
Il 29 novembre del 2010 sul quotidiano La Stampa appare una notizia che desta la curiosità anche della stampa estera: “Agrigento: via agli scavi per trovare il teatro greco, da un secolo ossessione degli archeologi”.
“Quell’articolo è la prova che già sei anni fa avevo individuato nell’area dell’Agorà superiore dell’antica Akragas il posto migliore dove scavare con la speranza di trovare il teatro”, sostiene l’archeologo, Giuseppe Castellana, già direttore del museo archeologico e dell’ ente parco archeologico di Agrigento, protagonista sei anni fa di quel sorprendente annuncio del giornale torinese.
Castellana è amareggiato. Perché ?
“Non direi che sono amareggiato. Sarò felice se, come spero e credo, si troverà il teatro. Ma l’avremmo potuto già scoprire sei anni fa, se le perizie e tutti gli atti e che avevo presentato per avviare gli scavi nello stesso sito non li avessero chiusi in un cassetto e abbandonati”.
Chi ha arenato quelle perizie ?
“ Io son dovuto andare in pensione il primo maggio del 2011 per raggiunti limiti di età. L’Ente Parco archeologico aveva approvato un mio progetto per una campagna di scavi dove adesso si sarebbe trovato il teatro il primo dicembre del 2010 col titolo “indagine archeologica , valorizzazione e valorizzazione dell’area dell’Agorà superiore”. L’importo di spesa sarebbe stato di un milione di euro. Ho nominato i progettisti, il responsabile per la sicurezza e il RUP. Ho preparato la scheda tecnica dove indicavo proprio il sito dove adesso gli archeologi ritengono sia possibile che si trovi il teatro. Ho sperato che quel progetto sarebbe stato portato avanti subito dopo il mio pensionamento, ma non è stato così. Mi aspettavo quindi almeno adesso che il direttore attuale dell’Ente Parco, Giuseppe Parello, annunciando che si è vicini a questa straordinaria scoperta, avrebbe precisato che sta avvenendo sulla scia del progetto presentato da me sei anni fa”.
Come fa a sostenere che si tratta dello stesso sito di cui ci parlano oggi gli archeologi che avrebbero trovato il teatro?
“Volevo con quelle perizie che si scavasse nell’Agorà superiore e in particolare a pochi passi dalla Chiesa di San Nicola. Ho considerato che lì si trovano alcuni edifici pubblici del IV-III secolo a.C. come sappiamo ed avevo intuito che deve esserci anche il teatro in quest’area. Ho escluso dal perimetro le zone dove si era già scavato e dove non è pensabile che si possa trovare il teatro. Ho pertanto individuato l’area a sud-est di San Nicola come quella più idonea per avviare ricerche.”.
Come è arrivato a queste conclusioni ?
“Consideravo intanto quello che aveva scritto Fazello che indica rovine presso la chiesa di San Nicola che gli sembrarono vestigia dell’antico teatro. Ho preso in considerazione poi le foto aeree della zona e altri studi. Una investigazione quindi fatta da studioso”.
Lei è tornato sul posto in questi giorni sul sito ?
“Sì, sono i luoghi dove io dicevo nel 2010 di scavare. Ho visto delle emergenze archeologiche. Ci sono alcuni blocchi che affiorano in superficie, altri è evidente che sono stati trovati scavando anche poca terra. Ho visto che il sito ha una buona pendenza, almeno 15-20 metri dall’ampia struttura semi circolare più in alto sino al luogo dove sarebbe stata individuata l’orchestra. Il teatro sembrerebbe molto vasto ”.
Quali consigli vuole dare a chi dal prossimo ottobre si occuperà degli scavi ?
“Si tratta di una grande impresa archeologica e certo il personale che la condurrà sarà altamente qualificato ed in grado di portare avanti una campagna di scavi che impegnerà certamente più di qualche mese. Mi auguro che verranno forniti tutti i mezzi finanziari e tutto quello che la scienza e la tecnologia oggi offrono per realizzare questa imponente opera di ricerca e di scavi”.
Elio Di Bella