e viandanti del Medioevo, eserciti provenienti da ogni parte d’Europa e del mondo, briganti, cavalieri e contadini con carri carichi di grano e canapa, carrozze di signori e re, processioni funebri e sfilate di miss.
In ogni strada, di ieri e di oggi, c’è un pezzo di storia,
di uomini e società, del passato lontano e del passato prossimo e così è anche per la via Atenea e lo storico Elio Di Bella, con una presentazione dettagliata della nascita e degli sviluppi di quella che poi è divenuta nel tempo l’arteria mediana della Collina di Girgenti e con un’antologia di testi che spaziano dalla seconda metà dell’Ottocento alla prima metà del secolo scorso ha il merito di ricordarcelo.
Scorrendo le pagine dell’opuscolo scopriamo così che fautori e finanziatori del balzo urbanistico che da Rabato ha portato la città a distendersi lungo la collina fino alla famosa Porta di Ponte è stata innanzitutto la nobile famiglia Chiaramonte e da questo balzo di fatto è nata quella che poi gli Agrigentini hanno chiamato via Atenea.
Un’arteria che in origine ha la funzione di congiungere due zone di Girgenti: la Terra vecchia con la Terra nuova. La Terra vecchia comprendeva il nucleo più antico della città: un quadrilatero costituito dal Castello arabo, dalla chiesa di Sant’Anna (che si trovava nell’attuale Piazza Gallo), dalla porta di Mazzara e dall’Hosterium Chiaramontano, poi Seminario dei chierici.
La Terra nuova fu quella che si formò urbanisticamente con la crescita della popolazione e comprendeva soprattutto i borghi di San Francesco, San Michele e San Pietro, con poche costruzioni civili e casaleni sparsi.
Il periodo d’oro della principale strada di Agrigento arriva però solo nella seconda metà dell’Ottocento,
come leggiamo in una preziosa testimonianza di Francesco Paolo Diana che descrisse le trasformazioni della strada realizzate dalle nuove amministrazioni comunali post-risorgimentali dopo la cacciata dei Borboni.
“Gli Agrigentini per molto tempo hanno continuato a chiamare questa via “corso forzoso”, essendo l’unica strada interna buona per il passeggio.
In epoca fascista venne chiamata Via Roma in ossequio alle tradizioni classiche latine verso cui il regime aveva particolare attrazione. Dopo il crollo del fascismo ha ripreso a chiamarsi via Atenea”, leggiamo inoltre nella storia della via Atenea scritta da Di Bella.
L’autore passa in rassegna inoltre tutti i palazzi, le chiese e i circoli, gli uffici pubblici che nella storia sono stati costruiti in via Atenea e attraverso le testimonianze di altri studiosi agrigentini svela la vita che scorreva per questa strada, che Pirandello anche Pirandello descrisse in diverse opere perché qui soprattutto brulicava la storia quotidiana della città.
Divenuta soprattutto nella seconda metà del Novecento una sorta di centro commerciale cittadino, oggi vive secondo molti un periodo di crisi e più volte si è provato e si continua a provare a rivitalizzarla. Ma per dare un promettente futuro anche ad una strada, occorre forse anche conoscerne meglio il passato e il libro di Elio Di Bella può contribuire anche a questo.
La sua diffusione viene curata dall’associazione Epea, ente per l’educazione degli adulti.
Alfonso Bugea