Porto Empedocle era sede di un Comando di Marina alloggiato nella Torre Carlo V, dipendente dal Superiore Comando con sede a Messina
Porto Empedocle faceva parte di un dispositivo offensivo/difensivo proiettato sul Canale di Sicilia che fu teatro di larga parte degli eventi bellici legati alla storia della nostra guerra. La sua posizione, all’incirca a metà costa fra Trapani a ponente e il complesso difensivo di Augusta-Siracusa,era un trampolino ideale per la più ampia tipologia di intervento nel canale, vale a dire recupero naufraghi, piloti abbattuti, incursioni di mezzi veloci tipo Mas (come nel caso del contrasto all’operazione Pedestal -Agosto 1942).
In forza al comando marina v’erano alcune unità ausiliarie, rimorchiatori, cisterne per rifornimento acqua alle isole, e la Antonio Pacinotti, di cui abbiamo gia parlato qui :
http://www.xmasgrupsom.com/public/index.php?showtopic=2583
Il porto ospitò altresì una squadriglia di torpediniere, una di Mas classe 500 ed una di Moto Siluranti Tedesche (schnellboote),questo perchè i suoi fondali offrivano profondità idonee, oltre a qualche peschereccio locale.
In realtà, Porto Empedocle, è da considerare probabilmente un approdo più di transito che di base, per molte unità sottili che colà vi trovavano
scalo al rientro da missioni nel canale, se il porto si veniva a trovare più vicino all’area operativa.
La città non ebbe a patire vaste distruzioni se non quelle inferte dal cannoneggiamento navale precedenti l’invasione o inserite nel suo contesto operativo, e in qualche sporadica incursione aerea. In massima parte fu anche dovuto alla reazione non eccessiva delle sue strutture difensive; in effetti P.Empedocle non fu investita direttamente dagli alleati in quanto essi sbarcarono più a Levante, verso Gela e Licata.
Fu interessata dalle operazioni lato terra, quando la 7^ armata di Patton deviò verso ponente per conquistare Agrigento e farsi largo verso Palermo, obiettivo che il generale c’era posto in modo autonomo ed in contrasto sia con il suo comando sia con Montgomery.
Ciò risparmiò alla città ed ai suoi abitanti, molte delle atrocità della guerra.
Tutta la difesa consisteva in due treni armati della marina in calibro 120/50 ( 4 pezzi) e 76/40 (4 pezzi),quindi una batteria da 4 pezzi in calibro 120/50 scudati, artiglieria antiaerea in calibro 20/70 e 90/53 e una batteria della Flack da 20mm un po’ più a ridosso della zona portuale propriamente detta. Inotre varie postazioni in cemento o veri e propri bunker trovavano posto sia a ridosso delle spiagge sia sui bassi rilievi alle spalle della città, oltre a campi minati e ad una grossa catena che chiudeva l’accesso al porto.
Tutto il sistema difensivo e in parte anche logistico, faceva, in ogni caso, capo a Agrigento che dista pochi km dal porto. Sulla costa, il perimetro difensivo, si snodava da Siculiana (a ponente) fin quasi alla foce del Nero (a Levante).Ancora oggi è possibile vedere alcuni resti sia delle postazioni di artiglieria sia di qualche bunker.
Gli eventi bellici che coinvolsero il porto e Agrigento, ebbero termine il pomeriggio del giorno 18 con la resa delle guarnigioni, analogamente a quanto poi accadde alla piazzaforte marittima di Augusta che però fu presa dagli alleati senza colpo ferire.
Da Porto Empedocle, partivano anche rifornimenti per Lampedusa e Pantelleria, almeno fino a quando fu possibile farlo, ovvero con la caduta della Tunisia e ovviamente delle isole stesse.
Nel corso del contrasto all’operazione britannica denominata Pedestal, alcune delle unità di base a Porto Empedocle, si distinsero particolarmente per ardimento e coraggio : I Mas 564 – 557 – 554 , le Moto Siluranti 22 e 16 , e le Schnellboote 38-59-35-30-36 e 58.
Fonte http://www.xmasgrupsom.com/public/index.php?showtopic=3146
In uno dei romanzi di Camilleri, e più precisamente : Il Cane di terracotta, viene menzionata la nave A.PACINOTTI.
Vediamo la storia di questa nave :
Essa fu impostata come mercantile nel cantiere di Castellammare di Stabia e varata il 20/04/1922 e con il nome originario di CITTA’ DI SASSARI con una stazza di 2763 Ton. L:93,1 mt larg. 11 mt Pesc.Medio 5,5 mt
Era gemella dell’Alessandro Volta, anch’essa poi riconvertita.
In apparenza pareva somigliare in qualche modo, leggermente, alla nave appoggio Miraglia. Due alti fumaioli, con murate alte al centro, prua dritta,
classica poppa alta ad incrociatore.
La nave fu modificata e ribattezzata ANTONIO PACINOTTI per essere poi consegnata alla Règia Marina come nave appoggio.
Nei ruoli militari non figurava più la stazza, bensì il dislocamento che era stato ricalcolato in 3113 tonn e aveva 4 cannoni da 76/40.
Nel 1940, il secondo fumaiolo venne eliminato lasciandone soltanto uno.
La sua classificazione esatta era Nave Appoggio Sommergibili, e in seguito Nave Appoggio e Officina, così come era nel 1949 e tale rimase fino al Dicembre 1952,data della sua radiazione. Ben 30 anni di onorato servizio !!
Dunque Camilleri, al suo personaggio, ha fatto dire la verità; la Pacinotti è stata per un certo periodo in quel di P.Empedocle, dove stazionavano anche alcune torpediniere e mas operanti nel canale di sicilia, pur non essendo una grossa base navale ma solo d’appoggio.
Fonte dei dati : — Almanacco Navale Italiano di Giorgerini