di Nino Reginella
Vi è in provincia di Agrigento un vasto territorio, un angolo unico tra le montagne dell’entroterra siciliano formato di laghi, fiumi, boschi che per raggiungerlo occorre affrontare delle lunghe strade tortuose che si inerpicano tra le montagne: è il territorio dei Monti Sicani Si tratta di una vasta zona, che comprende i Comuni di Alessandria della Rocca, Bivona, Cianciana, San Biagio Platani, S Angelo Muxaro, Santo Stefano di Quisquina, Cammarata, San Giovanni Gemini. Un territorio che possiede immense ricchezze naturalistiche che hanno la loro massima espressione nella riserva orientata di Monte Cammarata.
Oggi il visitatore che decide di scoprire questo incantevole territorio siciliano deve sapere che qui troverà tradizioni, usi e costumi che sono propri delle gente che vive in questi luoghi che sono riusciti a custodirli e preservarli gelosamente dallo scorrere tumultuoso della moderna civiltà.
Altra peculiarità di questo territorio è che in questa vasta zone si possono gustare, i prodotti della terra, coltivati con sistemi rigorosamente biologici, come le mele, le pesche o il grano, ma soprattutto ricotta, formaggi, pistacchi ,mandorle, miele, olio. Inoltre un’altra particolarità di questo territorio è la bontà delle carni macellate che sono contrassegnate dal marchio“Carne dei Monti Sicani” che ne certifica la provenienza e la qualità.
Per un ideale itinerario,partiamo da Cammarata, di fondazione medie-vale,posta a 689 metri dal livello del mare alle falde dell’omonimo monte che è il più alto dei Monti Sicani.
Qui troviamo la Chiesa Madre del 1640 dedicata a San Nicola di Bari che al suo interno ospita un altare marmoreo del Mancino,due statue del 500,due tele una di M.Lapis e l’altra di Pietro D’Asaro da Racalmuto ed infine un pulpito barocco in legno intagliato;
il Castello risalente al XlII secolo munito di mura di cinta e torri una delle quali attualmente ospita il museo etnografico;la chiesa di San Domenico del 400 ospita un pregevole altare in marmi a tarsia;nella chiesa di Santa Maria di Cacciapensieri del 700 si trovano diverse opere provenienti da un’altra chiesa del XVII secolo andata distrutta;una statua del Bagnasco si trova nella chiesa di San Vito.
Attraversando semplicemente una piazzetta che divide l’abitato tra i due paesi ci troviamo a San Giovani Gemini, nel paese nato nel ‘500 si può ammirare la chiesa di San Giovanni Battista e la Madonna del Carmine,un convento dei Cappuccini che ospita delle tele del pittore Padre Fedele da San Biagio. Proseguendo la strada ci porta poi verso Santo Stefano di Quisquina,questo paese durante il XII°secolo fu dominato da diversi signori del tempo tra questi il primo fu il barone Giovanni Caltagirone seguirono Ruggero Sinibaldi, Guiscardo De Agyis, Giovanni Larcan, Alfonso Ruiz e per ultima la nobile famiglia dei Ventimiglia.
Nella visita al paese si può ammirare la cinquecentesca Chiesa Madre intitolata a San Nicolò di Bari il cui interno è arricchito da numerosi dipinti dell’800.
Poco distante dal paese, in un luogo ameno e suggestivo con un fìtto bosco formato da querce che lo circonda,è ubicato l’eremo di Santa Rosalia al cui interno si trovano dipinti del XIX secolo del pittore Federico Panepinto ed inoltre qui si trova la grotta dove la Santa visse in preghiera e castità prima di raggiungere Monte Pellegrino, a Palermo, dove morì all’età di trentatre anni.
Proseguendo arriviamo a Bivona, il paese sorge a 503 metri sul livello del mare con il suo abitato posto in pendio nell’alta valle del fiume Magazzolo. Di grande interesse artistico è la Chiesa Matrice del XIII secolo, tipico esempio di stile “chiaramontano”, non meno interessanti sono la chiesetta di San Bartolomeo con un elegante portale del 500 e la chiesa di S.Rosalia che ha al suo interno una “Vara”,una sorta di carro che serve a trasportare le sacre immagini, e la statua della Santa scolpite nel 1601 dal sacerdote Don Ruggero Valenti e un dipinto che ritrae la Santa del pittore siciliano Tommaso di Vigilia.
Passando oltre arriviamo ad Alessandria del Rocca piccolo paese agricolo posto a 533 metri dal livello del mare conosciuto per un fatto prodigioso accaduto nel 1670. Si vuole che in quell’anno a seguito di una apparizione della Madonna furono fatti degli scavi a seguito dei quali fu ritrovata una piccola statua raffigurante la Vergine Maria con in braccio il suo FiglioloAttualmente questa statua si può ammirare nel Santuario, eretto nel luogo del ritrovamento assieme a diversi dipinti che descrivono questo episodio di Federico Panepinto.
Avanzando ci ritroviamo nell’abitato di Cianciana che sorge alle falde meridionali del Monte Calvario a 300 metri dal livello del mare .In questo paese troviamo la chiesa di S.Antonio costruita nel 1670architettonicamente molto bella conserva all’interno diverse statue di santi tra questi San Francesco D’Assisi, San Giuseppe,
San Benedetto da Cartagine, San Pasquale, L’Ecce Homo, l’Immacolata e la bellissima statua di Sant’Annabella chiesa Matrice del 1640 troviamo invece un quadro della Pietà, opera del pittore Padre Fedele Tirrito da S. Biagio Platani.
Andiamo avanti e ritroviamo il paese di S.Biagio Platani che sorge a breve distanza dalla sponda destra del fiume Platani che riceve le acque dei monti della Quisquina.Nel centro abitato spicca la chiesa Madre la cui edificazione risale all’epoca della fondazione del paese intorno al 1635 , essa assume l’attuale aspetto a croce latina con tre navate e colonne, al suo interno dipinti del Tirrito e la reliquia di S.Felice.inoltre la chiesa del Carmelo del XVIII secolo, l’interno ad abside è caratterizzato da uno stile corinzio, sulle cui pareti laterali sono affissi pregevoli quadri.
Il paese è conosciuto per la suggestiva ed unica nel suo genere festa degli Archi di Pasqua che ha le sue origini nel Settecento. La tradizione vede contrapposte due confraternite dei “Signurara” e dei “Madunnara” le quali realizzano con materiale tutto naturale degli archi, tutti finemente addobbati con spettacolari forme di pane che vengono collocati nelle principali vie del paese.
Proseguendo per giungere all’ultima tappa del nostro viaggio arriviamo a S.Angelo Muxaro, in questo paese da visitare le belle chiese Madre e del Carmelo.Molto interessanti per chi ama l’archeologia sono le diverse tombe sicane scavate nella montagna risalenti a 4000 anni a.c. tra le quali le più grandi e importanti sono la tomba Sant’Angelo e la tomba del Principe.
Molti dei reperti ritrovati in questa necropoli pregreca,quali ad esempio due anelli d’oro con sigillo assieme ad una coppa anch’essa d’oro si trovano esposti nei musei di Agrigento e Siracusa mentre un’ altra coppa d’oro di uguale fattura si trova al British Museum di Londra.