La battaglia di Canne, combattuta nel 216 a.C., fu una delle più grandi sconfitte della storia per i romani. Annibale, il generale cartaginese, sconfisse un esercito romano di 80.000 uomini con soli 50.000.
I romani affrontarono Annibale a Canne per fermare l’avanzata del dei caraginesi in Italia. Annibale distrusse la città di Sagunto, alleata di Roma, in Iberia (l’odierna Sagunto in Spagna) nel 219 a.C. e l’anno dopo attraversò le a Alpi con un esercito di 37 elefanti Sconfisse i romani a Trebbia e Trasimeno, ma in quella battaglia perse 43.000 uomini
Il senato romano nominò Quinto Fabio Massimo dittatore con pieni poteri in quella situazione di crisi. Ma Massimo non voleva affrontare Annibale in una battaglia campale, aspettando piuttosto che i Cartaginesi di logorassero in piccole battaglie. Credeva che ciò, insieme all’esaurimento delle forniture e alla mancanza di cospicui rinforzi, avrebbe indebolito fatalmente Annibale. Molti criticarono come “cunctator”, un procrastinatore, un temporeggiatore.
Annibale approfittò della divisione tra i comandanti romani e astutamente, ordinò ai suoi uomini di risparmiare tutta la proprietà di Massimo e di bruciare le case degli altri potenti signori romani. Di conseguenza, Massimo fu accusato di tradimento con l’accusa di aver stipulato un patto segreto con Annibale.
Nel 217 a.C., il senato sostituì Massimo con due consoli – Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone – a cui diede il comando di 80.000 uomini, una delle più grandi forze armate romane che siano mai state messe insieme.
I due eserciti nemici si scontrarono ad agosto del 216 a.C. Annibale, fuori dal villaggio di Canne, nell’Italia meridionale. Il capo cartaginese prese il controllo del granaio che era nella località e controllò il fiume Aufidus, l’odierno Ofanto, che era la principale fonte d’acqua della zona. Paolo Gaio non volle combattere contro Annibale in una pianura aperta, ma Varrone era determinato a vincere e che diede agli uomini l’ordine di schierarsi sul lato sinistro del fiume. L’esercito, affamato e assetato si trovò col vento caldo in faccia, e la polvere e la sporcizia infastidivano gli occhi degli soldati Questo elemento fu rilevante. .
La battaglia che ne seguì fu una catastrofe per i romani; almeno 50.000 soldati furono massacrati nel geniale accerchiamento punico. Fu una grave e devastante per Roma, la città proclamò un giorno di lutto e si dice che abbia fatto ricorso persino ai sacrifici umani per placare gli dei . Ma i romani non si arresero e grazie alle loro ricchezea e alle loro grandi forze armate, alla fine riuscirono a vincere la seconda guerra punica e a cacciare Annibale a Cartagine nel 203 a.C.
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